di Antonio Bomba (foto di Giusy Marinelli)
Il primo confronto tra i 6 candidati a sindaco di Ancona è andato in scena questo pomeriggio al teatrino di San Cosma. Oggetto del contendere l’ambiente, la sostenibilità e la tutela del verde e dell’ambiente marino. Promotrice dell’evento l’associazione Italia Nostra.
Dicevamo 6 candidati ma, in effetti, al primo sestello, ve ne erano soltanto 5 dato che Marco Battino di Ripartiamo dai Giovani era assente per impegni di lavoro. E così, in ordine alfabetico, Roberto Rubegni (Europa Verde), Francesco Rubini (Sinistra) Daniele Silvetti (Centrodestra) Ida Simonella (Centrosinistra) ed Enrico Sparapani (Movimento 5 Stelle) hanno risposto alle domande loro poste rispettando più o meno sempre il tempo imposto di 3 minuti.
In molti si attendevano uno scontro duro e senza sconti. Con Altra Idea di Città, Europa Verde e Movimento 5 Stelle a giocare in casa e Progetto Ancona e centrodestra costretti ad una insidiosa trasferta con Silvetti nel doppio ruolo di candidato sindaco e attuale presidente del parco del Conero. In realtà i toni e i modi sono stati sempre pacati anche se qualche frecciatina qua e la non è mancata. Giocoforza però, oggetto delle maggiori critiche, spesso indirette a volte no, sono finiti con l’essere il centrosinistra e in particolare Ida Simonella che da 10 anni è assessora delle giunte Mancinelli (con tanto di delega al porto). I fendenti più diretti sono arrivati da Francesco Rubini, unico in corsa per la poltrona di primo cittadino ad essere da 10 anni in consiglio comunale, all’opposizione, che più volte ha fatto notare come le mozioni poste in tema ambientale non siano mai state approvate dalla maggioranza, spesso col supporto del centrodestra: «È bene ribadire chi parla e chi ha fatto fatti. Questa città ha la sua storia. Ed è bene ripercorrerla e capirla altrimenti siamo qui, ma diventa tutta una finzione». A contro-bilanciamento, Simonella ha fatto risposto a lui e a tutti gli altri che «Chi governa si prende la responsabilità delle proprie scelte. Stare all’opposizione è più facile. Non lo dico tanto io quanto la presidente del consiglio Giorgia Meloni» prima e poi «Diffidate da chi vi propone piani e soluzioni a 20 anni perché significa che non sanno cosa fare da qui a 5 anni». Per lei, in conclusione, non è mancato qualche coro di disapprovazione ma a onor del vero ha ricevuto anche diversi applausi.
A moderare il dibattito dando di volta in volta parola a ciascuno dei candidati è stato Maurizio Sebastiani.
Entrando nello specifico delle domande poste ai cinque presenti, non può essere trascurato come tutti i protagonisti della corsa elettorale più lunga della storia dorica concordino che per l’ambiente e la sostenibilità va fatto sempre di più. Ognuno proponendo le proprie soluzioni. Ciò che è risultato assai più divisivo, come era prevedibile, è stata l’Area Marina Protetta e la sua attuabilità in primis e il banchinamento del molo Clementino in seconda istanza.
Completamente favorevoli all’Area Marina sono Rubegni, Rubini e Sparapani. Contrari invece Simonella e Silvetti con quest’ultimo che dichiara «Nessun pregiudizio contro l’Amp ma non possiamo non valutare il contesto antropico e storico entro cui ci muoviamo. Sussisterebbero anche pericoli di incolumità pubblica. Ed è già difficile garantire la funzionalità dell’Ente Parco, pensate l’Area Marina. Apprezzo tuttavia l’idea in termini assoluti». «La questione è quantomai complessa – ritiene Simonella – perché per ambiente e biodiversità esistono già tutele e strumenti, ma vanno fatti funzionare meglio. L’Amp è utile in molti contesti ma non nel nostro che è già fortemente antropizzato e sviluppato. E poi ha la particolarità che va regolamentato successivamente alla sua istituzione, non prima. E questa cosa crea incertezza». «La nostra – apre il fronte del sì come punto identitario Rubini – è una piena adesione all’Area Marina Protetta. Ci siamo battuti per essa da tempi immemori dentro e fuori il consiglio comunale. È un buon modo, poi, anche per andare incontro al turismo e ai cambiamenti climatici. E sì – conclude un pò ironico – si potranno pescare comunque i moscioli». «Mi fa venire il mal di fegato – spiega tra il sarcastico e l’affranto Rubegni – perché con Slow Food sono stato tra i fondatori del relativo comitato a supporto nel lontano 2014. Il Conero deve essere protetto, ce lo dice l’Europa che tra poco aprirà una procedura di infrazione e comminerà la relativa multa. Si deve infine capire che l’Amp è una opportunità e non un costo e a tal proposito mi spiace non si sia mai voluto fare un referendum in merito». «Con l’Amp – aggiunge Sparapani – si possono creare anche parchi sommersi. Erano tutti contrari anche al parco del Conero e adesso ne sono tutti entusiasti. Sarebbe la stessa cosa con l’Area Marina Protetta».
