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Lupi, sciacalli dorati e volpi:
«Ecco come riconoscerli»

FAUNA - Il biologo David Fiacchini spiega le differenze che contradistinguono i predatori selvatici in movimento sul territorio marchigiano e argomenta la sua tesi sulla specie dell'esemplare ripreso dalla fototrappola nell'oliveto sulle colline di Jesi

Davd Fiacchini

 

Sciacallo dorato o volpe? Ha diviso l’opinione di lettori ed esperti l’immagine dell’animale selvatico ripreso da una fototrappola nell’oliveto di un’azienda agricola di via Montecappone a Jesi e di cui avevamo dato notizia.

Analizzati i dettagli dello scatto estrapolato dal video, chi ritiene con ampia certezza che possa trattarsi di un esemplare di volpe, è David Fiacchini, biologo specializzato in erpetologia e docente di Scienze naturali all’Istituto Da Vinci di Civitanova. «A prima vista è facile confondere queste due specie, soprattutto perché l’arrivo dello sciacallo dorato è recente nelle Marche – spiega Fiacchini -. Lo sciacallo è di taglia simile alla volpe (è di poco più grande), ma assomiglia più a un lupo nella struttura fisica e in parte nella colorazione della pelliccia, pur essendo di taglia e di peso inferiore al lupo. Ecco perché la postura, la colorazione del muso, la forma e il colore della coda dell’animale filmato dalla fototrappola mi fanno pensare che si tratti proprio di una volpe».

L’esperto, che ha potuto osservare esemplari di sciacallo dorato nelle Marche e in Emilia Romagna, ricorda che questa specie selvatica «non è mai stata presente a livello storico in Italia però fa parte della fauna selvatica europea. Si è spostata in modo naturale, in espansione, già negli anni ‘80 del secolo scorso anche sul nostro territorio nazionale partendo dalla provincia di Belluno. – racconta Fiacchini -. E’ un animale opportunista che si muove in piccoli gruppi familiari, per lo più coppie, anche di genitori con cuccioli, e se trova risorse alimentari riesce anche a colonizzare nuovi ambienti in tempi brevi».

Nella nostra regione lupi, volpi e – ora – anche sciacalli “coabitano” grosso modo negli stessi territori, «mentre nel Nord Italia, e in particolare sulla catena Alpina, le probabilità di imbattersi in un lupo sono rarissime se non nulle – conferma il biologo -. Nelle Marche il lupo ha riconquistato di recente ambienti più collinari. Si muove in gruppi più o meno numerosi, che possono arrivare anche a 15-20 esemplari laddove le condizioni ambientali lo permettono. Nel caso specifico dello sciacallo il gruppo è molto più ristretto e si sposta anche per diversi chilometri al giorno, pertanto il singolo animale o il gruppetto possono essere avvistati nel volgere di poco tempo in siti differenti. Se poi trovano le condizioni ideali per essere stanziali, restano nella stessa zona anche per più tempo. I ricercatori stanno studiando come si sovrappongono le nicchie ecologiche di queste due specie, ovvero le attività che svolgono queste due specie negli ecosistemi. Si ritiene, però, che lo sciacallo dorato abbia più risorse perché ha una dieta ancora più opportunista, integrando i pasti con vegetali (e anche rifiuti, purtroppo) rispetto al lupo che, pur adattandosi, è pur sempre un carnivoro più stretto. Per questo lo sciacallo dorato potrebbe essere più avvantaggiato nella diffusione, ma abbiamo  ancora pochi dati in merito».

E’ fondata su altrettante basi scientifiche anche la convinzione che lo sciacallo dorato, la cui presenza è documentata da mesi anche in Vallesina, proprio come il lupo non va considerato pericoloso. «Il concetto di pericolo dipende dall’approccio che ciascuno di noi ha con la natura. – ci tiene a sottolineare David Fiacchini – Entrambi temono l’uomo, ritenendolo un potenziale nemico o quanto meno ne sono indifferenti. Non si avvicinano se non per andare a predare eventuali animali da cortile lasciati senza protezione o rifiuti abbandonati. Lo sciacallo, poi, è un animale schivo ed elusivo».

Redazione CA

 

Lo sciacallo dorato fa colazione nell’oliveto (Video)

Sciacallo dorato morto nelle campagne di Potenza Picena

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