di Alessandra Pierini
«Noi crediamo nella sanità pubblica e la vogliamo difendere». C’è tanta riforma sanitaria nelle dichiarazioni di fine anno, o meglio di inizio anno (era in programma il 30 dicembre ma è poi slittata ad oggi causa positività al Covid del presidente) di Francesco Acquaroli, presidente della Giunta regionale delle Marche. Sanità ma anche alluvione «uno tsunami che ha spazzato via tutto quello che ha trovato» e sisma per il quale «il 2023 è l’anno dei cantieri, ormai ci sono tutte le condizioni». E riguardo il Covid e le misure che il governo centrale sta iniziando a prendere: «Non c’è nessun allarme, la situazione è sotto controllo e facciamo grande attenzione a parlarne perché il Covid ha già fatto troppo male alla nostra economia. Se l’Istituto superiore di sanità ci comunica qualcosa lo faremo subito presente».
Conferme sull’ospedale di Macerata: «Risorse che vengono dalla ricostruzione e dovevano essere usate per l’ospedale esistente saranno dirottate sulla nuova struttura ospedaliera, nel 2023 andremo a gara per rendere esecutiva la progettazione. Per il 2025 se non ci saranno imprevisti si potrebbe iniziare con i cantieri. Più anni impieghiamo più i costi rischiano di lievitare».
La conferenza è stata organizzata per la prima volta in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti delle Marche, rappresentato dal presidente Franco Elisei che ha sottolineato i mutamenti della professione per poi chiarire: «Mai come ora l’etica dell’informazione può fare la differenza in questo universo di giornalismi, dove l’informazione rischia di mescolarsi con la comunicazione. E dove gli interessi in campo sono molteplici e spesso contrapposti».
SANITA’ E LE NUOVE AST – Acquaroli ha colto l’occasione per ribadire ancora una volta l’importanza della riforma sanitaria entrata in vigore proprio ieri che vede l’Asur dividersi in 5 Aziende territoriali locali: «E’ questo il nostro modo per iniziare un percorso verso un sistema più efficace ed efficiente. Chi si aspetta che con due mesi si riesca a costruire un modello sanitario diverso, sarà deluso. Siamo convinti che ci saranno vantaggi ma servirà tempo. Vogliamo difendere la sanità pubblica- ha detto – non vogliamo acquistare servizi per sopperire a una carenza ma strutturare una sanità all’altezza del proprio ruolo. Non è un caso che abbiamo destinato 9 milioni di euro alla medicina del territorio».
LE NUOVE AST E I COMMISSARI – Riguardo le Ast, il presidente ripercorre le scelte fatto basandosi anche sul passato. «Siamo passati da 13 Usl a una, ma questo non funzionava, oggi prevediamo un’area vasta intermedia che deve far dialogare i distretti. Su una logica di distretto di Area Vasta si possono trovare le risposte in maniera più equilibrata. L’organizzazione provinciale è molto diffusa in Italia, al contrario l’azienda unica era una delle pochissime rimaste e aveva perso il suo rapporto relazionale con uno squilibrio. Per i pronto soccorso spendiamo più per acquistare servizi di quanto spenderemmo per stabilizzare personale». Fondamentale nel tema sanità il discorso della carenza di medici. «Abbiamo cento medici di medicina generale in quiescenza, 110 borse di studio attivate e 70 adesioni, 30 medici non saranno sostituiti. Possiamo programmare per il futuro ma non possiamo affrontare noi la parte retroattiva».
Ad oggi i commissari delle Ast sono Nadia Storti (Ancona), Antonio Draisci (Macerata), Maria Capalbo (Pesaro Urbino), Roberto Grinta (Fermo) e Maria Capalbo (Pesaro Urbino). Prorogati i direttori di Inrca e Torrette. «Queste nomine – ha detto Acquaroli – presuppongono il confronto con Torrette e Ministero e le griglie mi sono state consegnate il giorno che mi sono ammalato, quindi essendo scelte importanti, abbiamo preferito rimandare avendo sviscerato tutte le professionalità».
