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Luminare della Medicina
e uomo più longevo delle Marche:
addio a Luigi Miti, aveva 108 anni

LUTTO - Nato a Potenza Picena nel 1914, si era trasferito ad Ancona. Primario emerito all'Umberto I, un centinaio di pubblicazioni scientifiche e diversi riconoscimenti, tra cui la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. Era stato anche uno dei capi della Resistenza dorica

Il professor Luigi Miti

Con i suoi 108 anni compiuti lo scorso 20 dicembre, era l’uomo più longevo delle Marche ma, soprattutto, uno stimatissimo luminare della medicina, avendo dedicato tutta la vita alla professione medica come Primario Emerito della Divisione di Medicina Generale dell’ospedale Umberto I di Ancona, dando alle stampe oltre cento pubblicazioni scientifiche.
Il professor Luigi Miti, nato a Potenza Picena nel 1914, è venuto a mancare questa mattina ad Ancona, dove risiedeva da sempre, nella zona del Passetto, in via Thaon de Revel la cui curva, conosciuta dagli Anconetani come ‘la curva Miti’, è così denominata proprio per il fatto che lì vi abitava.
Luigi Miti svolse le elementari a Potenza Picena, quindi proseguì al liceo di Fabriano per poi continuare con gli studi in Medicina e Chirurgia, nel 1940, all’Università di Roma dove conseguì più specializzazioni, ricoprendo poi importanti posizioni in ambito medico sia regionale che nazionale oltre ad essere docente universitario.

Il professor Luigi Miti insieme all’ex sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli

Ma miti si distinse anche durante il secondo conflitto mondiale, come storico capo della Resistenza Anconetana.
Il Comune di Potenza Picena, tramite il sindaco Sergio Paolucci, nel 2009 gli conferì la cittadinanza onoraria per i suoi meriti in campo medico mentre, nel 2014, l’allora sindaca Valeria Mancinelli gli conferì la cittadinanza benemerita.
Tanti i riconoscimenti ricevuti dal professor Miti, come anche la medaglia d’oro dell’Ordine dei Medici della provincia di Ancona e la medaglia d’argento al merito della Sanità Pubblica con Decreto del Presidente della Repubblica.

«Dopo le vicende che lo videro protagonista nel corso della Seconda guerra mondiale che gli meritarono la Medaglia di bronzo al valor militare – ricorda l’ex sindaco di Potenza Picena Paolucci – si distinse nella lotta al nazifascismo accanto ai partigiani, impiegò tutta la sua vita nello studio per salvare vite e nella costruzione del primo ospedale più importante delle Marche, l’Umberto I ad Ancona. Nel maggio 2009 la nostra amministrazione diede alle stampe un libro su Potenza Picena nel quale fra storia e foto della nostra splendida città ricordammo con alcune monografie i personaggi che hanno reso illustre la nostra comunità e fra questi dedicammo una pagina al professor Luigi Miti. A lui in occasione della presentazione del libro concedemmo la cittadinanza onoraria di Potenza Picena. Fu una bellissima festa e Miti e la sua famiglia ci furono grati. Da lì iniziò una bella amicizia. In seguito abbiamo avuto l’onore di essere invitati più volte dalla figlia Paola ai suoi compleanni e poi fu nostro gradito ospite nel corso dell’estate nello storico ristorante di Porto Potenza il ‘Nettuno’ che egli conosceva e frequentava. E anche qui fu subito festa, riconosciuto dal titolare e dagli altri ospiti spegnemmo le 95 candeline. Non dimenticherò mai l’umanità la professionalità del professor Miti – conclude Paolucci – Una persona semplice eppure così importante. Oggi piangiamo la scomparsa di un nostro grande concittadino. Alle figlie Paola e Angela, al genero professor Sergio De Paoli e a quanti gli hanno voluto bene, porgo le mie più sentite condoglianze, certo di aver fatto bene a celebrarlo e a ringraziarlo per il bene profuso nei confronti di tutta la nostra comunità, da vivo».
Profondo cordoglio per la scomparsa del professor Luigi Miti è stato espresso anche dal primo cittadino di Ancona, Daniele Silvetti. «L’amministrazione comunale ricorda l’uomo, il luminare della medicina – ha detto -, colui che lascia il suo sapere attraverso le oltre cento pubblicazioni che ha curato. Un profilo professionale altissimo e di vanto per tutte le Marche. Primario emerito all’Umberto I e medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica, non sarà dimenticato dalla città che lo ha ospitato».

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