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Anno Giudiziario, il procuratore generale:
«Intercettazioni telefoniche fondamentali»
Ricordate le vittime dell’alluvione

ANCONA - Uno dei nodi del discorso di Roberto Rossi ha riguardato un tema politicamente caldo: «Chi interviene con modifiche in vari ambiti, tenga presente che di regola la parte più debole nel processo penale è la vittima del reato». Il presidente della Corte d’Appello, Luigi Catelli, ha fatto il punto sulla giustizia civile marchigiana. Cause in calo del 15%, ma quelle ultra biennali sono il 48,6%

L’Anno Giudiziario si è celebrato oggi al tribunale di Ancona

«Le intercettazioni telefoniche costituiscono un mezzo di prova fondamentale per individuare autori di reati, non solo per reati di terrorismo o mafia», così Roberto Rossi, neo procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, ha subito affrontato l’attuale tema riguardante il disegno di legge del ministro della Giustizia Carlo Nordio che sta vedendo anche diverse polemiche al riguardo.

Il procuratore generale Roberto Rossi

Lo ha fatto nel suo intervento all’apertura dell’Anno Giudiziario Marche, tenutosi al tribunale di Ancona.
Rossi ha spiegato che «la diffusione mediatica del contenuto di intercettazioni telefoniche, tanto più se riferite a persone che non sono soggetti neppure del procedimento penale, è un dato di inciviltà giuridica e si pone in contrasto con norme costituzionali. Non posso non rilevare che le stesse intercettazioni telefoniche – ha aggiunto – costituiscano un mezzo di prova fondamentale per individuare autori di reati, non solo per reati di terrorismo o di mafia. Chiunque di noi può fornire testimonianza che autori di gravi reati, dalla violenza sessuale alle rapine alle estorsioni e traffico di droga, sono stati individuati grazie a indizi delle intercettazioni telefoniche».
Il magistrato si è quindi augurato che chi «interviene con modifiche in vari ambiti, tenga presente che di regola la parte più debole nel processo penale è la vittima del reato, alle cui legittime aspettative di giustizia occorre corrispondere in maniera prioritaria fornendo, anche, alla polizia giudiziaria e alla magistratura, strumenti investigativi che abbiano il carattere dell’idoneità e dell’efficacia per individuare gli autori di reato, sempre nel rispetto delle garanzie difensive».

Al centro, il presidente della Corte d’Appello Luigi Catelli

L’occasione dell’Anno Giudiziario è servita anche per fare il punto per quanto riguarda la giustizia civile marchigiana.

Come anticipato dallo stesso procuratore generale, ecco che si registra una riduzione di pendenze per le cause in appello pari al 13%, scese da 5.387 a 4.814; e una durata media in discesa a 493 giorni. Un dato importante se si pensa che nel 2019 era di 664; nel 2020 di 718 e nel 2021 pari a 591. D’altro canto però, il presidente della Corte d’Appello Luigi Catelli ha dovuto illustrare i numeri, negativi, riguardanti “l’arretrato patologico”. Le cause ultra-biennali, seppur il dato sia in diminuzione, passando da 4.814 a 4.173, restano comunque il 48,6% del totale. Circa le cause pendenti nei tribunali civili marchigiani, si registra un -15%.

Inevitabile, al momento dell’apertura della celebrazione, ripercorrendo l’anno da poco conclusosi, non ricordare e rivolgere: «Un pensiero commosso alle famiglie delle vittime, di cui una ancora tragicamente dispersa» dell’alluvione dei fiumi Misa e Nevola. Catelli, nel rispetto delle indagini tuttora in corso, non ha espresso alcun giudizio sul ‘prima’ e il ‘durante’ di quelli che comunque ha chiamato «fruttuosi accertamenti» senza comunque mancare di rivolgere una «calorosa gratitudine ai generosi e instancabili professionisti del soccorso e dell’emergenza» rimarcando che «lo Stato esiste ed è capace di fare in ogni frangente il suo dovere» ricordando che «compito degli organi inquirenti è quello di fare presto, con scrupolo e professionalità, tutto ciò che è necessario per accertare le cause e le eventuali responsabilità di quanto successo».

Tra le autorità presenti alla cerimonia, durante la quale sono stati ricordati i magistrati Pino Fanuli e Francesca Ercolini, venuti a mancare lo scorso anno dopo aver dato «lustro e prestigio alla magistratura marchigiana»; erano presenti la procuratrice di Ancona Monica Garulli, il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il presidente del Consiglio regionale Dino Latini e il neo presidente dell’Ordine degli avvocati di Ancona Gianni Marasca.

Il procuratore generale Roberto Rossi

Un momento della celebrazione dell’Anno Giudiziario

Un momento della celebrazione dell’Anno Giudiziario

Un momento della celebrazione dell’Anno Giudiziario

Francesco Acquaroli

Lebboroni, Garulli e Marasca

Un momento della celebrazione dell’Anno Giudiziario

Un momento della celebrazione dell’Anno Giudiziario

 

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