di Marco Ribechi (foto Fabio Falcioni)
I Santamarea trionfano a Musicultura 2023. Confermando i pronostici già nell’aria, il gruppo proveniente dalla Sicilia sbanca il palco dello Sferisterio di Macerata, portando a casa ben quattro premi tra cui l’assegno di 20mila euro messo in palio da Banca Macerata.
Oltre al titolo di campioni assoluti, infatti, i Santamarea si aggiudicano anche il premio della critica Piero Cesanelli dopo aver ottenuto, nella serata di ieri, sia il premio Miglior Progetto Musicale che quello per il miglior testo. Poker. Un approdo a Musicultura che si preannuncia quindi molto fortunato per il futuro della giovane band capace di presentare un pezzo che unisce sonorità tradizionali al gusto contemporaneo, supportato dall’ottima vocalità del cantante. Un gruppo entrato in punta dei piedi ma che ha dimostrato ampie competenze e forte affiatamento in quanto composto da membri di un’unica famiglia più una “sorella acquisita”. L’ultimo riconoscimento, quello Nuovo Imaie per l’organizzazione di un tour, va invece a Lamante con il brano “L’ultimo piano”.
La seconda serata finale della 34esima edizione del festival inoltre sa di trionfo sotto vari punti di vista. Il primo riguarda senza dubbio la conduzione con la coppia Di Domenico – Insinna che, dopo aver oliato gli ingranaggi nella prima notte, è apparsa fortemente affiatata e in grado di mantenere alta l’attenzione della serata dal primo all’ultimo secondo di spettacolo. Carolina Di Domenico si conferma una macchina da battaglia, praticamente perfetta in ogni intervento è stata sicuramente una scelta inaspettata ma allo stesso tempo azzeccatissima, in grado di conquistare fin da subito i cuori dei maceratesi. Insinna, allo stesso modo, ha perfezionato il suo approccio alle serate dando il meglio di sé e coinvolgendo in modo davvero unico il pubblico con battute continue e ripetute, spesso incentrate anche sulla “maceratesità” declinata nel dialetto, nella cucina e nei luoghi comuni tanto ripetuti quanto famosi in città. Proprio questo mix di comicità, unita a una conoscenza delle peculiarità locali, ha costituito la sua formula vincente capace di strappare risate continue e sincere.
Un altro punto che sa di vittoria per gli organizzatori del festival è stato la celebrazione della musica italiana ad ampio raggio. Durante la notte sono stati ricordati alcuni grandi nomi del passato ormai scomparsi. Battiato, a cui è stato dedicato il tributo di Simone Cristicchi e Amara, arrivati in città a sorpresa per regalare alla platea due vere chicche, “L’ombra della Luce” e “La Cura”. «Non immaginatevi come dei prodotti – il consiglio di Amara agli artisti emergenti – noi artisti siamo prima di tutto persone che riescono a condividere le proprie emozioni tramite varie forme espressive». Il viaggio nella canzone d’autore italiana è proseguito con il ricordo di Lucio Battisti a cura di Gianmarco Carroccia che si è esibito in “Emozioni”, “I giardini di marzo” e “Il mio canto libero” proprio sotto gli occhi di chi quei pezzi li ha pensati e composti, il gigante Mogol, salutato da una standing ovation del teatro e celebrato con un riconoscimento da parte delle due università della provincia. «Ho sempre scritto testi che mi sono stati ispirati direttamente dalle musiche – ha commentato Mogol – la musica già indica le parole e poi a volte aggiungo particolari di vita vissuta in grado di trasmettere molte più emozioni della fiction». Infine, l’ultimo grande big celebrato è stato il principe di Roma Franco Califano a cui è stato dedicato un toccante monologo di Flavio Insinna e anche il primo brano cantato da Ermal Meta, “In un tempo piccolo”. Meta ha poi proseguito con i successi “Mi salvi chi può” e “Piccola Anima” ottenendo il favore della platea.
Il viaggio musicale ha poi attraversato anche il tempo e lo spazio con l’esibizione di Dardust capace di far ballare l’intero Sferisterio attraverso le sue sonorità elettroniche. Accompagnato dai suoi due musicisti, in un mix estetico di elettronica e Giappone, il compositore di Ascoli ha letteralmente sconvolto la platea utilizzando la musica elettronica anche per intercettare commistioni inaspettate come quella con Rossini e con l’antica musica popolare. Una proposta azzardata in un luogo come lo Sferisterio ma che si è rivelata molto apprezzata dall’intera arena. Infine, non è mancato il riferimento allla lirica, inevitabile nello Sferisterio, con l’intervista al sovrintendente Flavio Cavalli, introdotto dall’assessore agli eventi Riccardo Sacchi. In sintesi la seconda e ultima serata di Musicultura 2023 è stata caratterizzata in summa da un’ottima fruibilità dovuta sia alla varietà delle forme artistiche proposte sia alla verve dei due conduttori. L’ottimo risultato raggiunto fa pensare al detto popolare, squadra che vince non si cambia e il pensiero va già al futuro, con la curiosità per gli sviluppi della carriera dei Santamarea (ma anche di tutti gli altri artisti in gara che non hanno assolutamente demeritato) e alla nostalgia per un’altra Musicultura già terminata troppo presto.
Di seguito le foto degli artisti realizzate da Musicultura
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