Uno scossone sulla gestione dell’ospedale Torrette di Ancona. Lo hanno dato otto capi dipartimento del nosocomio stesso, Michele Riccio, Marcello Tavio, Marco Di Eusanio, Andrea Giovagnoni, Marcello D’Errico, Andrea Ciavattini, Lina Zuccatosta e Paolo Balercia, cui si aggiunge Mauro Silvestrini, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche. I professionisti hanno lanciato un allarme sul «degrado degli standard assistenziali e di sicurezza» a causa «della perdita del numero minimo di operatori sanitari adeguati a sostenere l’operatività quotidiana». E visto l’altissimo profilo dei professionisti in questione il richiamo è risuonato forte e chiaro nei palazzi dorici.
Il Partito Democratico è partito subito alla carica inchiodando la Regione alle sue responsabilità. Per primo è sceso in campo Maurizio Mangialardi. «Chissà se l’assessore Saltamartini risponderà alla lettera choc degli dirigenti medici con la stessa supponenza con cui si è rivolto in aula al nostro consigliere Fabrizio Cesetti che di fatto, con una puntuale interrogazione, poneva alla giunta regionale gli stessi problemi: inefficienza dei servizi, crollo degli standard assistenziali, fuga del personale sanitario verso altre strutture ospedaliere, specie del privato, crisi dell’attività didattica – tuona il capogruppo dem in consiglio regionale – Saltamartini continua a sbandierare classifiche apparse su alcuni settimanali nazionali che vorrebbero Torrette come il primo ospedale d’Italia, ma non vede che la realtà è completamente diversa. Ad accorgersene, invece, oltre ai cittadini utenti che subiscono sulla loro pelle i gravi disservizi della sanità regionale, sono medici e infermieri, che nonostante la professionalità e l’abnegazione con cui provano a garantire la qualità delle prestazioni erogate dalla sanità pubblica, evidentemente stanno ormai soccombendo all’incompetenza della giunta regionale. Sarebbe ingeneroso mettere in capo al solo Saltamartini le responsabilità di questo disastro che non ha precedenti, frutto di una politica regionale sanitaria acefala, dove non di capisce mai chi prende le decisioni: Acquaroli? Saltamartini? Il nuovo sottosegretario Aldo Salvi?».
Per Fabrizio Cesetti invece la responsabilità dell’assessore alla sanità c’è eccome e il consigliere regionale ne chiede (politicamente) la testa annunciando la mozione di sfiducia presentata nel pomeriggio. «Un atto necessario e non più rinviabile – spiega Cesetti – specie dopo la irricevibile risposta resa da Saltamartini in occasione dell’ultimo consiglio regionale. L’assessore si è permesso di dire che quella mia richiesta rappresentava una denigrazione del sistema sanitario della nostra Regione, ma quanto da me sostenuto è ripreso integralmente dai direttori di dipartimento di Torrette. Mi sembra evidente che l’assessore non abbia più la lucidità per valutare correttamente ciò che sta accadendo nel più importante ospedale delle Marche e non abbia cognizione del caos in corso nella sanità regionale. E Acquaroli non può continuare a fare il furbo facendo finta di non sapere e scaricando solo sulla Lega, su Saltamartini ed eventualmente sul neo sottosegretario alla giunta regionale, nonché ex primario del pronto soccorso di Torrette Aldo Salvi, responsabilità che sono principalmente sue, in quanto a capo della giunta che ha fortemente voluto una riorganizzazione del sistema sanitario palesemente fallimentare e riscritto un piano sociosanitario che non è in grado di dare una sola risposta per garantire il diritto costituzionale alla salute dei marchigiani. E’ arrivato anche per lui il momento di farsi carico della rivolta che monta all’interno di Torrette e di molti altri ospedali della nostra regione, avocando a sé la delega alla sanità».
A metterci il carico la segretaria regionale del partito Chantal Bomprezzi, che invece prepara il documento di proposta che il Pd vuole mettere in campo per il riordino della sanità regionale: «Credo che se persone di così alta fama e competenza, peraltro di una struttura di eccellenza come Torrette, siano arrivati a dover ricorrere a un appello pubblico la situazione sia davvero grave, molto di più di quanto abbiamo denunciato sinora. Non c’è tempo da perdere – afferma Bomprezzi – martedì prossimo in direzione regionale approderà un documento, il nostro manifesto per costruire l‘alternativa sulla sanità regionale. Lo abbiamo elaborato negli scorsi mesi attraverso un percorso e un approccio unitario e partecipato a cui tutti hanno contribuito: il gruppo consiliare, i segretari provinciali, il tavolo sanità Pd Marche, esperti, professionisti. Credo che questa sia una battaglia irrinunciabile che dovremo percorrere tutti insieme, a partire da tutte le forze politiche che non si riconoscono in questa maggioranza. Abbiamo il dovere di non lasciar soli i cittadini marchigiani, le nostre famiglie, il personale medico e paramedico, i pazienti».
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