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«Ho bisogno di una casa
o fra un mese sarò in mezzo alla strada»

APPELLO di un 45enne elpidiense. Una storia complicata e sfortunata, segnata anche da una malattina. «Io ho bisogno di un tetto, un posto in cui andare. Sono un brav’uomo, se sto qui è perché pur di non fare azioni criminose o prendere brutti giri mi umilio nel chiedere aiuto. Non mi fate uscire il 23 gennaio di casa con i carabinieri come un criminale. Io voglio pagare un affitto, non sto chiedendo un regalo»

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di Maikol Di Stefano

«Ho bisogno di una casa o fra un mese sarò in mezzo alla strada». È l’appello accorato di Marco (nome di fantasia poiché il diretto interessato chiede di restare anonimo anche per tutelare un minore presente in famiglia, ndr), 45enne elpidiense. Una storia complicata, sfortunata e che ha bisogno di un vero lieto fine.

LA STORIA –  Se oggi la vita di Marco ha preso una piega difficile, in passato era simile a quella di tante persone. Una famiglia, un lavoro consolidato e una situazione economica che non era agiata, ma dignitosa. Nel 2017 poi però la malattia; una malattia fulminante che l’ha costretto al coma. Quindici giorni di “sonno profondo”, fino al risveglio. Una seconda opportunità per il 45enne, un’altra vita che però ha imboccato una strada di sofferenza e difficoltà. Sul lato privato, dove la famiglia è venuta meno, e soprattutto sul lato personale e lavorativo. Una piccola pensione d’invalidità riconosciuta a seguito della malattia e il bisogno di ricostruirsi una nuova storia personale. Una situazione difficile, ma che grazie anche al Reddito di Cittadinanza ottenuto, ha permesso all’uomo di andare avanti, negli ultimi anni abbastanza serenamente.

L’AFFITTO – I problemi nascono nel 2023, quando per esigenze varie Marco è costretto a cambiare abitazione. Trova una casa in affitto e la prima cosa che chiede è di registrare il contratto nei tempi utili per ottenere il supplemento del Reddito. Infatti, per chi ha percepito il RdC, c’era possibilità di avere un supplemento di 280 euro per le spese di affitto, utenza e tutto ciò che era collegato all’abitazione. Il tutto purché il contratto venisse registrato e fatta domanda entro dieci giorni dall’ingresso in abitazione. «Ho chiesto ripetutamente al padrone di casa questa cosa. La mia situazione economica era già precaria, ma tramite questa manovra sarei riuscito serenamente, come fatto in passato da altre parti, a pagare il canone e stare sereno. – spiega il 45enne – Mi dicevano di stare tranquillo e alla fine ci sono rimasto fregato. Il tutto non è stato fatto nei tempi utili e così sono iniziati i primi problemi. Ho incominciato a restare indietro con l’affitto e dal tribunale di Fermo hanno iniziato a intimare lo sfratto». Una situazione complicata per Marco che solo con la pensione d’invalidità e la parte di Reddito decurtata dell’implemento casa, non riesce più a fronteggiare alle spese. Affitto, utenze, medicine, viveri. Il tutto con neanche 1.000 euro al mese di entrate. «Mi hanno trascinato in tribunale per lo sfratto, la sentenza ha detto che se avessi recuperato i sei mesi di morosità sarei potuto rimanere nella casa. – spiega Marco – Ho sputato anima e sangue, ne ho recuperate quattro, ma poi non sono riuscito a coprire l’intera somma. A luglio mi hanno detto che sarei finito in strada se non pagavo subito i mesi correnti estivi. Ho preso e sono andato dalla società che gestisce la casa dove sto ora con 800 euro in contanti. Sono rimasto per un intero mese con 20 euro, senza un soldo e mangiando sì e no». Il tutto non è bastato a salvare l’abitazione, infatti l’ufficiale giudiziario ha comunicato che il prossimo 23 gennaio se non lascerà l’abitazione, Marco, sarà sfrattato.

