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Cocaina, hashish e una pistola:
arrestato il fornitore di droga
dello spaccio nell’hinterland Anconetano

ANCONA - I poliziotti della Squadra Mobile, Sezione Antidroga, hanno effettuato una serie di lunghi appostamenti e pedinamenti partendo da Falconara. Sequestrati otto etti di sostanza stupefacente per un valore di oltre 14mila euro. Rinvenuta anche un'arma alterata completa di munizionamento e ulteriori proiettili a testa cava, con effetto dirompente. L'uomo, un 43enne albanese, si trova ora rinchiuso nel carcere di Montacuto

L’arma, la droga e il materiale sequestrato dalla polizia

Mezzo chilo di hashish suddiviso in quattro panetti e tre etti di cocaina purissima, in sette involucri, nonché una pistola calibro 9 completa di proiettili a testa cava, dunque con effetto dirompente, senza matricola e con ulteriore munizionamento.
E’ l’esito dell’operazione svolta dai poliziotti della Squadra Mobile, sezione Antidroga, della questura di Ancona, al comando del dirigente Carlo Pinto, dopo una serie di attenti e incessanti servizi di osservazione, conclusasi sabato a Falconara.

La parola ‘fine’ è stata messa dopo appostamenti e pedinamenti, fatti anche di notte, che ha visto finire in carcere un albanese di 43 anni ritenuto il capo di una fitta rete di spacciatori di cocaina e hashish, insediatasi nell’hinterland della provincia di Ancona.
Durante le fasi della perquisizione, avvenuta per tutta la giornata di sabato, anche con l’ausilio delle Unità Cinofile della questura; gli investigatori, oltre al quantitativo di droga, hanno rinvenuto dunque la pistola ‘clandestina’, completa di caricatore rifornito con 7 cartucce calibro 9, tutte potenziate con ogiva a testa cava, nonché altre 14 cartucce di scorta.
La pistola era alterata: per metà una scacciacani, la canna proveniva invece da un’arma a tutti gli effetti. I due pezzi erano stati quindi abilmente assemblati in modo tale da non renderla rintracciabile.

Le ricerche effettuate dalla polizia insieme ai colleghi delle Unità Cinofile

Oltre a quanto rinvenuto nella prima fase della perquisizione, i poliziotti dell’Antidroga, hanno trovato e sequestrato anche banconote per un totale di 450 euro, ritenute provento dell’attività di spaccio.

L’uomo, già noto alla questura per reati di spaccio, estorsione, evasione, resistenza a pubblico ufficiale, era considerato un vertice della catena di spaccio di droga ad Ancona e del suo hinterland. Infatti, da quanto appreso durante la fase investigativa, era solito rifornire direttamente i pusher locali, non occupandosi dello spaccio al dettaglio. Questi, come una fitta rete, si espandevano poi sul territorio mentre l’albanese era la “testa di serpente”.

Secondo quanto emerso, l’arma che lo spacciatore nascondeva sotto il sedile lato guida della propria auto, pronta all’utilizzo, sarebbe stata detenuta a fini intimidatori nei confronti dei pusher acquirenti, in modo tale da concludere con certezza gli affari di droga; oltre che per intimidire i concorrenti rivali e assicurarsi il monopolio dello spaccio, nel mondo dell’approvvigionamento della cocaina. I 14 proiettili erano invece sotto al sedile dell’auto, nell’imbottitura.

L’arma e le munizioni

Nella vita comune, l’albanese si nascondeva sotto finte spoglie di venditore di auto usate. In realtà, gli investigatori dorici, sabato pomeriggio, oltre all’abitazione, hanno perquisito una vecchia auto intestata a un anziano deceduto, e abbandonata e parcheggiata in una grande corte privata, nei pressi dell’abitazione. L’occhio dei poliziotti è finito dunque sulla Bmw dove, ben celata all’interno di un fanale, vi era parte dello stupefacente, mentre altro si trovava sotto alla batteria del mezzo. La sostanza era già impacchettata e pronta per essere venduta agli spacciatori.
Solo la droga sequestrata in questa occasione, ha un valore superiore ai 14mila euro, in grado dunque di duplicarsi una volta immessa sul mercato. Un’operazione che non è stato affatto semplice dato che per trovare la droga, i poliziotti hanno setacciato qualsiasi cosa che potesse essere trasformato in un nascondiglio perfetto: buche ricoperte, siepi, ripostigli, stanze dell’abitazione, cavità di alberi e anche la Bmw.

La pistola, infine, è stata affidata alla polizia Scientifica che effettuerà le indagini balistiche. L’arma, o meglio la canna, ha infatti certamente sparato, ma bisognerà vedere in quali occasioni. Sicuramente ha una lunga storia e potrebbe essere passata per più mani fino a giungere a lui. Non è escluso che provenga anche quella dall’Albania.
Il 43enne si trova ora rinchiuso nel carcere di Montacuto mentre gli investigatori dell’Antidroga della Squadra Mobile non hanno finito il loro lavoro. Proseguono infatti le indagini per risalire ai canali di approvvigionamento utilizzati dall’uomo, puntando a stroncare un giro ancora più grosso.

al. big.

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