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La questura torna in “fascia B”.
Il Siulp: «L’organico non è adeguato
alle esigenze del territorio»

SICUREZZA - Il segretario generale provinciale del sindacato di polizia, Alessandro Bufarini: «Il numero di 230 unità non rappresenta un dato idoneo alla nostra realtà. Sarebbe corretto prevederne uno di 274»

La questura di Ancona

«L’elevazione della questura, che torna ad essere Dirigente Generale, deve rappresentare un segnale importante su cui riflettere e valutare le scelte future per portare maggiori risorse su tutto il nostro territorio e in tutte le Specialità delle Polizia di Stato e conseguenti migliori servizi al cittadino e, su questo, la politica deve necessariamente incidere».
Lo afferma Alessandro Bufarini, segretario generale provinciale del Siulp Ancona e membro del direttivo nazionale Siulp. Il sindacalista continua specificando che «se gli oltre 40 pensionamenti del 2023 sono un dato critico per la sicurezza del territorio anconetano, il numero riportato di 230 unità non è un organico adeguato alle esigenze del territorio e sarebbe un fallimento della politica ed un mancato riconoscimento delle esigenze di sicurezza del nostro territorio. Sono anni che evidenziamo i rischi che i mancati investimenti in sicurezza possono portare in termini di diritti e di libertà dei cittadini ma anche per i risvolti negativi sul piano economico nel nostro territorio».

Alessandro Bufarini

La dimostrazione oggettiva sono proprio i recenti dati relativi «all’aumento dei furti, rapine o violazioni delle norme sulla circolazione stradale; un numero sempre più preoccupante di reati, di morti e feriti su strada – aggiunge – che è, necessariamente, in stretta correlazione con la costante diminuzione di personale deputato al controllo del territorio e stradale, arrivato fino ad un 30% in meno negli ultimi 5 anni. Inoltre prosegue -, la richiesta di maggiore attenzione sui rischi di infiltrazione nel territorio ad opera di associazioni criminali di stampo mafioso e su tutti i reati legati al “codice rosso”, va in contrasto con le scelte di distogliere personale dall’attività investigativa della squadra Mobile per soddisfare le esigenze di prevenzione e soccorso pubblico o dei continui servizi di ordine pubblico».

Il numero di 230 unità per la questura «non rappresenta dunque un dato idoneo alla realtà del territorio e il nuovo organigramma dovrà essere rivisto in considerazione ed in paragone alle “sedi di particolare rilevanza” e prevedere quantomeno l’organico delle altre questure considerate in tale “fascia B”».
Per Bufarini l’esempio più calzante è quello con la città di Trieste dove è previsto un organico minimo di 256 unità per la questura e un totale di 455 in provincia comprendendo i Commissariati. «Il paragone con Ancona, dove l’attuale previsione è di 195 unità in questura e di 376 in provincia comprendendo i Commissariati, viene automatico. Entrambe sono città valutate in “fascia B”; sono dotate di porto, aeroporto e sono capoluogo di regione. Ancona – ritiene Bufarini – non può prevedere un organico inferiore a Trieste poiché sarebbe una mancata valorizzazione del nostro territorio in termini di sicurezza e dal punto di vista economico. Ad identico “saldo” sulla provincia ossia 455 unità – conclude -, sarebbe corretto prevedere un organico di 274 unità per la questura di Ancona. A tutela dei diritti dei colleghi, dell’operare in sicurezza e per la sicurezza dei cittadini il Siulp – conclude – valuterà le decisioni politiche e gestionali che verranno prese al fine di effettuare le dovute rivendicazioni».

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