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«Scuole, disastro accorpamenti:
così rischiamo il commissariamento»

I SINDACATI Cgil, Cisl, Uil all’attacco dopo aver visionato la bozza di delibera della Regione: «E’ solo un taglio, non si è colta l’occasione per riorganizzare. Inoltre dei 19 accorpamenti previsti col Governo ne mettono in atto solo 11. Il rischio è che a pagare siano le aree interne». Contraria anche l’onorevole Irene Manzi del Pd: «Si faccia ampia concertazione con gli enti locali per tutelare tutte le comunità e ridurre l’impatto sui territori»

scuola-scuole-aula-banco-banchi«Questo dimensionamento scolastico concepito solo come taglio e non come occasione di riorganizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa è sbagliato e non migliora il sistema. Inoltre si rischia il commissariamento», così Cgil, Cisl, Uil sul dimensionamento scolastico nelle Marche «un disastro della Regione» dicono dopo la bozza di delibera, presentata ieri, e che prevede 11 accorpamenti di istituzioni scolastiche, 8 in meno rispetto alle 19 stabilite dal Governo e condivise dalla stessa Regione. «Tra l’altro l’incertezza, a meno di un mese dalle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, può influire sulla delicata fase della scelta dei percorsi di studio da parte di famiglie e studenti, vanificando il lavoro di programmazione delle istituzioni scolastiche esistenti e aumentando uno stato di smarrimento che si ripercuote sulle comunità». I sindacati ce l’hanno anche con gli amministratori locali «non hanno brillato per lucidità e responsabilità» dicono. E proseguono: «Le ipotesi messe in campo seguono criteri numerici peraltro non sempre coerenti, non rispondono a un progetto di ottimizzazione e sviluppo di sistema, a partire dalla salvaguardia e dalla valorizzazione delle aree interne e dalla qualificazione dell’Istruzione tecnico professionale, come avevamo suggerito. Proporre la formazione di istituti omnicomprensivi è un errore di prospettiva in una regione che ha bisogno di alimentare la rete tra le comunità». Accorpare i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) rappresenta un altro errore, vista la peculiarità e il ruolo strategico dell’istruzione per gli adulti, in una Regione in cui è fortemente necessario garantire il diritto all’istruzione e alla formazione continua. Non aver raggiunto gli obiettivi fissati dal Governo e recepiti dalla Regione comporterebbe un probabile commissariamento per il taglio di ulteriori istituzioni scolastiche. Sicuramente come effetto pratico la penalizzazione delle aree interne e delle zone del cratere del sisma, concorrendo al fallimento della politica del territorio in materia di istruzione». I tre sindacati ribadiscono la loro «contrarietà a questo dimensionamento scolastico e la necessità di una scelta da parte della Regione, il più possibile condivisa e strutturale, che veda la politica esercitare il proprio ruolo con lungimiranza e capacità di visione, in raccordo con le Province e i Comuni, sapendo proporre, ascoltare e guidare le trasformazioni».

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Irene Manzi

«Condivido le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali – dice l’onorevole Irene Manzi (Pd), e responsabile nazionale scuola – che da molti mesi denunciano un dimensionamento concepito solo come taglio e non come occasione per riorganizzare la rete scolastica. La proposta, infatti, si ispira a criteri numerici, peraltro non sempre coerenti, e non a un progetto di ottimizzazione e sviluppo di sistema. Ci domandiamo perché il governo regionale non si sia assunto la responsabilità di orientare il lavoro di pianificazione sul territorio delle Province. Temiamo che il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Governo e recepiti dalla Regione possa condurre a un commissariamento e al conseguente taglio indiscriminato di ulteriori istituzioni scolastiche per centrare l’obiettivo posto dalla legge. Si sta registrando una situazione di grande incertezza e confusione che potrebbe avere effetti negativi sulla scelta dei percorsi di studio da parte di famiglie e studenti, mettendo a rischio l’attività di programmazione svolta dalle istituzioni scolastiche. Ribadisco ancora una volta – prosegue la Manzi – la necessità che la Regione si assuma la responsabilità di rilanciare quanto prima una ampia concertazione con gli enti locali e le organizzazioni sindacali per fare in modo che il dimensionamento tuteli tutte le comunità e abbia il minor impatto possibile sui nostri territori, in particolare – conclude la deputata dem – sulle aree interne e del cratere del sisma».

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