«L’aborto è un diritto ma se l’obiezione di coscienza è al 70% quale diritto è garantito? Questa ad Ancona è la nostra prima manifestazione sull’aborto. Abbiamo bisogno di manifestazioni di diritto all’aborto in tutte le regioni d’Italia».
Così, questa mattina in piazza Cavour, sfilando poi per le vie del centro, le attiviste pro aborto di ‘Non Una Di Meno’ hanno manifestato con la presenza di 2mila persone giunte da tutte le regioni d’Italia, accompagnate da esponenti di associazioni, centri sociali, movimenti politici e studenteschi, Aied, Molto+ di 194 e Gulliver.
«Soldi pubblici per i movimenti pro vita – hanno spiegato al megafono -. Pensate cosa potremmo fare noi con un milione di euro se potessero essere spesi nella Sanità pubblica; nella scuola pubblica; per una ricerca pubblica. E invece no – è stato detto -: col Governo Meloni, un milione di euro in ogni regione va ai movimenti pro vita. E’ per questo che siamo oggi qui, con Non Una Di Meno, e non ci vogliamo fermare».
Il corteo ha poi sfilato per corso Stamira, via 29 Settembre, arrivando fino al porto, tra cartelli, striscioni e fumogeni.
Ed è al porto, nella zona del Mandracchio, che si è acceso un diverbio con i volontari del Cav (Centro di Aiuto alla Vita) di Loreto. «Purtroppo – ha fatto sapere il Cav – non appena abbiamo iniziato a sistemare le nostre cose, i manifestanti di Non Una Di Meno hanno preso ad accerchiarci raccogliendo da terra barre di legno abbandonate lungo la banchina. Non c’è stato il tempo neppure di srotolare lo striscione col logo dell’associazione – aggiungono -. Solo il tempestivo intervento della polizia che ci ha scortato alle nostre autovetture ha permesso di evitare il peggio».
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