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Strage di Corinaldo, Fedez in aula:
«Cachet alto, biglietti bassi e posti limitati:
lo scenario peggiore» (Foto/Video)

ANCONA - Il rapper ha testimoniato, prima di Sfera Ebbasta, nel processo bis sulla tragedia della Lanterna Azzurra, ha confermato le parole dette subito dopo i fatti e ha parlato dello spray al peperoncino come di «malsana moda» nei concerti trap. Prima di entrare in aula si è fatto una foto con Paolo Curi e sua figlia, che quella notte del dicembre 2018 persero una moglie e una mamma, Eleonora Girolimini
Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini, la giovane mamma morta nella strage di Corinaldo

di Alberto Bignami (foto e video di Giusy Marinelli)

Cappotto lungo, nero, Fedez si è presentato questa mattina per essere ascoltato come testimone per la strage di Corinaldo, avvenuta alla Lanterna Azzurra nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018. Il rapper, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia, è entrato in aula alle 10,30, dopo essere passato da un ingresso secondario. Come Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, è stato ascoltato dai pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, nell’ambito del processo bis che mira a delineare eventuali responsabilità sulla sicurezza e sulle carenze strutturali del locale dove, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, persero la vita cinque minorenni e una mamma.

Prima di entrare in aula, Fedez ha fatto una foto proprio con Paolo Curi e sua figlia. Paolo, era infatti il marito di Eleonora Girolimini, la giovane mamma che morì quella notte nella tragedia alla Lanterna Azzurra. Quella notte in cui, insieme a Eleonora, avevano accompagnato entrambi la figlia più grande al concerto di Sfera Ebbasta. «Fedez si è dimostrato una persona molto umana – ha detto Curi – ha chiamato mia figlia per fare una foto e le ha dedicato un po’ di tempo. Una cosa importante per dei bambini che hanno sofferto così tanto».

Le domande sono state incentrate sul locale di Corinaldo, teatro della tragedia, e sulla ‘malsana moda’, come l’ha definita lo stesso Fedez, dello spray al peperoncino utilizzato durante i concerti o djset. Domande che hanno preso spunto da un’intervista rilasciata poco dopo i fatti di Corinaldo nella quale il cantante ricordava due djset «Che ai miei tempi duravano 20 o 30 minuti, e in alcuni casi era possibile anche fare foto e autografi». Eventi avvenuti nel 2015 e nel 2016.

Moda dello spray che sarebbe legata alla musica trap. «Quando esplose questa malsana usanza di usarlo – ha detto Fedez -, non avveniva nei miei concerti ma vedevo che ne erano coinvolti alcuni artisti trap. Era sicuramente un tipo di ‘usanza’ molto conosciuta, una malsana moda che ricordo coincideva con un concerto mio e di J-Ax, quattro o cinque anni fa. C’era tensione, e si cercavano sempre negli zaini questi spray».

Successivamente, basandosi su un’intervista in tv durante la quale il rapper aveva parlato dello “scenario peggiore” accaduto la sera della tragedia a Corinaldo, ecco che in aula, rispondendo ai pm, ha confermato il senso delle sue parole a proposito del prevedibile sovraffollamento del locale: «Cachet alto, spesa bassa per i biglietti, come possono essere ’20 euro’; e capienza limitata come, ad esempio, ‘500 posti’». Dunque, approfondendo, «se il proprietario di un locale paga per un dj set anche 50mila euro, e il prezzo per il biglietto è sui 20 euro, quel locale verrà riempito il più possibile. E’ mera logica» perché sarà necessario recuperare le spese e guadagnare. Quindi, che il locale potesse essere pieno, era assolutamente prevedibile.

Lanterna Azzurra che però anche Fedez aveva conosciuto «Vi ho fatto due serate, ma non ho ricordi. Deduco quindi che sia andata bene, senza problemi di alcun tipo». Serate che avvennero nel 2015, con la vendita di 486 ticket, quindi nel 2016 con 586. Dunque: « Circa l’organizzazione – ha aggiunto – La Lanterna non rientra nella documentazione dei miei ricordi mentali, come date gestite male».

Shablo arriva al tribunale di Ancona

Successiva la testimonianza del manager di Sfera Ebbasta, Shablo, al secolo Pablo Miguel Lombroni Capalbo, durante la quale è stato ribadito quanto poi successivamente è stato riferito anche dal trapper: «Definiamo gli accordi: se sono compresi anche gli autografi e le foto, e in che numero, così come altre cose che riguardano l’esibizione. Se un locale c’è, è perché è a norma».
Nel primo pomeriggio ha poi testimoniato anche Sfera Ebbasta. Sia il rapper che il trapper, si sono poi allontanati a bordo di due van con i vetri completamente oscurati, parcheggiati in un’area interdetta e coperta al pubblico.

(ultimo aggiornamento alle 19,30)

Strage di Corinaldo, Sfera Ebbasta: «Forse si sarebbe potuta evitare con i dovuti controlli»

 

 

 

 

 



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