Dopo la visita all’aeroporto ‘Sanzio’ di Falconara e dell’interporto di Jesi, avvenuta ieri e alla quale hanno preso parte il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, insieme ai viceministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami e Edoardo Rixi; oggi è stata la volta dello scalo dorico.
Prosegue dunque l’iter per il Polo Intermodale Marche.
Questa mattina, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo, ha presentato al vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, una proposta di trasformazione per una visione contemporanea e del futuro, del porto di Ancona, durante l’incontro che si è svolto nella sede Adsp, alla presenza del governatore Francesco Acquaroli; dell’amministratore delegato di Mercitalia Logistic, Gianpiero Strisciuglio, del presidente di Interporto Marche, Massimo Stronati, dell’amministratore delegato dell’Aeroporto internazionale di Ancona, Alexander D’Orsogna, delle autorità civili e militari e di tutto il cluster portuale.
«La proposta dell’Autorità di sistema portuale – è stato reso noto – è di realizzare una penisola nel porto commerciale, tra le banchine dedicate a questi traffici, e la diga foranea. La penisola e lo specchio acqueo antistante – hanno proseguito – saranno destinati ad accogliere il traffico traghetti Ro–Ro e Ro–Pax, sia in risposta alla crescente domanda di accosti che connota questa tipologia di traffico nel porto di Ancona, sia per garantirne il progressivo allontanamento dal porto storico. Il valore aggiunto del progetto – è stato sottolineato – è di avere sei nuovi accosti per le Autostrade del Mare, dotati di adeguata lunghezza di banchina e dimensioni di piazzale, raccordati alla viabilità stradale e alla rete ferroviaria e realizzati in un contesto di sviluppo sostenibile delle infrastrutture, parte del Polo intermodale delle Marche».
Il completamento del sistema delle opere esterne di difesa a mare della penisola garantirà un’adeguata protezione dal moto ondoso rispetto ai bacini interni e l’adeguamento dei moli e delle banchine del porto storico per l’accosto di unità navali, più compatibili con il contesto urbano. Fra i vantaggi della costruzione della penisola, che traduce gli obiettivi di sviluppo indicati del documento di pianificazione strategica di sistema in fase di completamento, ci saranno la riorganizzazione fisica e funzionale delle zone retrostanti, così da consentire lo sviluppo della cantieristica e del diporto nautico, con un impatto positivo anche sulle attività di dragaggio già previste dall’Adsp.
«Lavoriamo a un’opera strategica per il porto di Ancona – ha affermato Garofalo -; un nuovo terminal per uno scalo moderno, attuale, funzionale ai presenti e futuri sviluppi del mercato e dei traffici marittimi internazionali che lo caratterizzano, con le infrastrutture necessarie ad essere sempre più competitivo. Un porto – ha proseguito – che cerca di sfruttare ancora di più le opportunità offerte dalla sua posizione baricentrica nel mare Adriatico, scalo di riferimento delle Autostrade del mare, della rete centrale Ten-T e dei corridoi europei Scandinavo-Mediterraneo e Baltico-Adriatico».
Garofalo ha poi aggiunto che lo scalo anconetano «ha necessità di aumentare le sue superfici operative, piazzali e banchine, e lo può fare dal mare, partendo da un’idea del 2005 che vogliamo riprendere e rilanciare in maniera ancor più innovativa e in linea con uno sviluppo caratterizzato dalla sostenibilità ambientale, fattore fondamentale per migliorare il rapporto fra la città e il porto».
Il vice ministro Rixi ha spiegato come «In questi giorni ho visitato l’aeroporto di Falconara, l’interporto di Jesi e il porto di Ancona. C’è un modello logistico da potenziare e in parte da ricostruire per cui il Governo – ha rimarcato – mette a disposizione i propri tecnici, le proprie risorse e le proprie società come Mercitalia, Ferrovie italiane e Anas. Le priorità sono l’ultimo miglio, il collegamento alla rete ferroviaria e alla rete stradale del porto di Ancona, riuscendo a bypassare il centro abitato, ma anche il potenziamento del sedime portuale con un nuovo piano regolatore che possa consentire nuovi spazi per un utilizzo maggiore dello scalo che ha un grande potenziale da gestire sulle autostrade del mare – ha sottolineato – e sui cambi geopolitici nelle aree dei Balcani e nell’est Europa che porteranno nuovo traffico sulla sponda orientale del Paese».
L’iniziativa è stata inserita fra le attività del progetto Susport, finanziato dal programma europeo Italia-Croazia, che ha l’obiettivo di promuovere la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica dei porti italiani e croati al fine di rafforzarne la sostenibilità e la competitività, accelerando le iniziative locali di transizione energetica e climatica.
Il Polo Intermodale Marche sempre più vicino: sopralluogo di Acquaroli, Rixi e Bignami
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