Utilizzavano banconote da 500 euro, nonostante l’emissione di questo taglia taglio fosse cessata nel 2019, continuando comunque ad avere corso legale e potendo dunque essere utilizzate.
Le indagini avviate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, sono state avviate a seguito delle comunicazioni periodiche, pervenute dalla Banca d’Italia, con le quali vengono segnalate quelle banconote riconosciute come false dalla Commissione Tecnica della banca, e ritirate nella provincia dorica.
I finanzieri si sono concentrati sui componenti di un unico nucleo famigliare, per ricostruire la provenienza del denaro.
Tramite le consultazioni delle banche dati, accertamenti bancari, l’ascolto di persone informate e perquisizioni locali, si è appurato che negli ultimi anni, questo nucleo famigliare aveva avuto un inconsueto quantitativo di banconote da 500 euro. Una circostanza alquanto insolita, visto che due degli indagati percepiscono stipendi, da dipendenti, effettuati con bonifici bancari.
La ricostruzione operata attraverso tutti gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, ha permesso di risalire inoltre a chi si occupava dell’immissione delle banconote false, individuato in un cambiavalute con sede in medio-oriente.
L’operazione si è conclusa con tre decreti penali di condanna, nei confronti di altrettante persone implicate nella spendita delle banconote false.
Da inizio gennaio, le attività portate avanti in questo specifico settore, hanno permesso di sequestrare complessivamente 465 banconote per un controvalore di 21.220 euro, prevalentemente del taglio di 50 e 20 euro.
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