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«Ai lavoratori di Conerobus
bisogna garantire lavoro,
sicurezza e salario»

ANCONA - E' uno dei punti fermi per i quali si batteranno il Partito Democratico della Provincia di Ancona e il Partito Democratico di Ancona «perché i contratti di servizio in essere devono essere rispettati. Le Marche poi sono ultime tra le Regioni d’Italia nel riparto delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti, e ultimo nella nostra regione è proprio l'Anconetano»

 

«Gli amministratori che ci hanno preceduti in Conerobus S.p.A ci hanno lasciato una società con perdite iscritte a bilancio per ben 11.487.479 euro, di cui 4.430.031 maturate nel solo esercizio 2022. Per tale motivo ho ritenuto di dover proporre al C.d.A. di convocare l’assemblea dei soci per assumere i provvedimenti del caso. Nel corso dell’assemblea dello scorso 22 dicembre i soci hanno deliberato la copertura delle perdite maturate sotto la precedente gestione, mediante azzeramento delle riserve per euro 4.222.629 e riduzione del capitale sociale, che è passato da 12.355.705 a 5.090.925 euro, per cui ora l’importo nominale corrisponde con quello effettivo. L’ho ritenuto un atto dovuto e prudenziale per fornire una rappresentazione chiara del patrimonio netto che risulta di 5.090.925 euro, senza che siano più indicate sia le perdite pregresse che, le riserve ed il saldo del capitale sociale originario, ormai da tempo eroso». Qualche giorno fa il presidente di Conerobus, Italo D’Angelo spiegava così la scelta di ridurre il capitale sociale dell’azienda di trasporto pubblico locale, precisando che dal suo insediamento, «la gestione è tornata in pareggio e, come vedremo nei prossimi mesi, attraverso l’attuazione di una serie di interventi di riorganizzazione aziendale la gestione verrà svolta mantenendo tutti gli equilibri di bilancio. Conerobus S.p.A. è una società di tutti i cittadini e va gestita con serietà, oculatezza e senza logiche clientelari e lo faremo in trasparenza e condivisione con i Rappresentanti dei Lavoratori e dei sindacati».

Italo D’Angelo, presidente Conerobus

D’Angelo aveva anche ribadito la sua intenzione di non restare a guardare «mentre degli incivili pensano di deteriorare la cosa pubblica con azioni che mettono a repentaglio la sicurezza del trasporto pubblico, aggredendo gli autisti o offendendoli – come purtroppo accaduto anche di recente – talora per disservizi che non dipendono da loro. Ogni atto di violenza troverà l’Azienda a fianco dei propri dipendenti. La politica di sicurezza non può essere affidata al volontariato ma richiede l’intervento di figure specializzate previste dalla legge che operano a supporto delle Forze dell’Ordine e che, pur avendo un costo, consentiranno all’Azienda di recuperare somme considerevoli e di tutelare beni costosi, posti al servizio della Comunità e acquistati con le finanze di Soci pubblici e di privati. Resta – ovviamente – determinante il concorso tramite personale specializzato interno nel controllo dei titoli di viaggio per eliminare il fenomeno dell’evasione».

A distanza di pochi giorni da queste dichiarazioni prendono posizione il Partito Democratico della Provincia di Ancona ed il Partito Democratico di Ancona. «In questo particolare momento non crediamo sia utile alimentare la polemica perché sappiamo tutti bene che cosa è successo negli anni scorsi e le ragioni legate alla pandemia ed all’esplosione dei costi delle materie prime che hanno portato alla perdita del 2022. Registriamo invece che si è aperto un dibattito che mette al centro l’azienda e i lavoratori e le difficoltà che stanno attraversando» scrivono le due segreterie del Partito Democratico prendendo atto delle dichiarazioni del presidente D’Angelo. «La Conerobus SpA non è più – come qualcuno si attarda ancora a definirla – una “azienda municipalizzata” del Comune di Ancona. E’ una società per azioni di diritto privato, partecipata da diversi soci pubblici – tra cui il Comune e la Provincia di Ancona – ma anche da soci privati la cui quota supera il 20%. Sarebbe dunque sbagliato se, nella sua gestione, prevalessero logiche diverse da quelle che vengono richieste per il governo di una azienda.- sottolinea il Pd – C’è anche chi continua ad insistere sulle risorse cosiddette “pubbliche” che vengono erogate alla società. Tralasciando le responsabilità civilistiche in capo ad ogni socio, la Conerobus – esattamente come qualsiasi altra azienda che svolga un appalto d’opera o di servizio – ha un contratto per ogni servizio urbano e uno per il servizio extraurbano, con cui vengono determinati gli obblighi della Società, ma anche i “corrispettivi” che devono essere erogati per svolgere i servizi in appalto».

L’assemblea del Pd della provincia di Ancona (foto d’archivio)

Il Pd pertanto ritiene che, tra i tanti problemi in campo, due siano però quelli essenziali, anzi “strutturali”. «Il primo riguarda proprio i contratti di servizio in essere, che devono essere rispettati – e invece non lo sono – in tutte le loro clausole, compresa quella che prevede l’adeguamento dei corrispettivi ai costi di esercizio, a partire dall’inflazione corrente (non può più essere possibile che il costo chilometrico sia maggiore del ricavo) – prosegue il comunicato – Il secondo è quello scandaloso che continua a vedere le Marche ultima tra le Regioni d’Italia nel riparto delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti: ultima nelle Marche è proprio la Provincia di Ancona. Sono questi i punti sui quali occorre impostare una battaglia, questa sì, politica : noi siamo pronti e ci auguriamo che assieme a noi ci siano anche gli attuali amministratori regionali e del capoluogo. Infine, molto si è discusso, in questo periodo, del capitale finanziario che consideriamo assolutamente importante ma c’è un altro capitale, ancora più importante, che è quello umano, e cioè i lavoratori di questa azienda a cui bisogna garantire lavoro, sicurezza e salario. Figure imprescindibili che assicurano sempre – a volte in condizioni assai difficili – il servizio. Sarebbe indispensabile che con i lavoratori e con le loro organizzazioni sindacali il nuovo CdA aprisse rapidamente, e con continuità, un confronto, per rappresentare e, se possibile, risolvere assieme i problemi dell’azienda» conclude la nota del Partito Democratico della Provincia di Ancona e del Partito Democratico di Ancona.



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