“La sconfitta del Partito democratico nelle Marche è netta e grave. Inutile nasconderlo. Inutile pensare che sia solo un problema dell’Italia che guarda a destra, astensionismo, disaffezione. È tempo di dialogare alla luce del sole”. Questa la riflessione dei sindaci Romano Carancini (Macerata), Valeria Mancinelli (Ancona), Francesco Fiordomo (Recanati) e Alessandro Del Priori (Matelica) hanno affidato a una nota congiunta. Quattro sindaci, tutti del Pd, che sull’esito delle ultime amministrative hanno le idee chiare.
“Troppo facile pensare che sia solo un problema nazionale – dicono -. Un’analisi insufficiente che non tiene conto dei gravi problemi che abbiamo nei territori, di un partito che non ha spinta, che è autoreferenziale, che rischia di chiudersi in un recinto sempre più stretto: si fa la domanda e si dà la risposta, si dà ragione da solo. Come sindaci viviamo situazioni complicate e spesso ci sentiamo soli. E sentendoci soli noi figuriamoci come si sentono e cosa pensano i cittadini. Siamo nel Pd e abbiamo bisogno di un Pd diverso, rinnovato, dove non si pensa alle poltrone (che con l’aria che tira sono sgabelli ed è probabile che non ci saranno neppure quelli) ma ai problemi veri, alle risposte da dare, alla concretezza – proseguono i quattro primi cittadini -. Neppure gli appelli ad una unità di facciata e proposta per non cambiare mai niente ci sembra utile. Pd, svegliati e cambia. Se non lo fai dopo sconfitte amministrative in serie, se non hai uno scatto di orgoglio e di vitalità al prossimo giro registreremo nuove sconfitte”.
Per questo motivo, concludono, “con spirito autocritico e non autodistruttivo chiediamo che immediatamente si apra una discussione in cui si dialoghi e ci si confronti, alla luce del sole di fronte ai cittadini e non nelle segrete stanze, abbandonando violenze verbali e attacchi personali. Proviamo ad avviare questo percorso positivo. E ci rivolgiamo innanzitutto ai colleghi sindaci”.
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Con quello di schifo di persona che si trovano come segretario generale che prova in tutti i modi a rimanere a galla anche se il Paese non manca appuntamento per tirare la catena, aggrappato alla ceramica come un’incrostazione di calcare!
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Altro non è che la visione in loco di tanti personaggetti (…) che amministrano le comunità come fosse cosa loro eammutolendo opposizioni o anche “compagni” con un idea leggermente non coincidente.
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C’è qualcosa di più antipatico? Si meravigliano che la gente (gente inteso come chi vota; perchè dei problemi della gente non gliene frega nulla) li odia e li vorrebbe veder squartati e dispersi da un treno in corsa?
Un briciolo di realismo ragazzi!