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Restringimenti stradali a Passo Varano?
«È per la pista ciclabile. Non si può avere
‘botte piena e moglie ubriaca’»

ANCONA - Il tema dell'eccesso di dossi, restringimenti e limite dei 30 orari, segnalatoci da vari cittadini nei giorni scorsi, è stato trattato in consiglio comunale. L'assessore alla Mobilità Giovanni Zinni ha chiarito che si tratta di un provvedimento che rientra nel progetto 'Biciclettiamo' finanziato con i fondi Pnrr. Le accuse di Quacquarini e la replica del vicesindaco: «Cattiverie gratuite»

Una stringitoia realizzata lungo la strada di Passo Varano per favorire l’arrivo della pista ciclabile

di Antonio Bomba

Diversi lettori nel corso degli ultimi giorni ci hanno segnalato un particolare problema legato alla viabilità. La zona è quella di Passo Varano dove, la scorsa settimana, il Comune di Ancona ha creato attraverso dossi e restringimenti vari una zona a 30 all’ora. Secondo alcuni questa sarebbe abbastanza pericolosa, per altri addirittura molto. Tutti temono che, prima o poi, un incidente possa avvenire, causato magari dalla scarsa visibilità, o dal passaggio di un qualche bus o altre situazioni che quotidianamente potrebbero verificarsi.

Questa mattina la faccenda è stata trattata in consiglio comunale con una specifica domanda dal consigliere Massimo Mandarano (Gruppo Misto Italia Viva) all’assessore alla Mobilità Giovanni Zinni durante la fase delle interrogazioni urgenti che apre ogni seduta: «Chi è quel ‘genio’ che ha avuto la brillante idea di fare quella bellissima gimkana a Passo Varano? C’erano già abbastanza problemi con il senso unico che scendeva giù da Tavernelle e occorreva fare il giro del quartiere per tornare alla quercia. Perché quindi quello stringimento della carreggiata in quei 3 punti?»

Nella sua risposta Zinni ha prima fatto un ampio preambolo per spiegare con ironia che: «Sono sacrifici da pagare. Non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca. Da un lato vogliamo fare piste ciclabili e mobilità sostenibile. Ci piacciono i fondi Pnrr e i bandi ministeriali. Ci piace essere in linea con l’Europa e l’aspetto ambientale».

Descritta quella che nel noto modo di dire popolare citato dal vicesindaco dovrebbe essere la ‘moglie ubriaca’, Zinni passa a spiegare come mai ‘la botte non è piena’: «Poi però ci sono delle contro indicazioni come queste. Per il progetto ‘Biciclettiamo’ finanziato con i fondi Pnrr, il quale va a creare piste ciclabili come strumento di spostamento e mobilità dolce, in questo caso dedicato agli studenti universitari che dalle stazioni devono recarsi ai poli universitari. Per consentire che ci sia in una carreggiata non troppo larga – va avanti a spiegare l’assessore – occorreva attivare delle zone 30. Perché – ironizza – non possiamo fare il circuito di formula 1 con le ciclabili accanto».

Zinni prosegue fornendo altri dettagli: «Il progetto è nato dalla procedente amministrazione quindi non so dirle se è un ‘genio’ o no chi lo ha partorito. Nella versione originaria prevedeva un tratto su strada per poi terminare in un altro tipo di strada. Per noi l’’obiettivo era e resta portare quella strada in sicurezza, completare la ciclabile e vedere come va. È ovvio che – specifica l’assessore – se negli anni dovessimo assistere a più problemi al traffico e ai cittadini che vantaggi a chi usufruisce della ciclabile, tutto è rivedibile».

La replica di Mandarano è stata in pieno ‘Mandarano Style’: «A me della ciclabile non me ne sarebbe fregato nulla anche se ero in maggioranza. Così è pericoloso, lo ribadisco». Evviva la sincerità. Il consigliere però prosegue: «Adesso hanno terminato le 3 isolette. Quando ci sarà nebbia o eccesso di traffico, io temo che qualcuno li possa ammazzarsi. Se lo scotto da pagare per la ciclabile è questo, per me ci sono troppi problemi di sicurezza. Basta fare un giro alle 6 quando c’è nebbia. Non ce l’ho con lei assessore ma delle ciclabili – ripete e conclude – non me ne frega un gran cavolo».

Sul tema nei giorni scorsi era intervenuto su Facebook anche l’ex consigliere comunale Gianluca Quacquarini che ci ha anche gentilmente concesso le foto da lui stesso scattate «Ecco i capolavori/trappole – è l’inizio del suo post – nella loro versione definitiva. Le foto non rendono ma è davvero una follia aver realizzato questi restringimenti nei 2 ingressi del centro abitato di Passo Varano. Basta dire che il tempo di fare le foto, 5 minuti, si sono rischiati 3 incidenti. E in quei momenti non è passato nessun bus. Insomma invece di togliere i pericoli li hanno aumentati. In una zona colma già di passaggi pedonali rialzati, dossi, semafori per l’attraversamento pedonale c’era proprio bisogno di questo obbrobrio?».

Il post di Quacquarini prosegue: «Era davvero difficile in questo settore fare peggio di come è stato fatto negli ultimi 10 anni, i nuovi ci sono riusciti. Ripeto ancora agli anconetani: ‘Attenzione pericolo incidenti’ percorrete quella strada solo se strettamente indispensabile oppure è come tirare i dadi».

Aggiornamento delle 16,45: Nel pomeriggio l’assessore alla Mobilità Giovanni Zinni ha tenuto a rispondere a Quacquarini: «Accusare la nostra amministrazione comunale – è stato l’inizio della sua dichiarazione – della cattiva individuazione del tragitto ‘Ancona Varano -Polo Universitario di Monte Dago’ è una cattiveria gratuita che respingiamo al mittente. Non solo non abbiamo scelto noi questa parte di tracciato – aggiunge ribadendo quanto detto stamane in assemblea -, ma per salvare i fondi del Pnrr ho rimodulato il progetto aggiungendo un tragitto nuovo che passa all’interno di varie aree verdi nei quartieri Q1, Q2, Q3 e, ovviamente, Passo Varano. Pertanto ci siamo mossi per salvare i fondi, arricchire il progetto, ma non potevamo stravolgerlo completamente o il progetto – è la sua conclusione – sarebbe stato completamente ritirato e addio fondi Pnrr».

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