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Incidente al serbatoio Tk61 dell’Api:
in 19 rischiano il processo,
denunce presentate da 1.052 cittadini

FALCONARA - Dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura, è stata fissata per il 18 gennaio 2024 l'udienza preliminare dal gup Francesca De Palma. Tra le accuse anche quelle di disastro ambientale e lesioni. Nel 2018 la fuoriuscita di una nuvola di gas idrocarburici e la conseguente percezione di forti e prolungati miasmi da parte dei residenti

I controlli alla raffineria Api il 12 aprile del 2018

Sono 19 le persone che rischiano il processo per l’incidente al serbatoio TK61 della raffineria Api di Falconara.

Gli indagati sono: Giancarlo Cogliati, Giovanni Bartolini, Daniele Galassi, Daniele Fiorucci, Pierfilippo Amurri, Andrea Arcangeletti, Luigi Caiazzo, Carlos Alberto Lucertini, Marco Felicetti, Antonio Fratellini, Marco Ciattaglia, Michele Del Prete, Stefano Tarini, Luca Pieralisi, Damiano Quarta, Giancarlo Marchetti, Francesco Luccisano, Simone Margiotta e Alberto Maria Chiarini. Per loro la procura ha chiesto il rinvio a giudizio, devono rispondere, tra le altre cose a vario titolo, anche di disastro ambientale e lesioni. La giudice Francesca De Palma ha così fissato l’udienza preliminare per il 18 gennaio 2024.

 Mentre sono 1052 le parti offese, ossia i cittadini che avevano sporto denuncia ai carabinieri per le esalazioni pestilenziali che erano state avvertite anche ad Ancona e Senigallia. Nel decreto di fissazione dell’udienza preliminare, tra gli oltre mille denuncianti, ci sono anche i nomi del sindaco di Falconara, Stefania Signorini; l’assessore Valentina Barchiesi e l’assessore Ilenia Orologio.

L’Api Raffineria, dal canto suo, ha sempre tenuto a ribadire «la certezza del corretto operato delle sue persone e l’incondizionata fiducia nella magistratura giudicante, davanti alla quale è pienamente fiduciosa di presentare le prove e gli argomenti circa la totale infondatezza delle ipotesi accusatorie formulate dalla procura».

Il Tk 61, del diametro di circa 100 metri, era il serbatoio protagonista del primo fascicolo d’inchiesta aperto dal sostituto procuratore della Repubblica, Irene Bilotta, uno dei serbatoi più grandi d’Europa per una capacità di portata pari a 160mila metri cubi di petrolio greggio. L’incidente del 2018 provocò la fuoriuscita di una nuvola di gas idrocarburici e la conseguente percezione di forti e prolungati miasmi da parte dei residenti, oltre al serio pericolo per la sicurezza derivante dal rischio di esplosioni.

Redazione CA

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