di Antonio Bomba
L’Ocean Viking sbarcata stamattina al porto di Ancona rappresenta la settima nave Ong che, dopo aver tratto in salvo dei migranti in mare, è stata destinata allo scalo dorico. Questo dall’inizio dell’anno, da quando cioè il Governo Meloni ha deciso di smistare gli arrivi delle navi salva-persone in più porti d’Italia, sgravando così in parte Lampedusa dal suo compito di accoglienza obbligatoria in quanto primo porto sicuro.
La situazione però, continua a ripetere l’Amministrazione comunale attuale, è ormai insostenibile e il livello di saturazione è già stato raggiunto. Come mai? Da quanto è emerso in questi 9 mesi il problema maggiore per il comune, quando queste persone che lasciano il proprio paese giungono nella nostra città è il seguente: i minorenni che hanno effettuato il viaggio senza genitori devono essere trattenuti nel comune stesso, il quale poi deve occuparsene. In questa specifica occasione a quanto si intuisce è stata concessa un’eccezione alla norma, con i 3 minorenni che verranno trasferiti anche loro fuori regione al termine delle verifiche in corso al ‘Paolinelli’ di via Albertini.
Tutto risolto così? Non lo crediamo e non lo crede nessuno. Anche perché le probabilità che una Ong venga riassegnata allo scalo dorico è assai probabile. E non si sa mai quanti minori abbia a bordo in un primo momento, ma solo dopo un po’ di ore.
A tal proposito il sindaco di Ancona Daniele Silvetti resta convinto che così non si possa andare avanti e da noi contattato rivela che: «Sentirò a ore, o comunque a breve, direttamente Piantedosi (Matteo, ministro degli Interni, ndr) su quale sia il piano del governo e su come si intenda agire». Questo perché, fa notare Silvetti «Va bene le rassicurazioni che mi ha dato Antonio Tajani (ministro degli Affari Esteri, ndr) ma vorrei capire poi come queste vengono tradotte in fatti concreti. Nel frattempo – conferma – i minori sbarcati andranno fuori regione». Il sindaco fa notare che il problema non è solo di Ancona «tant’è che la stessa Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ndr) ha posto domande simili a chi di dovere. Perché forse ci si dimentica che sono le Amministrazioni le prime coinvolte in questo processo e a stare sul territorio». Insomma, traendo le conclusioni, Silvetti chiederà a Piantedosi «quali rivendicazioni sono state fatte o verranno fatte sul tavolo europeo per risolvere questa situazione».
E continuando a parlare di Europa e tavoli, il numero dei migranti che giungono quotidianamente in Italia è tale che Francia e Germania hanno deciso di sospendere momentaneamente il meccanismo volontario di solidarietà, indispensabile per ricevere e accogliere una quota di richiedenti ospitalità che giungono dal nostro Paese. La motivazione portata è che l’Italia non rispetterebbe gli accordi di Dublino, registrando solo una minima parte di coloro che entrano quando invece un paese di primo approdo dovrebbe registrarli tutti. Chissà. A fine mese i ministri degli Esteri di tutta Europa si vedranno per iniziare a discutere di come riformare l’accordo di Dublino.
Quel che è certo è che tutto questo porta Silvetti a una considerazione: «Loro non accolgono più i migranti che vengono dall’Italia? Noi siamo un paese con il mare su ben 3 lati. Allora cosa dovremmo dire?». Secondo il primo cittadino «Su una simile questione (quella dell’immigrazione e l’accoglienza dei migranti, ndr) l’Europa non può andare a 2 o 3 marce. L’europeismo esiste davvero – si chiede retoricamente – oppure è soltanto un esercizio dialettico?».
Dicevamo che gli sbarchi si contano ormai a migliaia al giorno. Perché oltre a coloro che arrivano con le navi Ong, centinaia sono le imbarcazioni e i mezzi di fortuna che ogni giorno giungono al sud della nostra penisola, principalmente a Lampedusa, con la speranza di trovare condizioni di vita migliori. Gli arrivi in termini numerici sono così passati da migliaia al mese a diversi migliaia al giorno.
