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Movimento 5 Stelle:
«La maggioranza faccia di più
per i disabili e le loro famiglie»

ANCONA - Il Gruppo Territoriale locale chiede anche una maggiore spinta alla Regione su questi temi

Il Gruppo Territoriale di Ancona del Movimento 5 Stelle

di Antonio Bomba

«L’attuale Amministrazione di Ancona sta facendo troppo poco sul fronte delle politiche sociali». È questo in ampia sintesi il parere sul tema del Movimento 5 Stelle di Ancona.

Il Gruppo Territoriale locale, attraverso un comunicato stampa, fa notare come al momento secondo loro siano stati disattesi tutti gli accordi che i candidati sindaco avevano firmato ad aprile scorso con la firma del ‘patto d’inclusione’. Mancherebbe inoltre la pressione che il Comune avrebbe dovuto fare alla Regione Marche affinché almeno quest’ultima si occupasse per bene dei disabili e delle relative famiglie. Una cosa anche questa completamento disattesa sempre per il modo di vedere le cose del M5S.

«Tutto vecchio sul fronte politiche sociali. L’attuale maggioranza – inizia così il comunicato del M5S – ha esordito nel campo delle Politiche Sociali con la mozione proposta al Consiglio comunale il 14 luglio 2023. La stessa proponeva all’assemblea di: redigere un elenco completo delle associazioni operanti nel Comune per garantire tutte le disabilità; un nuovo regolamento della Consulta Disabili; la riattivazione della Consulta stessa ritenuta poco operativa sin dal 2002».

Per il Gruppo Territoriale di Ancona quanto sopra «Era un atto dovuto scaturito dall’impegno che tutti i candidati alle elezioni avevano assunto presso il Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona durante la campagna elettorale rispetto al ‘Patto per l’Inclusione’, sottoscritto anche dall’attuale Sindaco, ma forse il meno urgente, seppur a costo zero, rispetto ai contenuti del Patto che individuava problemi ben più urgenti e gravi da affrontare e che affliggono in maniera ormai cronica il settore delle Politiche sociali in ambito comunale. Era necessario – il Movimento 5 Stelle prosegue – un approccio ben più deciso che abbracciasse i contenuti del Patto soprattutto nei punti in cui, per esempio, era espressa urgente richiesta al Sindaco di: garantire soluzioni che concorrono a realizzare progetti di vita, autodeterminazione e autonomia ed a supportare l’ambiente familiare della persona; approntare strategie e modelli organizzativi consolidati, continuativi e flessibili, calibrati sul progetto personale».

Il Movimento 5 Stelle di Ancona al Duomo

Soprattutto però, sempre per il M5S di Ancona, la maggioranza di centrodestra avrebbe dovuto «chiedere alla Regione Marche maggiore attenzione e sensibilità per l’incremento del Fondo per le Politiche Sociali oltre a garantire risorse economiche al Fondo sulla non autosufficienza e risorse per attuare politiche di inclusione delle persone con disabilità e favorire il coinvolgimento di organizzazioni che si occupano di disabilità, forme di co-progettazione co-programmazione e accreditamento per soddisfare i bisogni come dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2020. Evidentemente l’attuale maggioranza era già a conoscenza che nella Giunta della Regione Marche – il comunicato va avanti – la sensibilità al tema fosse nulla. Infatti ai primi di agosto, all’approvazione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale, è emerso che non solo non vengono mai nominati il Fondo per le Politiche Sociali ed il Fondo sulla non autosufficienza, ma non viene menzionata nessuna iniziativa di finanziamento per consentire ai Comuni l’attuazione di politiche di inclusione delle persone disabili».

Il messaggio del M5S prosegue con ulteriori considerazioni: «Questo significa che non solo per il 2023, ma anche per i prossimi anni, sia il dipartimento delle Politiche sociali sia le strutture comunali e convenzionate, rimarranno sottodimensionate, impossibilitate ad esprimersi al massimo delle potenzialità oltre a rinunciare all’importante aiuto che le tante associazioni del settore potrebbero dare soprattutto sul tema dell’inclusione sociale dei soggetti fragili».

La conclusione del Movimento 5 Stelle è che «Rimarrebbe ancora e solamente, la Famiglia come unico baluardo a sostegno dei soggetti con difficoltà. Vi sbagliate, anche la Famiglia, parola d’ordine in voga, viene tradita dal Piano Socio Sanitario regionale nella sostanza. Indicata come componente essenziale di un sistema integrato e individuato il ruolo del Caregiver familiare come determinante, il Piano Socio Sanitario regionale rinuncia invece a indicare le risorse finanziarie affinché il tutto si realizzi».

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