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Coldiretti Marche, latte e carne alle corde:
«Settore in crisi da anni,
ora anche i rincari di cereali ed energia»

ANCONA - Maria Letizia Gardoni: «Dietro ogni azienda ci sono lavoratori ed economie che nella maggior parte dei casi mantengono in vita territori disagiati»

Maria Letizia Gardoni (Archivio)

Cresce il prezzo dei cereali a livello mondiale e di conseguenza schizzano ulteriormente i costi nelle stalle marchigiane.
L’allarme è di Coldiretti Marche che aggiunge come «Il settore, in crisi da tempo, ora è strozzato per l’esplosione delle spese di produzione in media del +60% legata ai rincari energetici, che arrivano fino al +95% dei mangimi, al +110% per il gasolio e addirittura al +500% delle bollette per l’elettricità necessaria ad alimentare anche i sistemi di mungitura e conservazione del latte».
L’analisi parte «dall’aumento dell’11% del prezzo dei cereali a ottobre registrato dalla Fao, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche per effetto delle incertezze rispetto all’accordo tra Russia e Ucraina per il passaggio delle navi sul Mar Nero. Un salasso per i circa 3.200 allevamenti bovini che operano nel settore delle carni e in quello del latte e che utilizzano i cereali per l’alimentazione degli animali. Il trend è negativo da anni. Nell’ultimo decennio – prosegue – la produzione di latte è diminuita del 30% e da gennaio a settembre le stalle hanno conferito poco più di 18mila tonnellate di latte vaccino, il 6% in meno rispetto al 2021».
Non va meglio per le carni. Morale: «nei pascoli marchigiani si aggirano quasi 10mila capi in meno rispetto al 2012. E ora il clima di incertezza rischia di portare alla chiusura una stalla su dieci secondo un’analisi nazionale effettuata da Coldiretti su dati Crea. Con tutti i rischi che ne conseguono per l’ambiente, l’economia e l’occupazione di aree interne a rischio di spopolamento».
Coldiretti Marche ricorda poi che «dietro ogni azienda ci sono lavoratori ed economie che nella maggior parte dei casi mantengono in vita territori disagiati. La giusta remunerazione per gli allevatori consentirebbe di assicurare tale presidio e di garantire qualità e sicurezza alimentare per i cittadini. Non solo. Gli allevamenti estensivi, come quelli marchigiani – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – oltre ad assicurare il benessere animale sono fonte di fertilità per i nostri suoli e per questo indispensabili per conservare la ricchezza e la biodiversità del territorio».

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