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Antonio Mastrovincenzo: «L’alluvione?
le misure adottate sin qui da Meloni
e Acquaroli sono del tutto inadeguate»

LA CRITICA - A meno di 30 giorni dal triste anniversario l'esponente del Pd in consiglio regionale giudica insufficiente quanto deciso sino ad ora a ogni livello dal centrodestra

Antonio Mastrovincenzo

di Antonio Bomba

Manca meno di un mese al triste anniversario dell’alluvione del 15 settembre 2022 che devastò tanti comuni del pesarese e del senigalliese, causando diversi morti e infiniti danni materiali. Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale del Partito Democratico, giudica del tutto insufficienti e inadeguate le misure adottate dal governo Meloni e da quello Acquaroli sia dal punto di vista pratico e organizzativo che da quello economico.

«Il 15 settembre – è l’inizio del suo comunicato – è vicino e a quasi un anno dall’alluvione, purtroppo, è evidente lo stato di abbandono in cui versano i territori dell’entroterra anconetano e pesarese colpiti: legna negli alvei di fiumi e torrenti, decine di ponti chiusi, strade inagibili, frane su cui intervenire. Le attività di ripristino vanno fortemente a rilento a causa della gestione totalmente sbagliata della giunta Acquaroli: manca un progetto coerente e la somma urgenza è erroneamente tradotta nel lavoro di qualche escavatore nel fiume, tanto che poi in alcuni casi si sono dovuti più volte eseguire interventi nello stesso tratto a seguito delle piene registrate a gennaio, marzo e maggio».

Per quel che riguarda il Governo nazionale invece, secondo Mastrovincenzo «Le risorse stanziate dal Governo per la copertura dei danni, 400milioni in 3 anni a fronte di una stima che va oltre il miliardo, sono davvero poca cosa. E per ora, solo 96milioni sono arrivati nelle Marche, parte dei quali ancora inutilizzata. Questa è la sensibilità del governo Meloni verso la nostra regione».

L’esponente Dem passa poi ad elencare le proposte avanzate da lui e dai suoi colleghi in consiglio regionale: «Un progetto organico di mitigazione del rischio che, ad esempio, già esiste per il fiume Misa: è l’assetto di progetto redatto a seguito dell’alluvione del 2014 che andrebbe ampliato ai territori allora non ricompresi. Le vasche di espansione in fase di progettazione sono inserite in quel documento ed è previsto il loro finanziamento, ma non si hanno notizie sulla loro realizzazione. Servono assolutamente interventi strutturali di lungo termine, che riducano drasticamente i rischi. Le somme di denaro utilizzate finora, avrebbero potuto essere spese per un progetto complessivo che limitasse il rischio, dovuto alla maggior velocità del fluire dell’acqua a seguito delle risagomature dell’alveo, per i cittadini di Senigallia e dei centri abitati che si trovano vicino al fiume. E sicuramente parte delle risorse – prosegue – potevano essere utilizzate anche per ripristinare tratti di strada nei comuni dell’entroterra. Quale copertura finanziaria dobbiamo attenderci per enti locali, cittadini e imprese, data l’esiguità di risorse stanziate?».

Poi, si riparte con l’analisi dell’operato della giunta regionale: «Non ha neanche ipotizzato un criterio di riparto. Per ora i Comuni, con difficoltà, stanno erogando le prime somme di ristoro, 5.000 euro per cittadini e 20.000 euro per le attività economiche, le quali rappresentano un aiuto residuale, nella maggior parte dei casi, rispetto al danno subito. E in questa difficile situazione, andrebbe alimentato un coordinamento costante con i Sindaci che, oltre a non aver potuto beneficiare di assunzioni di personale aggiuntivo, attendono risposte e supporti tecnico-organizzativi che invece non ci sono. Infine, per quanto riguarda il sistema di allerta, in Emilia Romagna in via sperimentale è stato adottato l’Italert, per avvisare immediatamente i cittadini in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti, inviando messaggi ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica. È tempo che anche nelle Marche – Mastrovincenzo si avvia alla conclusione – si sperimenti questo sistema. Nella scorsa legislatura esisteva un modello simile, accantonato inspiegabilmente dall’attuale Amministrazione regionale».

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