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Caso Ferragni-Balocco,
esposti del Codacons anche nelle Marche
«Pubblicità ingannevole e aggressiva»

L'ASSOCIAZIONE, dopo la maxi multa dell'Antitrust, si è rivolta alle procure di Macerata, Ancona, Pesaro, Fermo e Ascoli per chiedere di valutare una possibile truffa aggravata. E ha chiesto di sequestrare i conti delle società legate all'influencer a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori

Il post pubblicato oggi da Chiara Ferragni per chiedere scusa

 

Sul caso Ferragni-Balocco il Codacons chiama in causa anche le procure delle Marche: presentati esposti a Macerata, Ancona, Ascoli, Fermo e Pesaro. Si chiede di aprire indagini per una eventuale truffa aggravata a danno dei consumatori. 

Tutto nasce dalla campagna dell’anno scorso  “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino”, durante la quale la Balocco ha venduto pandori a edizione limitata firmati Ferragni per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing a favore dell’ospedale torinese. In realtà secondo l’Antitrust, che ha multato pochi giorni fa per oltre un milione le due società riconducibili alla nota influencer e per 420mila euro i produttori del pandoro, si è trattato di una pratica commerciale scorretta. L’autorità contesta alle società Fenice e TBS Crew che gestiscono i marchi e i diritti relativi di Chiara Ferragni e alla Balocco di aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario. Le società Fenice e TBS Crew hanno incassato la somma di oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi di Chiara Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino. Secondo l’Antitrust la pratica scorretta si è articolata sia nel far credere, nel comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa, che acquistando il “Pandoro Pink Christmas” al prezzo di oltre 9 euro, anziché di circa 3,70 euro del pandoro non griffato, i consumatori avrebbero contribuito alla donazione che, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco, in cifra fissa, mesi prima; sia nell’aver diffuso, informazioni per avvalorare che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata e per aver pubblicato post e stories sui canali social. Chiara Ferragni proprio oggi ha chiesto scusa e ha annunciato che donerà 1 milione di euro all’ospedale Regina Margherita di Torino.

«Appare evidente e doveroso – si legge negli esposti del Codacons – un intervento da parte delle competenti Autorità per accertare ed in caso sanzionare le pratiche commerciali sopra denunciate in quanto, sulla scia dei sentimenti solidaristici ed alla sensibilità verso le cure per poveri bambini bisognosi, sono stati indotti comportamenti commerciali (l’acquisto di un determinato Pandoro limited edition). Nello specifico la modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro limited edition è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero tati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati. Ingannevole in quanto essa induce o comunque è risultata idonea ad indurre in errore il consumatore medio inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso o che comunque non avrebbe preso con l’auspicio di concorrere per le cure pediatriche di patologie gravissime».

Per tali motivi il Codacons ha chiesto alle procure di «accertare quanto esposto ed in caso positivo di verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità penali e quindi la sussistenza dei presupposti per la contestazione del reato di truffa aggravata ovvero altre fattispecie penalmente rilevanti, oltre che, in caso affermativo, di esperire l’azione penale nei confronti di eventuali responsabili di fatti penalmente rilevanti».

Alla Guardia di Finanza il Codacons ha chiesto di sequestrare i conti delle società legate a Chiara Ferragni «a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori della regione che hanno acquistato il pandoro griffato, i quali, anche in assenza di scontrino, possono chiedere la restituzione di quanto pagato inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it».

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