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«Baldassarri guadagna 180mila euro all’Istao?
Doveroso rendere noto il suo compenso»

L'ECONOMISTA ricopre la carica di presidente e coordinatore dell'istituto di cui la Regione è il socio più importante. Il consigliere regionale Pd, Romano Carancini chiede trasparenza e ha anche presentato una interrogazione: «La sorpresa più grande di questa vicenda è che il cda non ha mai deliberato l'entità del compenso, nonostante fosse tenuto a farlo»

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Romano Carancini

«Quant’è il compenso di Mario Baldassarri, nominato presidente e poi anche coordinatore di Istao?»,  è la domanda che si fa il consigliere regionale Romano Carancini (Pd), ritendendo che questa sia una informazione «doverosa» in quanto la Regione «è il più importante socio di Istao con un contributo annuale di 400mila euro. Tanto per dare un’idea, 10 volte di più del secondo ente pubblico che versa annualmente 39mila euro. Se fosse vero che il compenso di Mario Baldassarri corrisponde ai 180mila euro (15mila euro al mese), come da me denunciato in passato, questo vorrebbe dire che l’aumento del contributo di 250mila euro voluto dal governatore Francesco Acquaroli rispetto alla quota storica regionale di 150mila euro sarebbe quasi totalmente assorbito dalle tasche di Baldassarri (oltre il 72%), piuttosto che destinato, come sarebbe stato auspicabile, per i progetti e per l’incremento del personale interno dell’Istituto. Un “salto di qualità” impressionante rispetto ai circa 10mila euro di compenso del precedente presidente».

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Mario Baldassarri, attuale presidente Istao, è stato già viceministro all’Economia del Governo Berlusconi

Carancini parla poi di quanto detto da Baldassarri in merito ai rimborsi spese e parla di una «bugia del presidente Baldassarri che alcune settimane fa ha dichiarato agli organi di stampa che una parte della somma da lui percepita fosse espressamente destinata ai rimborsi spese. Non pare proprio che le cose stiano come lui le ha raccontate perché nel contratto non sembrerebbero distinte le spese dal compenso che, anzi, non verrebbero per niente indicate. Tutto si chiarirebbe, comunque, se Mario Baldassarri si decidesse di pubblicare il contratto che ha firmato il 16 giugno 2022 per informare i cittadini che contribuiscono a pagare il suo stipendio. Ma la sorpresa più grande è che, a ben osservare, il Consiglio di amministrazione di Istao, di cui è parte anche la Regione (al Cda del 15 giugno erano presenti sia il presidente Acquaroli che il segretario generale Becchetti) non ha mai deliberato l’entità del compenso da attribuire al consulente Mario Baldassarri, in aperto contrasto con la norma dello statuto di Istao (art.6 comma 5) che lo indica quale atto esplicito in capo allo stesso Cda.

Come sia stato possibile deliberare, al punto 3 dell’ordine del giorno, la “nomina del coordinatore delle attività Istao” senza determinare esattamente il suo compenso è un altro passaggio oscuro. Non so con esattezza se questo atto, di cui la Regione è la principale regista e protagonista, abbia risvolti di natura erariale ma certo, almeno, appare strano che i cittadini paghino soldi pubblici a un istituto privato che, peraltro, fa parte del Gruppo amministrazione pubblica della Regione, senza che gli amministratori si assumano la responsabilità di una scelta doverosa come prescrive lo statuto».

Carancini conclude che «avallare un compenso oggettivamente sovradimensionato su un monte ricavi di Istao che oscilla in media attorno a un milione di euro appare francamente inaccettabile. Per questo, quale primo firmatario, insieme ai colleghi consiglieri Antonio Mastrovincenzo e Fabrizio Cesetti, ho depositato specifica interrogazione».

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