“Ai territori colpiti dal sisma non serve retorica, serve concretezza”. E proprio della concretezza invocata dall’ex premier Enrico Letta, presidente del comitato scientifico della Fondazione Aristide Merloni, si è discusso oggi a Portonovo per la riunione del “think tank” intitolato all’imprenditore fabrianese. Progetti di fattibilità finanziati dalle massime realtà economiche internazionali, marketing territoriale e iniziative culturali di ampio respiro: questi gli ingredienti chiave della rinascita dell’Appennino marchigiano secondo il programma di interventi lanciato dalla fondazione Aristide Merloni nella riunione del comitato scientifico, in corso a Portonovo di Ancona fino al 22 luglio. Il summit, convocato da Francesco Merloni ed Enrico Letta (vedi la video intervista) vede riuniti 13 personalità come Sultan Al Mansoori, Joaquin Almunia, Chen Zhimin, Maria Chiara Carrozza, Ferruccio de Bortoli, Andrea Gavosto, Giovanni Gorno Tempini, Daniel Gros e Luigi Gubitosi e i due precedenti presidenti del comitato, Giuseppe De Rita e Romano Prodi. Ospite d’onore Irina Bokova, direttore generale Unesco. “Obiettivo di ‘Rinasco’ non e’ solo ricostruire le realta’ dell’Appennino come erano prima del sisma, ma riorganizzare in modo coerente un territorio attraverso le competenze innovative fornite dalla tecnologia – ha detto Francesco Merloni -. L’idea e’ intervenire in modo strutturale sull’economia locale, accompagnandola nei processi di crescita. Questo obiettivo diventa ancora piu’ determinante dopo la crisi del sistema bancario marchigiano che ha influito sul microcredito locale, una situazione che il terremoto ha acuito in maniera drammatica privando le imprese di un sostegno fondamentale”. Attraverso la ricerca Censis coordinata da Giuseppe De Rita, sono stati individuati dieci gruppi sociali su cui investire per la ripartenza delle attività economiche; a guidare il processo di ricostruzione è la consapevolezza che le politiche territoriali e il professionismo possono incidere sullo sviluppo economico di una regione. Amministratori locali, comunità scolastiche, immigrati, pendolari, proprietari di seconde case, artigiani, allevatori, agricoltori, turisti dei sentieri spirituali e dei borghi sono i gruppi d’interesse (le cosiddette “tribù”) trasversali al territorio e su cui si è scelto di lavorare per la ricostruzione: l’obiettivo è far uscire l’Appennino dall’isolamento attraverso partenariati con grandi realtà economiche nazionali e internazionali. Sono già state sensibilizzate Granarolo per gli allevatori, Ferrero per gli agricoltori, Hurry e Mapei per l’home sharing. Il progetto sarà lanciato ufficialmente ad ottobre in una conferenza programmatica. Ferrero investirà nella coltivazione di nocciole destinate agli impianti di trasformazione piemontesi, un’iniziativa fuori dalla logica del ritorno immediato degli investimenti poiché questo tipo di coltivazione impiega 5 anni prima di essere a regime. L’Italia è il secondo produttore al mondo di nocciole dopo la Turchia, che però ha una produzione 5 volte maggiore. Granarolo opererà con gli imprenditori locali per il ripristino degli allevamenti di vacche nutrici, patrimonio che in Europa negli ultimi 15 anni è sceso dell’1,6% con picchi in Italia del 23,6. Il valore aggiunto di queste operazioni è l’uso consapevole di strumenti tecnologici e competenze zootecniche per il risparmio energetico e il monitoraggio a distanza dei capi. A legare questi progetti, è l’utilizzo di tecnologie smart e agili come quelle dell’Internet of Things, risolutive in tempi brevi e pertanto sostanziali per dare risposte immediate alle esigenze dell’area. Il punto di forza delle diverse iniziative è la loro replicabilità, necessaria non solo per la ricostruzione di zone colpite da eventi sismici o calamità, ma potenzialmente utile in tutti i contesti dove si manifesta la necessità di soluzioni innovative che vanno verso l’inclusione sociale. Le stesse linee guida orientano le mappe dinamiche per la sicurezza del territorio e l’Health Point, i due progetti che partiranno operativamente sabato 22 luglio. Le mappe nascono da una collaborazione tra e-distribuzione (società del Gruppo Enel che gestisce la rete di bassa e media tensione) e Ericsson: si tratta di una piattaforma di condivisione delle informazioni in grado di fornire in tempo reale dati sulla posizione di elementi critici per i servizi del territorio, utili in caso di emergenza. L’Health Point nasce dall’esigenza di sopperire alla carenza di strutture sanitarie e ospedaliere della zona: il presidio, realizzato in collaborazione con Namirial, permetterà di svolgere esami clinici attraverso dispositivi innovativi, monitorando risultati e terapie a distanza. A novembre partiranno a Fabriano i corsi della Scuola di Management, nati da una collaborazione tra Fondazione Merloni, Università Politecnica delle Marche, LUISS Business School e Fondazione Marche. Il progetto è partito in via sperimentale all’inizio del 2017 su 20 imprese dell’area terremotata, a ognuna delle quali è stato affidato un tutor per promuovere i prodotti delle aziende attraverso il social media marketing e aprirle così a un mercato più ampio.
L’iniziativa è stata annunciata in simultanea da Francesco Merloni a Portonovo e da Francesca Merloni a Fabriano, avrà una durata di 4-6 mesi e sarà rivolta a 60 studenti, che verranno formati sulle attività di tutorship per micro e piccole imprese su due aree: gestione organizzativa e web marketing. L’ultimo ambito d’intervento per la rinascita delle Marche è la cultura, con progetti capaci di rendere il territorio nuovamente attrattivo dal punto di vista turistico. Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO, questa mattina ha visitato Fabriano, Città Creativa UNESCO per l’artigianato e le tradizioni polari, insieme con il ministro per i beni culturali Dario Franceschini. Il centro marchigiano, l’unico di medie dimensioni in un contesto che raccoglie in Italia Roma per il cinema, Torino per il design, Bologna per la musica e Parma per l’enogastronomia, ospiterà nel 2019 il XIII meeting annuale delle Città Creative dal tema “Creatività e Sostenibilità”. Nel 2018 inoltre, Fabriano accoglierà la scultura dell’“Amore e Psiche” di Antonio Canova, originale proveniente dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e messo in relazione con una copia lignea rinvenuta tra le macerie di San Ginesio, miracolosamente scampata al sisma.
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