di Antonio Bomba
Conerobus. Le perdite per l’anno 2023 sono stimate in 500-600mila euro. E mentre il Comune attende aiuti dal governo nazionale sulla grave crisi che l’affligge, decide intanto di procedere con la riduzione del capitale sociale e, giocoforza la svalutazione delle quote nella partecipata. Ma l’opposizione non è d’accordo e chiede al contrario che l’amministrazione provveda a immettere liquidità nell’azienda di Tpl onde evitare che gli stipendi non vengano pagati.
Lo stato dell’arte di Conerobus è stato illustrato direttamente dal sindaco di Ancona Daniele Silvetti durante il consiglio comunale tenuto mercoledì scorso: «La Regione Marche – ha iniziato a spiegare – con delibera del 5 dicembre ha disposto 5.386.000 euro di ristori, di cui 2.845.000 destinati a Conerobus». Con simili cifre, in qualità di possessore della maggioranza delle quote, il Comune «intende sostanzialmente sorreggere il bilancio dell’azienda nel 2023». Quest’ultimo, a detta dello stesso primo cittadino, è contrassegnato dalla seguente situazione: «Al 31 ottobre lo sbilancio era di 42.000 euro. Mi spiegano però che i mesi di novembre e dicembre peseranno e il passivo sarà di circa 5-600mila euro. È una previsione a spanne, ma siamo lì».
Da qui la decisione: «È già stata convocata l’assemblea straordinaria per procedere alla riduzione del capitale sociale e, contestualmente e inevitabilmente, il Comune di Ancona dovrà provvedere alla svalutazione della sua partecipazione». Silvetti ha poi fatto presente all’aula i ritardi e le difficoltà esistenti nel vedersi assegnare i ristori prima e farseli mandare poi: «Non sappiamo quanto arriverà di quello relativo al covid del 2023. Addirittura – spiega – nel 2022 il ristoro è stato messo a bilancio ma non è mai arrivata la liquidità, quindi i 4,3milioni avrebbero dovuto essere anche di più. È chiaro che quella somma ci farà comodo».
Tutto questo come premessa per spiegare che, al momento ogni azione è rivolta al salvataggio dell’azienda, mentre un autentico un piano per il suo rilancio è di difficile attuazione: «Una volta avuta accortezza e certezza dei numeri, una richiesta ufficiale è già stata fatta al Governo. Per cercare di mettere in sicurezza i numeri dell’azienda e per dargli una prospettiva. Perché è chiaro che con queste erogazioni che arrivano dalla Regione – ammette – la stiamo facendo sopravvivere». Il primo cittadino dorico torna poi una seconda volta sul tema ricapitalizzazione spiegando che «Non è prevista a bilancio né da parte nostra né da parte della provincia. Anzi, andremo a riduzione». Infine, la promessa: «Una volta che avremo risposte dal governo valuteremo che tipo di iniziative intraprendere per rilanciare la più grande azienda di trasporto pubblico regionale».
Silvetti ha fornito il cosiddetto stato dell’arte di Conerobus su domanda di Ida Simonella di Ancona Futura che, in replica, ha ammesso che «per le modalità con cui sono arrivati i fondi, sia per quanto riguarda il covid sia per quanto riguarda l’emergenza del caro carburanti, le dinamiche complesse e la partita è ancora aperta» rilanciando però che «Il tema vero è che tra l’incertezza tra le soluzioni del governo che, non si sa se e quando verranno prese, e un’azienda che si ritrova con un capitale ulteriormente ridotto… noi facemmo quell’iniezione di denaro anticipando il dovuto, facendo ‘da banca’ di fatto. E credo che se non si ricapitalizza questa situazione di crisi di liquidità che riguarda i pagamenti degli stipendi delle persone, diciamo sarà (la crisi, ndr) ancora più netta e evidente».
L’ex assessora delle due giunte Mancinelli prosegue: «Siccome questa cosa non la dico da adesso, ma da prima, ecco è un’antenna che l’ amministrazione deve avere sulla situazione di Conerobus, in particolare e sull’urgenza di una decisione relativa alla ricapitalizzazione. La forma si vedrà e la sceglie il socio ma la ricapitalizzazione – conclude – è necessaria».
Prima della domanda di Simonella, Silvetti aveva annunciato che lo stato delle partecipate e dei servizi di in house providing affidati ad alcune di loro non cambierà, fatta eccezione per l’azienda Tpl di cui abbiamo ampiamente parlato e di AnconAmbiente, visto che resta viva l’idea di farla diventare l’affidataria unica del ciclo integrato dei rifiuti per l’intera provincia di Ancona. Prosegue invece la messa in liquidazione di Cemim, Tirana Acque Scarl e del Consorzio Zona Palombare Scarl.
Così, la delibera nota come ‘razionalizzazione periodica delle partecipate detenute dal Comune di Ancona e approvazione del relativo piano’ è stata approvata con 20 voti favorevoli, 9 astenuti e nessun contrario.
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