IL LAVORO – «Ho un’invalidità importante, inoltre il medico mi ha anche diagnosticato in questi giorni una bronchite cronica. Ultimamente anche col lavoro purtroppo non è stata facile. Per un periodo ho lavorato in un punto di ristorazione, ma ha chiuso e sono rimasto nuovamente per strada. Sono stato preso in carico dagli assistenti sociali e dal Comune per dei tirocini. Esperienza durate qualche mese, ma poi finite lì. – racconta Marco – Oggi ho trovato da solo una borsa lavoro in un supermercato, forse ad inizio del prossimo anno sarò stabilizzato. Io in questo momento lavoro e sto zitto. Non ho l’auto, non mi posso permettere il trasporto pubblico perché a fine mese sono 100 euro che io non ho. Vado al lavoro e in giro in bici. Se piove mi porto dietro il cambio. Faccio fatica a pedalare con la bronchite, parto un’ora prima in bicicletta per raggiungere il luogo di lavoro. È una situazione difficile, ma io voglio uscirne e ci metto tutto me stesso per farlo».

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IL  COMUNE – «Sono andato in questi mesi continuamente a parlare con l’amministrazione comunale. Mi hanno ricevuto il sindaco, il vicesindaco, l’assessore ai servizi sociali e persino il presidente del consiglio comunale. Tutti mi hanno detto che ad oggi a Porto Sant’Elpidio non c’è una casa per me. – prosegue Marco – Ho fatto domanda per le sistemazioni popolari, nella lista sono in fondo. Nonostante una disabilità, essere passato per la malattia e per il coma, arrivo sempre dopo. Prima in graduatoria ci sono sempre famiglie numerose con figli che arrivano e ti superano. Ci mancherebbe, capisco benissimo l’importanza dei bambini, ma anche io sono un essere umano. Chiedo solamente che ci sia sostegno per tutti. Fra un mese io sarò sbattuto in mezzo alla strada, malato e umiliato come uomo. A volte penso che questa città sia fatta di “fango”. Non c’è possibilità di aiutare me con una casa, ma poi i soldi per far venire Elettra Lamborghini in piazza lì trovano in cinque minuti. L’ultima volta che ho parlato con l’amministrazione mi è stato ribadito che non c’erano case e che avrei dovuto cercarle a Macerata o ad Ancona. Ma come faccio ad andare in quei posti, ora che il lavoro l’ho trovato in qualche modo in questa zona di Porto Sant’Elpidio? Mi hanno risposto: ‘Ti comprerai la macchina’. Io non ho veramente più parole».

L’APPELLO –  «Io ho bisogno di un tetto sopra la testa, un posto in cui andare. Se fosse stabile sarebbe perfetto, ma in questo momento andrebbe bene anche una sistemazione tampone di qualche mese mentre cerco una casa stabile. – scoppia in lacrime Marco, segnato da tutta quest’esperienza – Io sono un brav’uomo, se sto qui è perché pur di non fare azioni criminose o prendere brutti giri mi umilio nel chiedere aiuto. Ma che colpa ne ho io se la vita mi ha messo in queste condizioni? Non ho mai fatto del male a nessuno, quindi per favore aiutatemi. Non mi fate uscire il 23 gennaio di casa con i carabinieri come un criminale. Ma cosa penserà la gente di me? Quale altra umiliazione dovrei sopportare? E poi per finire malato per strada. Inoltre voglio che un concetto sia chiaro: io voglio pagare un affitto, non sto chiedendo un regalo. Ho anche trovato una sistemazione, ma non ho “garanzie” per i proprietari con una borsa lavoro e una pensione. Allora come faccio? Se questa è la mia vita, oggi, devo finirla per strada? Aiutatemi. Andrebbe bene anche una casetta in un camping fino ad aprile, così che io possa cercare casa. Magari mi stabilizzano ad inizio anno, riesco ad avere un vero contratto e diventa per me più semplice uscire da questo pantano. Ma per favore, chiunque abbia modo di aiutarmi, lo faccia. Necessito solo di un tetto, nulla di più».

Chiunque voglia aiutare Marco può scrivere in redazione alla mail: redazione@cronachefermane.it oppure sui nostri canali social. O in alternativa sui canali social di Maikol Di Stefano, o alla mail: mikmaik.mds@gmail.com perché oggi Marco ha bisogno di un vero aiuto. Se qualcuno avesse a disposizione abitazioni o ne fosse a conoscenza anche nella zona di Lido o Civitanova ci scriva.

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