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Nuovo Puc, le Liste civiche
presentano 18 osservazioni

OSIMO - Reinserimento del tracciato della Strada di Bordo, ripristino di tutte le aree edificabili previste dal Prg vigente, pannelli fotovoltaici e solari termici in tutto il centro storico e aree verdi su Monte Ragolo sono tra le richieste formalizzate

Il nuovo Puc, la variante al Prg dell’Amministrazione Pugnaloni con la variante a nord alla Ss 361

 

Le Liste civiche Osimo considerano il nuovo Piano urbanistico comunale (Puc) «un inutile sperpero di pubblico denaro in quanto Osimo non aveva bisogno di un nuovo piano regolatore ma di risolvere solamente la questione ricorsi al Tar della provincia di Ancona (di cui due su tre li ha già vinti il comune di Osimo), come avevamo chiesto noi con un apposito ordine del Giorno bocciato dalla maggioranza» per dirla come il consigliere comunale d’opposizione, Stefano Simoncini, ex sindaco della città. Il gruppo consiliare dei movimenti civici ha prodotto 18 osservazioni al nuovo strumento urbanistico in fase di approvazione.

«Il nuovo Puc è stato redatto senza una reale condivisione con tutti i funzionari degli uffici tecnici del Comune, con i professionisti (geometri, architetti, ingegneri, periti edili, agronomi, geologi) osimani oppure operanti in città, i quali conoscono il territorio e le loro problematiche. Un confronto con questi soggetti dopo una prima stesura del Puc avrebbe sicuramente corretto le molte incongruenze, sviste, errori – aggiunge Simoncini nel suo comunicato – e premesso che tutto questo imponente lavoro sembra essere stato eseguito con la fretta dovuta alla necessità di approvare il Puc entro la scadenza naturale dell’amministrazione, senza un coinvolgimento della cittadinanza e senza neppure importanti occasioni di comunicazione istituzionale (Consigli di quartiere, consulte, momenti di spiegazione del piano alle associazioni ambientali e di tutela del territorio operanti in città)»

Stefano SImoncini

Con il deposito delle loro osservazioni, le Liste civiche chiedono intanto il ripristino di tutte le aree edificabili previste dal Prg vigente «che sono state stralciate ma per le quali i proprietari non avevano manifestato la loro intenzione di retrocedere le suddette aree edificabili a aree agricole. Tutto questo per non esporre l’ente comunale al rischio di dover restituire l’Imu aree edificabili riscosse degli ultimi cinque anni. Eventualità che esporrebbe l’ente comunale a molteplici contenziosi in commissione tributaria e in caso di soccombenza a gravi esborsi economici che metterebbero a rischio il bilancio comunale delle prossime amministrazioni» ricorda Stefano Simoncini.

Sollecitano poi l’inserimento nel Puc del Piano Urbano della Mobilità sostenibile (Pums) di cui allo stato il Comune di Osimo non sembra esserne dotato. «Strumento indispensabile – sottolinea Simoncini – per la pianificazione della mobilità e dei trasporti, per l’individuazione di soluzioni alle relative problematiche in termini ambientali e sociali che influenzeranno il territorio negli anni a venire. Conseguentemente inserire nelle tavole del Puc e nelle relative Nta la classificazione delle strade indispensabile per la corretta gestione dei rapporti tra zonizzazioni di Prg e la viabilità primaria, secondaria, locale, privata, ciclabile e pedonale oltre che per la zonizzazione acustica».

Viene inoltre richiesto di ridefinire nella grafica delle tavole le fasce di rispetto stradali della viabilità principale quando queste intersecano zone di espansione e completamento sia residenziali che produttive e di rivedere completamente le fasce di rispetto degli elettrodotti, le fasce di rispetto delle linee del gas metano e le fasce di rispetto delle linee della depurazione Astea, aggiornando le tavole del Puc. «Tutto ciò in quanto il mancato o parziale disegno di tali fasce di rispetto può generare confusione sulla natura edificatoria di aree edificabili che – evidenzia Simoncini – potrebbero essere considerati dai cittadini aree pienamente edificabili ma stante il passaggio di fasce di rispetto di elettrodotti, linee di gas metano, linee di depurazione, sono di fatto penalizzati».

Ma il passaggio si maggiore impatto è connesso alla grande viabilità, nelle opzioni Variante a nord e Variante di bordo. «Premesso che la Variante a Nord è stata inserita nel Puc solo come futuro eventuale tracciato con un tratteggio e non con disegno della carreggiata, delle fasce di rispetto, delle adiacenti strade di immissione – asserisce il consigliere Simoncini – nelle tavole del piano, stante l’investimento enorme che comporta la sua realizzazione (diverse decine di milioni di euro) molto difficilmente reperibili dall’ente comunale mediante finanziamenti statali, Anas o da parte della Ue, si richiede l’abolizione del tracciato della Variante a Nord ed il contestuale ripristino del tracciato della cd Variante di Bordo secondo quanto previsto dal Prg vigente per ciò che concerne il tratto tra via Molino Basso e via D’Ancona (Rotatoria cd della Gironda). Tratto che la Regione Marche ha inserito nel proprio piano degli investimenti grazie all’attività del Presidente dell’Assemblea legislativa regionale Dino Latini».

