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Pubblicato l’elenco dei direttori idonei
per le aziende sanitarie locali

LA LISTA stilata dal Ministero della Salute, diversi i marchigiani presenti. Tra gli altri figurano i nomi di Gianni Genga, Michele Caporossi, Nadia Storti, Alessandro Marini e Antonello Maraldo. Non c'è quello del sub commissario dell'Av3 Daniela Corsi

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Daniela Corsi, direttrice dell’Av3

di Luca Patrassi 

Il Ministero della Salute ha appena pubblicato l’elenco dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del servizio sanitario nazionale. Decine di pagine zeppe di nomi e di indicazioni, molti erano già presenti nell’elenco scorso. Si attendevano, forse anche in Regione, new entry, ma non si registrano novità clamorose, neanche piccoline.

Tra i marchigiani presenti ci sono Alberto Carelli, Gilberto Gentili, Mara Buccolini, Gianni Genga, Michele Caporossi, Pierluigi Gigliucci, Alessandro Maccioni, Nicola Nardella, Riccardo Paoli, Giovanni Faccenda,  Fabrizio Trobbiani, Maria Capalbo, Nadia Storti, Alessandro Marini, Antonio Draissi, Roberto Grinta, Antonello Maraldo. poi c’è il lombardo Marco Gozzini attuale dirigente della Regione Marche. Non c’è l’attuale sub commissario dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi mentre è presente quello dell’Av5 Massimo Esposito che però può essere nominato nelle regioni con numero di abitanti inferiore a mezzo milione, e non è il caso delle Marche. Ovviamente può essere nominato chiunque in giro per l’Italia, purché presente nell’elenco citato.

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L’ospedale di Recanati

Per tornare alle cose di casa nostra, dunque alla Av3, sono tornate a fiorire le determine di proroga di incarichi a medici in pensione. Si scopre così che sarebbe in sofferenza di personale (non solo di pazienti, dunque) il punto di primo intervento e di lungodegenza dell’ospedale di Recanati cui è stato assegnato il dottor Diego Tummarello, classe 1946, al compenso di 60 euro l’ora per 30 ore settimanali e fino a giugno 2023. Stessa tipologia di contratto per Stanislao Pecorella, classe 1959, assegnato alla unità di Medicina dell’ospedale di San Severino. Proroga fino a giugno per l’attività vaccinale Covid 19 per Enrico Caraceni (classe 1953) e Benedetta Ferretti (classe 1957). Altra serie di proroghe, stavolta per un mese, a Paolo Manciola (classe 1951) al Pronto Soccorso Camerino/San Severino, a Massimo Rossi (1949) per il Pronto Soccorso Camerino/San Severino, a Gaetano Raccosta (1947) per Nefrologia di Civitanova, a Ludovico Ercoli (1954) per Malattie Apparato Respiratorio Macerata, Gilberto Sassaroli (1956) Anestesia e Rianimazione Camerino/San Severino, Raffaele Pontani (1948) Anestesia e Rianimazione Camerino/San Severino, Sergio Giorgetti (1957) Hospice San Severino, Terenzio Carboni (1955) Neurologia Macerata, Roberto Gobbato (1956) Neurologia Macerata. E’ invece a tempo indeterminato l’assunzione della dottoressa Claudia Cesari che era nella graduatoria del concorso per oftalmologia bandito dall’ Inrca. Infine assegnato l’incarico quinquennale di direttore di Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale al dottor Maurizio Catitti.                

 

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Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil

Intanto la Cgil di Macerata che prende posizione sul fronte dell’affidamento a una coop dei turni nei Pronto Soccorso degli ospedali maceratesi (leggi l’articolo) ed è una bocciatura senza riserve sotto tutti i profili. «Tale scelta – rileva il sindacato  – non è solo discutibile ma indicativa di mala organizzazione e programmazione in merito. Sarebbe infatti necessario intraprendere azioni forti per sopperire alla carenza di personale medico, agendo sia sotto l’aspetto economico che qualitativo nell’ambito del lavoro mentre invece vengono ancora banditi concorsi, nella maggior parte dei casi, a tempo determinato per l’assunzione di medici con il risultato di disincentivare i professionisti a frequentare questa Area Vasta». Quanto al volersi rivolgere alle cooperative private la Cgil osserva: «L’attività delle cooperative private avviene purtroppo spesso dentro un quadro di scarso controllo normativo con il rischio che non sia ben chiaro chi affluisce poi all’interno delle stesse. Il ricorso al privato rischia inoltre di incentivare l’erogazione di prestazioni di bassa qualità e risposte inappropriate al cittadino in quanto mentre nel pubblico è richiesta una specializzazione per svolgere la propria attività lavorativa nel settore dell’emergenza, la prestazione “acquistata” attraverso la cooperativa può essere erogata da un medico con solo un’ esperienza di un anno nell’organico del Pronto Soccorso utilizzando le deroghe previste dalla normativa emergenziale Covid». Le conseguenze secondo la Cgil: «Lo scenario che ci troveremo davanti sarà quindi quello di avere all’interno dello stesso servizio professionisti meno qualificati ma con un costo maggiore rispetto ai colleghi specializzati e dipendenti del servizio pubblico. Tutto ciò non può essere fatto passare come normale. Chiediamo che le risorse impiegate per privatizzare settori della sanità pubblica vengano invece investite per valorizzare ed incentivare i professionisti dipendenti del Sistema Sanitario pubblico, che deve essere salvaguardato come bene comune in grado di garantire l’universalità delle prestazioni a tutti i cittadini. L’emergenza medica non riguarda solo i Pronto Soccorso ma anche altre specialità e se non si avrà una visione lungimirante del sistema, una programmazione ed organizzazione adeguata si rischia di superare il punto di non ritorno. Occorre intervenire subito, il tempo è già scaduto».

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