La prima domanda tuttavia era stata su come rendere la mobilità più sostenibile e se i candidati erano d’accordo sulla metropolitana di superficie e sulla zona Ztl in centro. Completamente favorevole Rubini che vede la prima come «Ideale congiunzione tra il nord e il sud della città, con lo scalo ferroviario del porto che va assolutamente riaperto» e sulla la Ztl «È ormai impensabile che tutti vogliano arrivare in pieno centro con mezzi privati. Per favorire questo processo occorrerà potenziare il servizio di trasporto pubblico e creare parcheggi scambiatori». Sulla stessa lunghezza d’onda Rubegni il quale aggiunge che «Occorre ripensare l’intera viabilità e invertire la rotta per migliorare l’aria e la vita di tutti gli anconetani». «Il Pums – si aggrega Sparapani – va integrato con il Piano Regolatore». «Tutto il tema è trattato – spiega Simonella – dal piano di mobilità sostenibile che stiamo portando avanti. Abbiamo autobus elettrici, dobbiamo solo completare l’anello filoviario con il passaggio in galleria. Inoltre i parcheggi scambiatori di Verrocchio e piazza d’Armi aiuteranno chi viene da fuori città a lasciare lì l’auto e ad utilizzare i mezzi pubblici». Favorevole alle due misure Silvetti «Sia per la qualità della vita che per riattivare le attività commerciali del centro. Rientra già tutto nel nostro progetto di ‘Grande Ancona’ che va da Falconara alla riviera del Conero».
La seconda domanda ha visto i nostri protagonisti rispondere al quesito: ‘Cosa fare per il verde in città e il rispetto di tutte le normative vigenti?».
«Siamo d’accordo – inizia Rubegni – che in città vi debba essere più verde e più cura di esso. Ma tutto passa anche dalla collaborazione dei cittadini. Vogliamo poi il parco del Cardeto inserito nell’area del Conero». E ancora «Un albero piantato per ogni neonato? Benissimo, ma siamo comunque per una riforestazione di tipo efficace». «Per noi del M5S – è il turno di Sparapani – serve una mitigazione delle isole di calore come è quella di piazza Pertini. Serve poi un censimento di tutte le piante, non solo quelle in manutenzione. Infine occorre creare centri di interesse all’interno dei vari parchi, con tanto di bar e strutture veloci». «Recepisco interamente – risponde Simonella – gli impegni sul tema. Il regolamento sul verde urbano però va prima redatto e poi approvato tenendo conto delle indicazioni del Pia e ‘sfruttando’ i patti di collaborazione sulla gestione dei beni comuni». «Riteniamo – specifica invece Silvetti come a volersi distaccare dagli altri – che si debba parlare di verde in termini specifici e non assoluti. Servono quindi opere concrete e non ideologiche. E pure noi siamo favorevoli all’inclusione del Cardeto nel Parco del Conero con le associazioni ambientaliste che potrebbero aiutare e collaborare nei parchi stessi». «In consiglio comunale – parte con il primo degli affondi Rubini – la nostra proposta sul verde urbano fu bocciata in consiglio comunale. Occorre capire che il verde non è un costo ma un investimento».
La terza domanda è stata sul già citato Pia, redatto dal professor Bonifazi, e la sua importanza.
