facebook rss

«L’Intelligenza Artificiale
è già nel processo
e dovrete farci sempre più i conti»

DIRITTO - I Big Data influenzeranno presto, anche in Italia, la risposta di giustizia. Nell’evento sul tema dell’IA dal titolo "Macchine informate sui fatti, Persone informate sui dati" il confronto su un futuro già molto vicino

«L’Intelligenza Artificiale è già nel processo e dovrete farci sempre più i conti».
Ecco il messaggio di sintesi del Primo Presidente Emerito della Corte Suprema di Cassazione, Giovanni Canzio, soprattutto destinato agli avvocati, intervenendo all’evento introdotto dal presidente Coa Ancona, Gianni Marasca, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Ancona, sul tema “Macchine informate sui fatti, Persone informate sui dati”.
L’incontro molto partecipato anche dal mondo della magistratura, conferma l’attenzione ad un fenomeno molto dibattuto che, se non governato, potrebbe travolgerci arrivando ad un giudice-macchina che solleverebbe molte riflessioni in primis dal punto di vista etico.

La sfida è combinare l’evoluzione tecnologica con la tutela delle garanzie. Come farlo, spetta alla politica che dovrà adottare il regolamento europeo a cui si sta lavorando già da alcuni anni, dandosi delle regole nazionali sui vari passaggi del processo che spetteranno alla politica che, a questo punto, non potrà far finta di nulla. Scrivere le regole sarà fondamentale «e – come detto da Marasca – considerando che le scelte tecnologiche non hanno una morale, spetterà a noi definire i confini».
La sintesi emersa dalla tavola rotonda è dunque che, come specificato da Aldo Franco Dragoni, «l’Intelligenza Artificiale deduce, adduce e apprende dall’esperienza come fa il bambino piccolo che apprende che quando ha fame, piange e la mamma arriva» e quindi, oltre ad essere già una realtà, va veloce e impara con strumenti superiori alle potenzialità della mente umana.
Il punto è l’affidabilità dei dati per come è progettato e funziona lo strumento, e le possibili conseguenze. Il contributo di Ernesto Napolillo, Sostituto Procuratore della Repubblica di Pesaro, ha ampliato la discussione alle conseguenze sugli aspetti procedurali. L’evoluzione deve essere veloce, dal dibattito passare alla pratica perché la tecnologia corre velocissimo, più dei tempi della politica che dovrà prendere atto delle regole scritte a livello comunitario il cui testo provvisorio è stato commentato da Lucia Ruggeri, direttore della Scuola di Specializzazione di Diritto Civile all’Università di Camerino.

Gianni Marasca

L’Ia (intelligenza artificiale) sta rivoluzionando la vita delle persone a livello personale, sociale e lavorativo e lo farà sempre più con quello delle professioni e di conseguenza anche della giustizia. Come cambia va valutato, sapendo già che tali algoritmi che stanno guidando le decisioni economiche, finanziarie e strategiche potrebbero entrare massivamente anche nel mondo della giustizia e creare una profilazione sia dei giudici che degli avvocati potenzialmente pericolosa. Non a caso nel testo base delle regole europee, la giustizia sta nella più alta soglia di rischio riguardando i diritti fondamentali delle persone per come intendiamo la tradizione giuridica occidentale.
Eppure, nel mondo anglosassone l’intelligenza artificiale generativa la stanno verosimilmente già usando per argomentare le sentenze ed aiutano gli avvocati nelle requisitorie. E’ un futuro già presente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X