«Il Pil delle Marche crescerà nel 2023 dello 0,3%, a fronte di una media nazionale del +0,7%. A certificarlo è il documento di economia e finanza regionale (Defr), presentato pochi giorni fa dalla giunta Acquaroli. Un dato preoccupante non solo per il gap notevole che divide la crescita regionale da quella nazionale, ma anche in comparazione alle altre regioni». E’ quando dichiara il capogruppo dem in Regione Maurizio Mangialardi-
Ci va giù duro l’ex sindaco di Senigallia. «Le Marche, infatti, sono la regione con la crescita più bassa d’Italia. Ancora peggiori sono le previsioni per il 2024, un anno che sarà caratterizzato da crescita zero: è la stessa giunta regionale a porre come obbiettivo un misero +0,1%. A causa di politiche economiche sbagliate, le Marche sono dunque ufficialmente in stagnazione. Una situazione inedita per la nostra regione, che nel 2018 vedeva il pil crescere con un significativo +3,1%. Eravamo allora, la regione più performante; oggi siamo invece maglia nera».
Tutto ciò, secondo Mangialardi, avrà conseguenze pesantissime sul bilancio che andrà in discussione la prossima settimana. «Sono previsti tagli impressionanti: basti pensare agli oltre 4 milioni di euro che sono stati tolti al diritto allo studio – evidenzia l’esponente dem – un risultato causato dall’incapacità della giunta Acquaroli e dalla “filiera istituzionale”, grazie alla quale i trasferimenti statali alle Marche sono stati decurtati di ben 105 milioni. D’altronde, già il report Bankitalia del mese scorso aveva evidenziato gravi criticità: attività “affievolita” nell’industria l’attività si è affievolita; diminuzione degli investimenti; esportazioni ristagnanti, con un ulteriore calo dell’export farmaceutico registratosi di recente; rallentamento del settore delle costruzioni, che rischia di collassare con lo stop al superbonus; flussi turistici in difficoltà con un calo degli arrivi rispetto all’anno scorso. Problemi di tenuta economica molto gravi, che però non sembrano allarmare la giunta Acquaroli, che continua a dormire tranquillamente presentando un Defr incolore e una manovra di bilancio che taglia su tutto, e con la scure, senza investire su nulla di strategico. Ci sono però, gli 80mila euro a testa per le marchette dei consiglieri regionali di maggioranza: interventi che, immaginiamo, riusciranno a invertire la tendenza di declino e decrescita a cui le Marche di Acquaroli sembrano ormai inevitabilmente destinate».
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