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Cresce l’industria manifatturiera,
a trainare calzature e abbigliamento

RAPPORTO 2022 sull'economia marchigiana. Sono aumentate anche le spese per gli investimenti e fondamentale è stato il traino dell’export che fa segnare, al netto della farmaceutica, un +19,8%. Il presidente di Confindustria Roberto Cardinali: «La portata epocale degli eventi che stiamo vivendo e le relative ripercussioni (crisi energetica, inflazione) collocano il sistema produttivo nazionale, internazionale e regionale in una fase di ricerca di nuovi equilibri»

Confindustria

La presentazione del Rapporto

L’industria manifatturiera ha fatto segnare un 2022 all’insegna della crescita: 2,1% nelle Marche, superiore al dato nazionale.  Sono aumentate anche le spese per gli investimenti e fondamentale è stato il traino dell’export che fa segnare, al netto della farmaceutica, un +19,8%. E’ quanto emerso dai risultati dalla 30esima edizione del Rapporto sull’industria marchigiana presentato ad Ancona, su iniziativa di Confindustria Marche e Intesa Sanpaolo, con la partecipazione di Sace e il sostegno di Deloitte. Nell’evento sul tema “Scenari geoeconomici: tra incertezze presenti e prospettive future”, il Rapporto è stato presentato dal professor Marco Cucculelli (Università politecnica delle Marche). Ad aprire i lavori Roberto Cardinali (presidente Confindustria Marche), Alessandra Florio (direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo).

Confindustria_Acquaroli

L’intervento del presidente della Regione Francesco Acquaroli

«I dati del Rapporto – ha affermato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – confermano la capacità del sistema produttivo regionale di adattarsi al difficile contesto globale e sviluppare performance di rilevanza nazionale. L’apertura internazionale si conferma decisiva per la competitività dell’economia marchigiana e la Regione la sostiene con la tutela del reddito e dell’occupazione nelle Marche. Importante anche il dato sul rilancio degli investimenti, segnale di fiducia nel futuro. La nostra azione di politica industriale fa perno su tutti i canali finanziari disponibili – europei, nazionali e regionali – ed è rivolta a creare un contesto regionale favorevole allo sviluppo delle imprese, potenziando in modo integrato i fattori di competitività: infrastrutture, internazionalizzazione, innovazione, credito, formazione ed altri ancora. Tale visione viene realizzata in un rapporto di stretta concertazione e condivisione progettuale con tutti gli stakeholders della comunità regionale perché è il gioco di squadra il vero fattore capace di fare la differenza per il rilancio della competitività delle Marche».

«La portata epocale degli eventi che stiamo vivendo e le relative ripercussioni (crisi energetica, inflazione) collocano il sistema produttivo nazionale, internazionale e regionale in una fase di ricerca di nuovi equilibri – ha detto Roberto Cardinali, presidente Confindustria MarcheIn questo contesto estremamente sfidante e incerto uno dei fattori che ha sostenuto la competitività dell’industria italiana e marchigiana e che ne spiega la grande resilienza nell’annus horribilis sul fronte dei costi è stata la straordinaria performance dell’export. Nonostante la fragilità dello scenario internazionale e le numerose criticità che le imprese si sono trovate ad affrontare nel 2022, l’industria manifatturiera delle Marche è riuscita a crescere confermando ancora una volta il ruolo di motore dell’economia regionale. Il compito di Confindustria Marche, di concerto con le istituzioni regionali, il sistema bancario e tutti gli stakeholder che hanno a cuore la crescita del nostro sistema economico e il benessere di territori e comunità, è quello di accompagnare e spingere quante più imprese ad intraprendere percorsi di sviluppo rivolti a potenziare la capacità di competere sui mercati e cogliere le sfide della trasformazione digitale e green, poste al centro anche delle strategie europee per la ripresa».

Uno dei capitoli del Rapporto riguarda le spese per investimenti delle imprese aumentata dell’11,1% (+5,3% nel 2021). In virtù il clima d’incertezza, per la prosecuzione della guerra in Ucraina che influenza gli scambi, nel 2023 sono orientate verso una leggera flessione (-0,5%), «che potrebbe volgere in positivo solo se il quadro geopolitico internazionale migliorerà significativamente», si legge nel rapporto. Per la produzione, le variazioni superiori alla media Italia per Calzature (+6,2%), Tessile Abbigliamento (+5,8%); più lieve la crescita per Legno e Mobile (+1,8%). In flessione l’Alimentare (-0,5%). Le vendite sono aumentate del 3,3%. Sul mercato interno +2,1 di vendite (Calzature +8,5%, Gomma e Plastica +6%, Tessile-Abbigliamento +5,7%); in calo Alimentare (-1,5%) e Meccanica (-4,3%). L’export manifatturiero segna un +4,8%: Calzature (+18,4%), Tessile-Abbigliamento (+14,8%); Alimentare (+5,9%), Meccanica (+2,8%); Gomma e Plastica (-2%). Sul totale di esportazioni, quindi anche al di fuori della Manifattura, secondo l’Istat, le Marche sono cresciute di più delle altre regioni (+82%). Il dato, però, depurato dalle maggiori vendite di prodotti farmaceutici (+481%), è in linea con la media Italia e pari al +19,8%. Il peso dell’export marchigiano sul totale nazionale è salito dal 2,4% al 3,7%.

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