CANTIERI E RICOSTRUZIONE – «Il 2023 può essere l’anno dei cantieri – ha dichiarato il presidente – ci sono tutte le condizioni. La ricostruzione fisica però non basta, le aree interne stanno soffrendo ed è importante che ci sia un progetto di eccellenza. Dobbiamo rimodellare questi territori perché siano competitivi. Noi chiediamo una regia univoca perché questa partita è una opportunità unica. Per essere attrattivi dobbiamo avere una strategia di area vasta. Il mio auspicio che ci sia una semplificazione burocratica». Riguardo l’operato del commissario straordinario Giovanni Legnini e il suo eventuale successore: «Il commissario Legnini, dopo 3 strutture commissariali con carenze enormi, ha saputo dare risposte con competenza, professionalità e dedizione. Il modello utilizzato va reso unico ma non l’ha scelto Legnini, l’ha scelto il governo. Guido Castelli ha tutte le carte in regola per fare, nei panni di commissario, bene come ha fatto da sindaco di Ascoli e da assessore della Regione»
ALLUVIONE- «L’alluvione è una ferita enorme per la comunità. Il governo ha capito che si è trattato di uno tsunami che ha spazzato via tutto ciò che ha trovato e ha stanziato 200milioni nell’immediato e 200 milioni per il 23-24 riconoscendo così come priorità il dramma che vivono gli abitanti della valle del Misa e del Nevola. Io sono stato nominato commissario dell’emergenza ma quello che ha fatto il governo ci impone di riflettere sulla ricostruzione e sulla mitigazione di rischi per un territorio. Questo ci ha indotto a chiedere una struttura commissariale che se ne occupi». Per quanto riguarda il suo ruolo di commissario per l’alluvione: «Dopo due anni mi vorrei occupare della programmazione e di quanto c’è da fare. Ricostruzione, alluvione e sisma chiedono molte energie».
La Regione ha anche stanziato fondi per erogare un contributo a chi ha perso l’auto o il furgone industriale nell’alluvione.
INFRASTRUTTURE – «L’interporto può essere da traino per il rilancio della struttura portuale e interportuale – ha sottolineato il presidente – Per l’aeroporto il 2023 può essere l’anno della svolta sia perché abbiamo superato la crisi pandemica, sia perché sono andate a buon fine le nuove mete europee tra cui Parigi e Londra sia per il via libera dell’Unione Europea per i voli su Milano, Roma e Napoli. Finora dovevamo andare a Bologna o Roma per poterci muovere ora riacquisiamo centralità sia per chi deve muoversi dalle Marche, sia per chi deve arrivare. Si tratta di infrastrutture costate centinaia di milioni di euro senza aver avuto ad oggi ritorno per l’economia e per la mobilità veloce».
Riguardo la Pedemontana delle Marche, Acquaroli evidenzia una accelerazione dei cantieri nel tratto Caldarola – Sarnano- Amandola – Servigliano. Terza corsia dell’A14 e alta velocità: «Mi confronterò con il ministro Matteo Salvini. Sarebbe già importante avere l’alta velocità tra Ancona e Roma. Altrimenti il rischio è di segnare due Italie: una servita e con tutte le opportunità e l’altra quella sul versante Adriatico che registra un grosso gap».
TURISMO – Quello del turismo è un settore che sta dando alla Regione grandi soddisfazioni. «Nonostante la guerra e la pandemia – evidenzia Acquaroli – i numeri in regione sono rilevanti e superiori ai livelli pre pandemici». Atim è diventata operativa per il rilancio.
CARLO URBANI – «E’ una vicenda di natura burocratica – taglia corto il presidente dopo le polemiche dei giorni scorsi – Le risorse ci sono e sono in capo al Consiglio regionale, se non saranno sufficienti vedremo di stanziarne altre. Il tema è se le risorse ci sono, faremo tutto quello che dovrà essere fatto. Mi spiace che si polemizzi in maniera pretestuosa su una figura come Carlo Urbani. Non abbiamo ereditato qualcosa che abbiamo smantellato».
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