E’ arrivata nel porto di Ancona con un’ora e mezza di anticipo sulla tabella di marcia la Geo Barents con i 38 migranti a bordo salvati due giorni fa nelle acque internazionali a sud-est della Sicilia.
Alle ore 14 di oggi pomeriggio la nave umanitaria di Medici senza frontiere, ha attraccato alla banchina 22 dove ad attendere i naufraghi, tutti adulti eccetto un minore non accompagnato, erano presenti gli operatori del 118, dell’Ast Ancona e dell’Usmaf, i primi a saliti a bordo per una ispezione preliminare finalizzata a valutare le condizioni di salute delle persone. Al porto c’erano anche i vigili del fuoco, la capitaneria di porto, i volontari della protezione civile, con quelli della Croce Rossa, dell’Anpas e della Caritas, i funzionari dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale e del Comune di Ancona, l’Unhcr, l’Esercito, il Comando scuola della Marina Militare. Era sul posto soprattutto il prefetto di Ancona Darco Pellos, che anche questa volta, come nei precedenti sbarchi di migranti, ha coordinato le operazioni di accoglienza, seguendo la traccia della esperienze analoghe già collaudate nei mesi di gennaio e febbraio 2023.
Per il quarto arrivo di una nave umanitaria nella banchina 22, che è di tipo commerciale, sono stati spostati i traffici alla 23 e sono stati montati diversi moduli con un ambulatorio medico per visitare chi avesse avuto bisogno di prime cure, un’area per l’identificazione e un tendone per garantire confort ai migranti appena sbarcati prima prima di farli salire sui bus per la destinazione decisa del Ministero dell’Interno. I 38 arrivati oggi dovrebbero essere tutti ospitati in strutture marchigiane.
Riccardo Gatti, responsabile dell’operazione di soccorso a bordo della Geo Barents di Medici senza Frontiere, conferma che sulla nave «ci sono 7 casi medici che saranno portati in ospedale. Le 38 persone, tutti uomini provenienti da Bangladesh e Marocco, sono un numero piccolo di migranti per tante miglia che abbiamo percorso, che avremmo potuto sbarcare con i nostri gommoni in qualsiasi altro posto. Purtroppo non ci spieghiamo perché siamo stati destinati a uno scalo così distante. Quando li abbiamo soccorsi, navigavano da circa due giorni quasi in 40 su una barchetto che faceva venire la pelle d’oca. Per il minore stanno valutando e verificando se non abbia già compiuto la maggiore età». Il responsabile della nave umanitaria è tornato a ribadire, come aveva già fatto il suo collega nei mesi scorsi che «queste decisioni violano le convenzioni e le normative a livello internazionale che europeo. Purtroppo la conseguenza dei porti così lontani diventa la mancanza della presenza degli assetti di soccorso come il nostro, come la nave Geo Barents, nelle zone dove poi avvengono i soccorsi e dove poi avvengono i naufragi». La nave di Medici senza Frontiere potrebbe ripartire forse già stasera dopo aver ottenuto la ‘libera pratica’ che viene rilasciata dopo la sanificazione della nave.
La frequenza degli sbarchi che si intensifica soprattutto nella bella stagione potrebbe voler significare un aumento di attracchi delle navi umanitarie anche nello scalo dorico. In molti si sono domandati se sia più opportuno lasciare montate le strutture di prima accoglienza sulla banchina 22. «Il porto di Ancona in questo periodo ha necessità di avere spazi. – spiega Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità di sistema portuale Mare Adriatico Centrale, oggi presente durante lo sbarco della nave di Msf – Tutto quello che è permanente e che non ci crea disagio può anche restare montato ma non sappiamo se i flussi in questo periodo saranno tali da impegnare anche i nostri porti. Non sono in grado di fare previsioni. Sono scelte del governo centrale, noi partecipiamo solo all’allestimento degli spazi di ospitalità».
Redazione CA
(foto/video Giusy Marinelli)
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