«Dal Pia è emersa una mole di dati veramente importante – testimonia Sparapani – e i Cinque Stelle da tempo hanno chiesto un monitor informativo sulla qualità dell’area a piazza Cavour in modo che chiunque possa vedere come si vive e cosa si respira. Poi servono più centraline. E invece ce ne era solo una, immersa negli alberi, e quindi poco attendibile a cui poi ne è stata aggiunta un’altra alla stazione». «Ci siamo assunti le nostre responsabilità – dichiara Simonella – assieme a regione Marche e Autorità Portuale. Il Pia è molto utile per le analisi sugli scenari futuri del porto. E lo spostamento dei traghetti dalle banchine 8 e 11 è una cosa molto positiva. Mi fa strano – questa volta è lei che controbatte agli altri – che si parli di Penisola come soluzione perché ci vogliono minimo 5 anni e poi va inserita nel piano regolatore del porto. In tutto ci vorranno 20 anni. Nulla in contrario – specifica – alla penisola, Anzi. La sostengo dai tempi dell’Istao ed è un progetto a cui ho lavorato, ma nel breve che si fa?». «Il Pia è uno strumento importante – rimarca Silvetti – anche per capire dove va lo sviluppo della città e del porto. Il nostro impegno è pertanto quello di portare avanti gli studi in merito». «Il Pia – inizia il lungo intervento Rubini – è a disposizione della politica. Determinati valori medi rilevati, del tutto in linea con leggi e normative vigenti, sono però doppi se non tripli rispetto a quelli massimi previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non a caso le morti premature correlate sono stimate in 750 all’anno. Servono pertanto più centraline di controllo dell’aria. Per noi la qualità dell’aria e la salute dei cittadini vengono prima degli interessi lobbystici e privati». «Il Pia – si accoda Rubegni – ci dice dove siamo e ci indica dove dobbiamo andare in un processo di completa rigenerazione urbana e transizione ecologica. Servono pertanto più comunità energetiche e la riqualificazione degli esercizi pubblici».
La penultima domanda ha riguardato le banchine del porto e in particolare quella del molo Clementino che dovrebbe ospitare navi da crociera a breve.
«Per spostare le banchine servono anni – fa notare Simonella – e la banchina Marche al momento nemmeno esiste. Poi, spostare la viabilità ‘sottomare’ permetterebbe la pedonalizzazione di via della Loggia» e sul tema del banchinamento del Clementino «Noi siamo a favore delle crociere. Non li consideriamo ecomostri. Sono navi tecnologicamente all’avanguardia. Che poi – si toglie un bel sassolino dalle scarpe – sono ecomostri quando attraccano ma non quando vengono costruite. Perché la Fincantieri è un bel bacino di voti». «Dobbiamo porci – è l’opinione di Silvetti – obiettivi ambiziosi ricordandoci però del passato. Siamo pertanto favorevoli dal liberare il porto antico dai traffici commerciali, ripartendo però dai progetti che da anni sono chiusi nei cassetti. Siamo dunque favorevoli alla Penisola. A Tal proposito sono già stati avviati contatti con il viceministro Rixi. E – infine – diciamo sì alle crociere perché il porto deve essere competitivo sotto ogni aspetto». «Come si può – è il parere diametralmente opposto ai due precedenti di Rubini – parlare di difesa del porto se si permette per 52 anni il banchinamento del Clementino con oltre 100 attracchi, migliaia di persone e relativi parcheggi e strutture da costruirvi accanto? Siamo però favorevoli allo spostamento immediato di altre banchine, a patto che ci si spieghi modi e tempi di costruzione dei pontoni, senza dei quali nessuna nave può attraccare». «Siamo favorevoli alla banchina Marche a patto che si rispetti il principio di precauzione» è l’idea di Rubegni il quale poi prosegue ironico «Nemmeno tra sessanta anni sarà possibile considerare una buona cosa per un porto storico il banchinamento del Clementino. Viceversa vogliamo che il porto diventi un attrattore di socialità». «La Banchina Marche è vicina all’uscita nord dunque ci vede favorevoli, mentre le navi al molo Clementino non è una cosa attuabile» è il punto di vista di Sparapani. «Anche perché – aggiunge e conclude allo stesso tempo – sempre secondo la Cna ogni crocierista spende in media 25 euro. Ergo non vi è ritorno economico».
Infine ognuno dei 5 ha spiegato perchè un elettore dovrebbe votare a lui e non agli altri.
Tra le circa 100 persone presenti, molti candidati al prossimo consiglio comunale, qualche assessore, membri ed esponenti vari dei partiti e delle civiche che caratterizzano la vita politica della città.
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