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Un corteo con fiaccolata
per Giulia Cecchettin

ANCONA - Con partenza dal Passetto, l'iniziativa promossa dall’associazione culturale universitaria e lista di rappresentanza dell’UnivPm Gulliver e da Non Una di Meno Transterritoriale Marche, si concluderà in piazza Roma

Un “Corteo con fiaccolata per Giulia Cecchettin, contro la violenza di genere”.
E’ quello che si svolgerà domani, alle 18.45, per stringersi nel ricordo della giovane donna brutalmente uccisa dall’ex fidanzato nell’ennesimo caso di femminicidio.
Il corteo partirà da piazza IV Novembre, lato pineta, e proseguirà per il Viale della Vittoria per poi arrivare in piazza Roma.
L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale universitaria e lista di rappresentanza dell’UnivPm Gulliver e da Non Una di Meno Transterritoriale Marche.
Il corteo sarà accompagnato da interventi, musica e poesie.
«La cittadinanza è invitata a partecipare – scrive Gulliver -, portando cartelloni, indumenti viola o fucsia, oggetti per far rumore e candele. Si chiede di non portare simboli politici o bandiere. Sarà un momento di incontro tra la cittadinanza e la componente studentesca, non solo per ricordare Giulia Cecchettin e tutte le vittime di femminicidio – prosegue -, ma anche per riflettere sul contesto socioculturale in cui questi eventi sono collocati. Nella società patriarcale, in cui il femminile è relegato ad una posizione di inferiorità e in cui è pervasiva la cultura del possesso, la violenza non solo non solo non è condannata, ma addirittura giustificata. Ogni episodio di cronaca è inevitabilmente accompagnato da domande riguardo le motivazioni della rabbia degli aguzzini, riguardo agli indumenti della vittima o su cosa stesse facendo al momento dell’aggressione. Gli assassini e gli stupratori vengono descritti come mostri, come anomalie della società, quando invece sono soltanto i figli di quella che viene definita – aggiunge – “cultura dello stupro”, che inizia negli spogliatoi, nelle risate tra ragazzi che si vantano di aver fatto piangere l’ennesima ragazza, nelle urla tra le mura di casa, negli squallidi commenti sulle donne e sul loro corpo su ogni tipo di mezzo di comunicazione, in Tv quando i programmi televisivi sono aperti da inquadrature su corpi di donne che ballano. Per abbattere la violenza di genere – conclude – i minuti di silenzio non sono sufficienti, il primo passo è rieducare la popolazione tutta, a partire da scuole e università, ma anche negli ambienti di lavoro e in famiglia. Una vera e propria rivoluzione culturale che passa anche attraverso le manifestazioni e i cortei, anche in vista della Giornata Internazionale contro la violenza di genere, che ricorre il 25 novembre».

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