Sul tema poco fa ha detto la sua anche il vicesindaco Giovanni Zinni. Sul piano strettamente amministrativo e organizzativo l’assessore alla Protezione Civile ha confermato che «la nostra capacità di risposta dopo ogni sbarco è sempre più difficoltosa. Non abbiamo risorse illimitate, le strutture adibite ad ospitare i minori sono sature. Già qualcuno di quelli giunti con i precedenti sbarchi era stato ospitato in albergo». Zinni chiude sperando che l’aiuto maggiore arrivi proprio dall’Ue: «dal punto di vista politico invece auspichiamo una migliore gestione dell’intero fenomeno migratorio da parte di tutta l’Unione Europea. Una politica più efficace con gli sbarchi che, se proprio non dovessero essere addirittura interrotti del tutto, possano almeno diminuire in misura considerevole».
Altri punti di vista? Era il 10 gennaio scorso quando le prime due navi, la Geo Barents e come oggi la Ocean Viking, attraccarono al porto di Ancona. Al tempo la sindaca era Valeria Mancinelli del Partito Democratico e anche lei chiese di rivedere un po’ tutto il meccanismo sottolineando però come non fosse un problema ospitare i minori o i migranti in sé. «non me ne frega niente – queste le testuali parole che pronunciò l’allora sindaca dalla banchina di attracco – delle polemiche e schermaglie politiche riguardanti l’accoglienza dei migranti. È un problema per loro e per la loro salute percorrere migliaia di chilometri in più, ma non per Ancona accoglierli».
Le fece seguito l’assessora ai servizi sociali Emma Capogrossi nel confermare tutto quanto detto da Mancinelli, integrando il suo discorso con la seguente considerazione: «Sono oltre 20 anni che questo fenomeno accade. Quindi sollecitavo la riflessione sul fatto che in oltre 20 anni non sia stato messo a punto un sistema che sia in grado di affrontare un fenomeno che non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale. Per cui andrebbe gestito e organizzato in maniera adeguata e idonea e non che ogni volta ci sia una condizione di emergenza».
Spazio infine a chi la città ancora non l’ha governata mai ma da sempre è in prima linea nella difesa dei migranti. Stiamo parlando della sinistra il cui unico rappresentante in assise è il consigliere comunale Francesco Rubini di Altra Idea di Città. A suo modo di vedere che il sistema di accoglienza dei minori non accompagnati ad Ancona sia saturo poco vuol dire, in quanto: «Esiste un ordinamento internazionale il quale parla chiaro: l’accoglienza è un obbligo di legge» e che «le strutture esistono. Il resto è solo propaganda». Sul fenomeno migratorio in generale, incalza i governi nazionali, dunque non solo quello italiano: «La verità che nessuno ha il coraggio di dire ai cittadini è che un simile fenomeno migratorio è un fatto geopolitico. Credere di poterlo fermare a suon di decreti è assolutamente ridicolo» questo perché secondo lui «quando i popoli decidono di emigrare emigrano. Nulla li tiene. Trasformarli in clandestini non è un modo per risolvere il fenomeno. Anche perché espulsioni e accordi bilaterali non funzionano, lo sappiamo tutti. È inutile fare finta di niente e continuare a prenderci in giro» aggiungendo sul punto che «questi viaggi andrebbero resi regolari. È un dato di fatto che se fossero gestiti su di un piano europeo tutto sarebbe più facile».
Da questa considerazione alla critica ai comportamenti di Francia e Germania il passo è assai breve: «Certo. Entrambe hanno comportamenti inaccettabili. Non esistendo in Europa una vera sovrastruttura politica che si occupi del problema entrambe fanno come vogliono». Per Rubini al momento L’Ue altro non è che «Un raggruppamento di stati in cui ognuno fa come gli pare e fondamentalmente non esiste. Fosse legittimata a governare questi fenomeni – ripete e aggiunge – si potrebbe trovare una soluzione indipendentemente dai capricci, perché questi sono, delle singole nazioni».
In conclusione 2 punti accumunano un po’ tutti: il sistema attuale di accoglienza e distribuzione così com’è non funziona e l’Unione Europea dovrebbe dotarsi di strumenti politici per risolvere il problema. Pertanto proprio da questi si dovrebbe partire per fare un ragionamento comune e trovare la cosiddetta quadra che possa andare bene a tutti.
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