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Turismo, indagine sulle condizioni di lavoro:
«Paghe basse, turni massacranti e poche tutele.
Così si sconfina nello sfruttamento»

QUADRO desolante che emerge dalla ricerca di Cgil, Filcams e Nidil. Nella provincia di Macerata, su 50 imprese del settore sondate solo una offre un regolare contratto nazionale di lavoro del settore, c'è anche chi propone un inquadramento come socio volontario. L'orario di lavoro per il 50% delle aziende è di 7 giorni su 7, e la metà degli imprenditori non parla mai di paghe. Il sindacato: «Ormai da qualche tempo assistiamo quotidianamente alle dichiarazioni di datori di lavoro che non riescono a far fronte alle esigenze di personale, attribuendo le responsabilità di tale situazione alla voglia di lavorare dei giovani. Ebbene questi numeri dimostrano l’esatto contrario»

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La presentazione dell’indagine della Cgil

di Mauro Giustozzi (foto Fabio Falcioni)

Turismo, pubblici esercizi e ristorazione, su 50 imprese sondate solo una offre un regolare contratto nazionale di lavoro del settore, prevalgono contratti a chiamata, a tempo determinato stagionale e persino proposte di inquadramento come socio volontario. E nella ristorazione, che occupa l’87,8 % degli addetti del settore, solo il 5% delle assunzioni è con contratto stagionale. E’ il desolante quadro che emerge dall’indagine svolta dalla Cgil di Macerata, insieme alle categorie Filcams (settore Terziario e Turismo) e Nidil (lavoratori atipici e precari) in collaborazione con un gruppo di giovani e studenti sulle condizioni di lavoro offerte nel nostro territorio. Ad illustrare i risultati che arrivano da un incrocio tra contatti telefonici avuti con ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie e stabilimenti balneari in prevalenza del maceratese (il 75% contro il 10% di Ancona e il 15% di Fermo) e denunce giunte negli uffici del sindacato, sono stati il segretario provinciale della Cgil Daniele Principi, Loredana Guerrieri del Nidil e Angelica Bravi della Filcams, oltre ai giovani che in prima persona hanno contattato i datori di lavoro.

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Daniele Principi

Nel Maceratese, l’ambito del turismo con la più alta incidenza di occupazione è quello della ristorazione e, nel confronto con le altre province il settore turistico maceratese occupa il numero più basso di addetti (17,7% degli addetti su scala regionale). Il settore turistico nel Maceratese vede occupati per lo più giovani fino a 29 anni, e la percentuale più alta di occupazione giovanile si riscontra sempre nell’ambito della ristorazione. Sulle retribuzioni medie lorde annue nel 2021 ci si attesta a 6.262 euro in calo rispetto al 2019 con 7.199 euro, un calo determinato dalla pandemia sebbene la retribuzione pre-pandemia si attestava comunque su cifre basse. L’indagine portata avanti dalla Cgil si è sviluppata nei mesi scorsi ed ha esaminato come i giovani cercano il lavoro, tramite i canali social, passaparola e attraverso un primo contatto telefonico di approfondimento con domande uguali poste a tutti i datori di lavoro. Ebbene da questa indagine emerge che la figura più ricercata è quella del barista (oltre il 50% delle richieste) seguita da personale di sala, fattorino e lavapiatti. Dai contatti avuti al telefono da parte dei giovani la metà degli imprenditori non parla mai di contratto, il 30% propone un contratto a chiamata, il 23% un tempo determinato ed alcuni anche la collaborazione come socio volontario.

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Loredana Guerrieri

«L’orario di lavoro offerto, per il 50% delle imprese, -ha affermato Loredana Guerrireri- è di 7 giorni su 7 senza riposi, in chiara violazione della legge che prevede almeno 24 ore di riposo in una settimana. Un giorno di riposo infrasettimanale è offerto dal 27% dei datori di lavoro mentre il 10% offre un part time. La nota dolente giunge dalla retribuzione proposta. Ebbene, al telefono, il 50% degli intervistati non parla mai di paga, poco più del 30% propone un netto orario dai 7 ai 10 euro dentro cui c’è di tutto dal tfr alla tredicesima, ferie e straordinario, il 10% indica una retribuzione sotto i 7 euro ed un solo caso offre una paga legata al Ccnl. Tutto questo indica come la metà delle attività coinvolte non rispetti la normativa del riposo settimanale e un orario certo di lavoro, non applica le paghe o gli istituti previsti dal contratto nazionale, si chiede flessibilità ed estrema disponibilità senza però dettagliare cosa significhi ed infine si è avuta la sensazione che a questi ragazzi le attività contattate facciano quasi un favore nell’offrire loro un lavoro».

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Angelica Bravi

Del resto che le Marche non brillino in questo campo lo testimonia la statistica legata alle assunzioni con contratto intermittente che, nel 2022, vede la nostra regione al primo posto in Italia col 17,7% (media nazionale dell’8,9%) e nelle assunzioni in somministrazione che pone le Marche al sesto posto col 14,5% rispetto al 13,2% di media nazionale. «Ormai da qualche tempo assistiamo quotidianamente alle dichiarazioni di datori di lavoro che non riescono a far fronte alle esigenze di personale, attribuendo le responsabilità di tale situazione alla voglia di lavorare dei giovani -afferma Daniele Principi-. Ebbene questi numeri dimostrano l’esatto contrario, e cioè che si cerca di non applicare il contratto che peraltro attende da quattro anni di essere rinnovato. I dati relativi alla nostra provincia sulle retribuzioni confermano un reddito medio per i lavoratori e lavoratrici del settore turistico tra i più bassi nell’ambito dei servizi. La situazione reddituale e la tipologia di assunzione incidono negativamente sul riconoscimento della Naspi, indennità di disoccupazione, sia in termini di durata che rispetto all’importo percepito. Quanto proposto e sostenuto dal Governo, dalla gravissima reintroduzione dei voucher alla detassazione del lavoro notturno e straordinario (nelle strutture turistiche-alberghiere e in quelle termali) non rispondono alle necessità dei lavoratori che sono collegate al rispetto dei diritti contrattuali e ad avere tutele più ampie nei periodi di non lavoro».

CGIL_FF-6-325x217Infine Angelica Bravi ha sottolineato come «a fronte di un’espansione del settore rimane in uno stato di arretramento il lavoro con condizioni insostenibili, che a volte sconfinano nello sfruttamento. Oltre all’urgenza del rinnovo del Ccnl, tre sono le priorità su cui chiamiamo le parti datoriali e le istituzioni ad un confronto a partire dal livello provinciale: rispetto e piena applicazione del contratto di settore, prevedendo la possibilità di estendere ed aumentare i premio di ingaggio stagionali, formazione qualificata ed aggiornamenti rispetto alle richieste di un mercato turistico in profonda evoluzione, investimenti delle risorse per progetti turistici che superino il concetto di stagionalità. Andrebbe individuato un sistema che incroci in modo qualificato domanda e offerta di lavoro per un monitoraggio dell’occupazione nel settore e una riduzione dei livelli di irregolarità. Ci stiamo impegnando a livello provinciale in una campagna informativa ‘Mettiamo il turismo sottosopra’ promossa dalla Filcams con l’intento di promuovere una discussione che vada oltre la stagione. Come prime iniziative saremo il 27 luglio a Porto Recanati e il 29 luglio a Civitanova con dei banchetti informativi rivolti ai lavoratori del settore e ai cittadini».

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