Il territorio di Fabriano sta affrontando una sfida critica nel settore elettrodomestico e industriale, con gravi implicazioni sull’occupazione e sull’economia locale. La situazione attuale mette a rischio la perdita di posti di lavoro nelle grandi aziende, accompagnata dalla chiusura delle attività connesse. Lo sostiene Giampiero Santoni, segretario regionale Fim Cisl Marche che fa osservare in una nota come «le grandi aziende locali stanno affrontando una riduzione significativa degli ordini, con cali dal 20% al 40% rispetto al 2022, anno che aveva già sperimentato una flessione media del 15%. La prolungata utilizzazione della cassa integrazione ordinaria è diventata una realtà preoccupante che pesa fortemente sul potere d’acquisto dei dipendenti e delle loro famiglie, già gravemente colpite dalla congiuntura economica negativa».
Il settore elettrodomestico è particolarmente colpito da una contrazione della domanda causata dall’aumento dell’inflazione, dai tassi d’interesse crescenti e dall’instabilità del mercato post-Covid-19. Questo scenario non promette una ripresa dei volumi e del fatturato nei prossimi 12 mesi. A complicare ulteriormente la situazione, ci sono le incertezze legate alle decisioni strategiche a livello nazionale ed europeo riguardo all’utilizzo delle energie, come il dilemma tra gas ed elettrico. Queste incertezze hanno creato una mancanza di chiarezza per gli acquirenti e gli investitori in tutta l’area Emea, influenzando negativamente i mercati. «Le piccole aziende che compongono l’indotto risentono pesantemente di questa situazione. – continua Santoni – L’uso massiccio di ammortizzatori sociali sta diventando insostenibile a causa dei costi crescenti, mettendo in pericolo la loro stessa sopravvivenza. Inoltre, la crescente precarietà del lavoro e la mancanza di rinnovi contrattuali stanno aprendo la strada alla disoccupazione».
«Una “tempesta perfetta” che rischia di spazzare via o comunque impattare fortemente su un territorio e un settore già compromesso dalle grandi crisi aziendali – evidenzia nel comunicato il segretario Fim Cisl – Nelle prossime settimane, si prevedono importanti movimenti di cessioni aziendali e cambiamenti strategici con aziende come Whirlpool ed Electrolux coinvolte. In particolare alla Whirlpool, nello specifico il sito di Melano con 500 addetti, dove da oltre un anno è ripresa la cassa integrazione, la produzione si è ridotta del 40/45% e rischia di lavorare solo una settimana a settembre. La parte impiegatizia che occupa altrettanti addetti non è da meno, anche se fino ad oggi non è intervenuta la cassa integrazione si è fatto comunque un grande uso di “istituti contrattuali” (ferie forzate) che ha ridotto notevolmente l’attività lavorativa. A tutto ciò si aggiungono le preoccupazioni per il prossimo passaggio alla nuova società al 75% in mano alla turca “Arçelik” che potrebbe aprire scenari sicuramente complicati per un territorio già fortemente colpito dalla emorragia dei posti di lavori».
«Electrolux sicuramente non rimarrà a guardare con i conti in forte rosso a livello internazionale e dove non è chiara la strategia “vende o non vende”, ci risulta che sarebbe intenzionata a smembrare il gruppo cedendo la parte chiamata “Professional” (marchi Zanussi e Zoppas). – riporta nella nota Giampiero Santoni – Ovviamente questo non lascia tranquilli i circa 200 addetti del sito di Cerreto D’Esi che produce cappe. Il 31 agosto, a Bologna, ci sarà un incontro con i vertici di Electrolux Italia e il sindacato. Anche tra i lavoratori della Whirpool oramai serpeggia preoccupazione, sconforto e insoddisfazione, sono stanchi di non conoscere quale sarà il loro futuro e hanno bisogno di certezze. – fa sapere Santoni – Il 25 settembre, probabilmente, verrà convocato dall’azienda a Roma il Coordinamento nazionale, ci aspettiamo novità o comunque di capire quale sarà il futuro di questa grande realtà del territorio»
«Bene i tavoli ministeriale aperti al Mimit sull’industria nello specifico sul settore elettrodomestico, ma per Fabriano vanno date risposte immediate e vanno fatti interventi mirati. Chiediamo come sindacato alle istituzioni locali, regionali e nazionale un’attenzione particolare e d’intervenire dando risposte al territorio, non vogliamo “fabbriche di cassa integrazione” come visto negli ultimi decenni, non possiamo e non dobbiamo perdere il know-how, la strategicità e le professionalità acquisite in tanti anni. – conclude il comunicato del segretario regionale Fim Cisl Marche – Nel contempo si possono e si devono creare le condizioni per dare un futuro alle nuove generazioni che sempre di più si vedono costrette a cercare lavoro al di fuori dei nostri territori. Bisogna fare presto c’è la necessita di reinventarsi un territorio industriale che come storia ha fatto grande questo paese e che può ancora fare tanto».
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