facebook rss

«Non è scuola, non è lavoro»:
studenti uniti per Giuseppe Lenoci,
morto durante lo stage a 16 anni

ANCONA - Manifestazione davanti all’Ufficio scolastico regionale al grido di «Giustizia» per non dimenticare il giovane di Monte Urano, deceduto tragicamente il 14 febbraio dello scorso anno, a Serra de' Conti. La zia Angela: «Mio nipote non è salito in macchina volontariamente. Qualcuno gli ha detto di salirci, di andare a fare quello che ancora oggi non sappiamo. Stiamo aspettando risposte»

Un momento della manifestazione davanti all’Ufficio scolastico regionale

di Francesca Pasquali

“Giustizia per Giuseppe. Giustizia per ogni studente. Di scuola-lavoro non si può morire”.
C’è scritto così su uno degli striscioni esposti, oggi pomeriggio, davanti all’Ufficio scolastico regionale. Giuseppe era Giuseppe Lenoci, il ragazzo di Monte Urano morto il 14 febbraio dell’anno scorso in un incidente stradale. Aveva sedici anni, Giuseppe, e quel giorno non era andato a scuola. Stava facendo uno stage per l’alternanza scuola-lavoro in una ditta termoidraulica di Fermo. Quella mattina era salito su un furgoncino guidato da un 38enne, dipendente della dell’azienda, finito fuori strada a Serra De’ Conti, a centoventi chilometri di distanza.

Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil

«Uno studente morto sul lavoro prima ancora di diventare un lavoratore». L’ha definito così la zia Angela Lenoci in un messaggio inviato agli organizzatori della manifestazione in ricordo del ragazzo. «Mio nipote non è salito in macchina volontariamente. Qualcuno gli ha detto di salirci, di andare a fare quello che ancora oggi non sappiamo. Stiamo aspettando risposte», dice. E si appella al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e a quello degli Affari regionali, Roberto Calderoli, per «mettere le mani sulla riforma (dell’alternanza scuola-lavoro, ndr), fornire un programma formativo, allineato con le finalità di orientamento e formazione, creare un albo per i tutor e riconoscere lo status di studente, per distinguerlo dal lavoratore». «Non mi fermo, perché mio nipote merita giustizia. Aveva solo sedici anni», aggiunge la donna.

Sara Franchi, coordinatrice Rete Studenti Medi Marche

Per ora, l’unica risposta arrivata è quella della procura di Ancona che ieri ha chiuso le indagini sull’accaduto. Sotto accusa, per omicidio stradale, è finito il guidatore del furgoncino. Un esito che lascia con l’amaro in bocca gli studenti, scesi in strada nel pomeriggio di oggi.
«Quando il sistema è sbagliato alla radice, non ci deve essere accanimento su una sola persona», dice Sara Franchi. Per la coordinatrice della Rete degli studenti medi delle Marche, il fatto che «alcune famiglie che hanno perso i figli non riceveranno neanche un risarcimento perché manca la regolamentazione dello status dello studente-lavoratore in alternanza» è solo una delle tante prove della necessità di riformare il rapporto tra scuola e lavoro.

Gli studenti scesi in strada

Un rapporto difficile da controllare che «nelle Marche riguarda centinaia di migliaia di studenti». Un rapporto che, per la Cgil, necessita di «una profonda revisione». A partire dall’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro, che per il segretario regionale, Giuseppe Santarelli, dovrebbe essere eliminata.
«Va rimosso – spiega il sindacalista – il vincolo che in questi anni ha costretto l’avvio di progetti non adeguati alle vere esigenze della scuola. La scuola deve riappropriarsi del suo ruolo che non è quello di creare un esercito di riserve per le imprese». Monte ore da rivedere, più cultura della sicurezza per ragazzi e aziende e formazione per i tutor che seguono gli studenti gli altri step necessari secondo Santarelli che parla di «tante segnalazioni arrivate in questi anni al sindacato su rapporti di lavoro non corretti».

La manifestazione per Giuseppe Lenoci

Gli studenti si alternano al microfono. Dopo Franchi, tocca all’associazione studentesca Robin Hood, alla Gulliver e all’Officina Universitaria. Tutti ripetono che non si può morire imparando un mestiere, mentre si va ancora a scuola. Com’è successo a Giuseppe Lenoci un anno fa, al 18enne Lorenzo Parelli due mesi prima in provincia di Udine e al 18enne Giuliano De Seta tre mesi prima ancora in provincia di Venezia. Tre giovani vite spezzate quando avevano appena iniziato a sbocciare.

«Non chiamatelo incidente» Studenti in piazza per il 16enne morto durante uno stage

«Sarà difficile andare avanti senza di te» Palloncini bianchi per l’addio a Giuseppe Lenoci

Morto durante lo stage, indagato il conducente del furgone La ditta: «Giuseppe, una persona speciale»

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X