La notizia è rimbalzata da Chieti a Osimo, alla vigilia dell’ultima apertura straordinaria del negozio di Marina Serraiocco, la commerciante di Corso Mazzini scomparsa sotto la valanga del Rigopiano con il marito Dino Di Michelangelo. Nel cimitero teatino, dalla tomba del poliziotto in servizio al Commissariato di Osimo sono scomparsi due oggetti che il nipote Francesco aveva posto davanti alla lapide come gesto d’affetto per ricordare due passioni dello zio: un modellino di volante della Polizia e di una bicicletta. Un’ombra di tristezza mista a rabbia ha scosso le coscienze per questo furto impietoso. Domani le negozianti del centro storico di Osimo, amiche di Marina, porteranno al termine la loro missione: hanno avviato questa vendita del cuore, i cui introiti saranno destinati a Samuel, il bimbo della coppia originaria di Chieti (leggi l’articolo). E in occasione della serata finale ricordano che gli articoli ancora presenti nel negozio ‘La Bomboniera di Marina’ domani, dalle 17 a mezzanotte, saranno venduti con lo sconto del 50% (leggi l’articolo).
La notizia del furto ha sollevato l’indignazione generale anche nella città dei senza testa. L’altro ieri dalla tomba di Dino sono scomparsi i due oggetti ma non è stato toccato invece il piccolo pallone, l’altra grande passione del poliziotto. Il post di Francesco di Michelangelo sui social ha scatenato la reazioni di risentimento vivo non per il valore economico dei modellini rubati ma per quello affettivo. La scoperta del furto è stata fatta dalla madre di Dino, dopo essersi recata al cimitero per deporre dei fiori sulla tomba. “Dopo aver scoperto che i due oggetti erano spariti, in lacrime e’ stata soccorsa e aiutata a riprendersi dal fioraio che è accorso da lei quando l’ha sentita piangere – racconta la famiglia Di Michelangelo – Purtroppo la piaga dei furti è molto diffusa al cimitero di Chieti sopratutto nell’ala nuova dove riposano Dino e Marina. La polizia municipale ha intensificato i controlli già da tempo per combattere questo triste fenomeno. Gli oggetti trafugati rappresentavano le passioni di Dino: la sua amata volante e la sua bici da corsa. Erano dei modellini fatti fare e richiesti a Milano da una ditta specializzata che non aveva esitato a farceli avere appena saputo che erano destinati ala tomba di Dino. Lui aveva lavorato a Milano per anni”.
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