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Sos per le graduatorie di infermieri e oss.
La Regione chiede proroga al governo

ANCONA - Approvata all’unanimità una mozione del Pd per prolungare la validità da 2 a 4 anni. Domani l'assessore Saltamartini incontrerà i ministri Giorgetti e Schillaci: sul tavolo anche l'assunzione dei sanitari che hanno lavorato durante la pandemia. Ok dal Consiglio regionale alla nuova figura del sottosegretario: potrà partecipare, senza diritto di voto, alle sedute di giunta e a incontri e tavoli istituzionali, su incarico del presidente, e potrà rispondere alle interrogazioni

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Carlo Ciccioli (FdI), Maurizio Mangialardi (Pd) e l’assessore Filippo Saltamartini durante la seduta odierna

di Francesca Pasquali

Un atto urgente per prorogare di due anni la validità delle graduatorie di infermieri e oss. Lo chiede al governo il Consiglio regionale che oggi ha approvato all’unanimità una mozione del Partito democratico. Il testo, emendato durante la discussione in aula, impegna il presidente Francesco Acquaroli a chiedere all’esecutivo di modificare il Tupi (Testo unico pubblico impiego), prolungando la durata delle graduatorie dai due attuali a quattro anni.

Una questione particolarmente sentita nelle Marche, dove le graduatorie degli infermieri scadranno il 5 marzo e quelle degli oss il 5 agosto. Tempistiche che, oltre ai diretti interessati, allarmano i sindacati che lo scorso 20 febbraio hanno protestato sotto la sede della Regione. «Una posizione di questa assise che dà mandato ad assessore e presidente di porre alla Conferenza delle regioni il tema che al primo decreto utile sia inserita la possibilità di prorogare queste graduatorie ci sembra un atto dovuto», ha detto il capogruppo del Pd, Maurizio Mangialardi, primo firmatario della mozione. Per il quale, «per riattivare quei due tipi di concorso, ci vorranno tempi non compatibili con le necessità e le risorse di competenze umane e professionali di cui il nostro sistema sanitario ha bisogno».

È stata la riforma Madia ad accorciare i tempi di durata delle graduatorie, portandoli tra tre a due anni. Troppo pochi per assorbire i nomi in lista. La conseguenza – ha spiegato l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini – è «l’impossibilità per la Regione di assumere questo personale secondo il piano triennale del fabbisogno».

Domani mattina, Saltamartini incontrerà i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e della Salute, Orazio Schillaci. Due i temi sul tavolo: da una parte i sanitari in graduatoria, «che hanno vinto un concorso e hanno diritto di essere assunti», per assumere i quali servono tempi più lunghi, dall’altro il tetto di spesa legato al patto di stabilità che limita le assunzioni». Ma c’è anche altro. Perché, oltre agli aventi diritto che aspettano di essere chiamati, ci sono i sanitari della pandemia, «tante persone che hanno lavorato in epoca Covid e hanno maturato i requisiti per l’assunzione ma che, in presenza delle graduatorie, non possono essere assunti», ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli.

Nella seduta di oggi il Consiglio ha anche approvato la modifica alla statuto regionale che dà il via libera al sottosegretario alla Presidenza della giunta (leggi l’articolo), figura che avrà il compito di coadiuvare il presidente e gli assessori nello svolgimento dei loro compiti. Il sottosegretario potrà partecipare, senza diritto di voto, alle sedute di giunta e a incontri e tavoli istituzionali, su incarico del presidente, e potrà rispondere, su delega, alle interrogazioni in Consiglio. Una figura che per Ciccioli, relatore di maggioranza, «va a supplire gli effetti della legge di riforma dei governi regionali che, nelle Marche, ha portato alla riduzione degli assessori da otto a sei, con una conseguente concentrazione di deleghe che impedisce di seguire le singole questioni». Il sottosegretario potrà essere nominato tra i consiglieri regionali o al di fuori dell’assise. Nel primo caso non sono previste indennità aggiuntive, nel secondo è previsto un corrispettivo.
Altra novità introdotta dalla riforma dello statuto sono le deleghe ai consiglieri che potranno essere assegnate dal presidente della Regione. I consiglieri delegati potranno partecipare alle sedute di Giunta, nel caso in cui si discutano temi attinenti alle loro deleghe, ma non avranno diritto di voto. Due gli emendamenti proposti dal Pd: il primo chiedeva di far ricadere la scelta del sottosegretario solo tra i consiglieri regionali, il secondo, nel caso in cui il sottosegretario fosse un esterno, di farlo votare in giunta. Entrambi gli emendamenti sono stati bocciati. «Una scelta profondamente sbagliata – per il gruppo dem – che si pone in contrasto con le normative vigenti in materia di contenimento della spesa pubblica e con le stesse disposizioni costituzionali».

«Il centrodestra marchigiano – spiegano i consiglieri del Pd – continua a sprecare fiumi di denaro pubblico nella creazione di ruoli e incarichi, tra l’altro particolarmente remunerativi, con il solo scopo di gratificare la pletora di candidati che alle scorse elezioni regionali non sono riusciti a essere eletti in consiglio». Da qui, l’«immediato ricorso al governo affinché impugni il provvedimento, confidando anche che la Corte dei conti ponga d’ufficio il tema della sua dubbia legittimità costituzionale nel giudizio di parificazione dei rendiconti regionali”.

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