In alternativa le Liste civiche propongono «il mantenimento del tracciato della variante a Nord ma con un innesto su via D’Ancona non coincidente con via Pignocco – Via Artigianato, un tracciato meno tortuoso sul versante nord ed un contestuale progetto di mitigazione ambientale ai lati del tracciato della strada con realizzazione di una larga fascia di rispetto adibita a parchi urbani, piantumazioni e piste ciclabili, ed il contestuale mantenimento del tracciato della cd Variante di Bordo dato che le due bretelle non sono in contrasto o alternative tra loro ma al contrario si completano costituendo una sorta di “Grande Raccordo Anulare” cittadino». Le Liste civiche chiedono anche di rivedere completamente il piano del verde previsto dal Puc «sostituendolo con il vigente Piano del verde comunale, necessariamente integrato con i dettami della nuova norma regionale, per una più semplice gestione della progettazione del verde privato e pubblico specialmente per ciò che concerne le fascie di rispetto delle essenze arboree e arbustive».

Sulle case coloniche ricordano che dalla classificazione del patrimonio edilizio rurale, eseguito sul finire degli anni ’80, a oggi gran parte delle case coloniche «sono state oggetto di ristrutturazione, manutenzione straordinaria, riadattamento, pertanto la vecchia classificazione che le suddivideva in tre categorie con differenti possibilità d’intervento (ristrutturazione, manutenzione straordinaria, restauro) per quegli edifici non ha più ragione di esistere per cui andrebbe inserita una quarta categoria per tutte le case ex coloniche già oggetto di recupero, con una normativa apposita che si ipotizza essere la Ristrutturazione. Per questo – prosegue il comunicato di Stefano Simoncini – chiediamo il capillare controllo di tutti i progetti di recupero delle case coloniche dal 1990 a oggi, censendo le stesse in una quarta categoria “Case ex coloniche recuperate” a cui applicare un’apposita normativa di piano. Si richiede poi il ripristino della norma per l’edificazione di garage interrati fuori dal sedime del fabbricato principale di 60 mq».

Altro passaggio ritenuto importante dai movimenti civici è quello relativo a fotovoltaici, impianti solari termici e centro storico. «Anche per uniformare l’attuale normativa comunale alle più recenti disposizioni legislative nazionali in materia di impianti fotovoltaici e solari termici integrati nelle coperture, si richiede che sia prevista la possibilità di realizzare pannelli fotovoltaici e solari termici sia in tutto il centro storico Zto A a patto che siano integrati nella copertura, non siano visibili dalla pubblica via e che siano ad una distanza di  25 metri lineari da edifici vincolati. Si richiede la pubblicazione sul sito del Comune di Osimo, per esigenza di trasparenza, di tutte le istanze prodotte dai cittadini prima dell’elaborazione del Puc così da poter controllare il reale rispetto delle previsioni del nuovo strumento ai desiderata della popolazione». Infinenei due ultimi passaggi delle 18 osservazioni presentate dalla Liste civiche si fa riferimento all’elenco di edifici e aree di particolare valore architettonico – paesaggistico da tutelare e da inserire nel Puc, come l’ex Itc Corridoni di Via Pompeiana (Scuole tecniche); l’ex Mattatoio di via Fonte Magna (Fabbricato per la macellazione delle bestie bovine e suine); il loggiato dell’ex Foro Boario P.zza Giovanni XXIII°, il Villino Costantini di via Cesare Battisti e Palazzo Sisinio Fagioli Via Leopardi «e tutti quelli contenuti nel volume “Costantino Costantini Un Architetto marchigiano e il cantiere dell’Eclettismo” di Manuela Francesca Panini, che i progettisti del Puc riterranno meritevoli di una gestione più attenta e responsabile».

Per le edificazioni previste nell’area di Monte Ragolo viene suggerito di sostituirle con aree verdi attrezzate perché «il crinale ovest e la sua sommità rappresentano un luogo paesaggisticamente da preservare e valorizzare con un utilizzo a carattere pubblico e non certo con una lottizzazione di espansione residenziale posta come un francobollo in mezzo ad una vasta zona agricola, per di più sulla sommità di uno dei più bei colli all’intorno della città di Osimo». Quanto alla bretella di via M. L. King, le Liste civiche richiedono «l’ampliamento ed un migliore innesto del tratto di strada tra l’incrocio tra le vie King e Don Milani e la viabilità inter quartiere che ricalca via Pavarotti (foto sottostante). Ciò allo scopo di consentire un più agevole e scorrevole traffico veicolare della zona con la possibilità dei residenti di via King e Don Milani di facilmente accedere alla viabilità inter quartiere sottostante». Mentre per il quartiere di Borgo San Giacomo viene sollecitata la realizzazione di un’infrastruttura pubblica destinata a parcheggio « servizio delle numerose residenze e delle diverse attività commerciali e artigianali ivi presenti che all’interno dell’area F1 – zone per attrezzature per l’istruzione di Borgo San Giacomo, venga reperita un’area facilmente accessibile da una delle vie pubbliche, via Chiaravallese o via Ungheria, da destinare a parcheggio pubblico F8 da destinare al servizio della scuola media Ex Seminario, dei residenti e delle attività produttive del quartiere».

 

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