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Max Allegri ‘docente’ all’Univpm:
«Quella da vincere
è la partita contro il cancro»

ANCONA - L'allenatore della Juventus, testimonial della Campagna promossa dagli oncologi italiani, ha partecipato via streaming al seminario Team working e comunicazione delle vittorie e delle sconfitte. «I momenti negativi vanno trasformati in un'opportunità per cercare di ritornare a vincere»

Un momento dell’incontro in streaming con Massimiliano Allegri

Si è collegato in streaming con l’Università Politecnica delle Marche indossando questa volta non gli abiti da mister ma quelli del ‘docente’ del seminario “Team working e comunicazione delle vittorie e delle sconfitte”, del corso di perfezionamento in “Comunicare il cancro, la medicina e la salute”, promosso dalla direttrice di Clinica Oncologica Rossana Berardi.
‘In cattedra’, l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri ha portato dunque la sua esperienza, per trasmettere agli studenti (tutti già laureati) l’importanza del lavoro di squadra sottolineandone le analogie tra la gestione di un team sportivo e di un’équipe medica.
«La partita che va vinta e combattuta con l’aiuto di tutti – ha esordito il mister – è la lotta al cancro. Stili di vita, educazione alimentare e sportiva, sono importanti» ha poi sottolineato.
Testimonial ufficiale dal 2016 della Campagna promossa dagli oncologi italiani «è da qui che si parte per vincere, facendo squadra, come facciamo noi nel nostro ambito – ha proseguito -. E bisogna farlo allora anche per questa lotta. Per far squadra – ha sottolineato – bisogna mettere un obiettivo finale, e arrivarci attraverso altrettanti obiettivi intermedi. La comunicazione diventa fondamentale; l’aspetto psicologico credo che sia determinante. Nel nostro mondo – ha portato come esempio – la componente psicologica è l’80% della riuscita del lavoro e, per fare

Massimiliano Allegri

questo, bisogna essere molto bravi nella comunicazione che, in questo caso, è quella che avviene sia con i pazienti ma soprattutto anche col team di squadra che lavora».
Ecco allora che «sia nel calcio che nel reparto di oncologia o in altri settori – ha continuato – formare una squadra vincente, che ottiene risultati, è molto importante. Quando iniziamo la stagione, dico sempre ai miei ragazzi che siamo un ‘gruppo’, e che dobbiamo diventare velocemente una ‘squadra’. Prima lo diventiamo, e prima raggiungiamo gli obiettivi».
Squadra che, come in una équipe medica, è formata da più figure. «Da noi – ha ripreso – sono 100 persone: la squadra, i massaggiatori, magazzinieri e fisioterapisti. Siamo tantissimi e l’aspetto psicologico nel rasserenare e dare serenità è molto importante. La sconfitta va gestita: è normale che quando esci dalla partita e perdi, in quel momento hai momenti di rabbia ma, come dico in quei casi, bisogna stare solamente zitti, in silenzio, far passare un po’ di ore e poi lavorarci e ragionare su quelle che sono state le cose che abbiamo sbagliato. La sconfitta è una cosa che va trasformata in un’opportunità per cercare di ritornare a vincere. Quindi bisogna essere pronti, soprattutto quando le cose vanno bene a prepararsi a quello che sarà il momento della sconfitta. Se uno si prepara psicologicamente, è normale che il momento della sconfitta lo gestisce in un modo diverso. Ogni tanto si può anche prevedere e quindi è ancora più facile da gestire».

Max Allegri prof per un giorno alla Politecnica delle Marche «L’allenatore è come un medico»

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