facebook rss

Armi alla polizia locale,
c’è il parere favorevole
della prima commissione

ANCONA - Il 18 la delibera già approvata in giunta dovrà passare l'esame del consiglio comunale. L'assessore alla Sicurezza Giovanni Zinni e il comandante Ivano Caglioti hanno spiegato il regolamento. Contrari i consiglieri di opposizione che chiedono un'armeria e controlli periodici più frequenti nel tempo

La polizia locale di Ancona impegnata nei controlli a Capodanno

di Antonio Bomba

Armi alla polizia locale. Il regolamento trova il parere favorevole della prima commissione e il 18 passerà all’esame del consiglio comunale per la delibera definitiva nel merito.

Si annunciava quanto mai interessante e ricca di spunti la prima commissione riunita oggi per discutere sulla delibera di giunta in merito alla dotazione di armi agli agenti della polizia locale del comune di Ancona. E così è stata. I membri dell’opposizione hanno insistito affinché all’interno del comando stesso venisse istituita un’armeria e che i test di idoneità psico-attitudinali sugli agenti fossero più frequenti di quelli quinquennali previsti per legge. Quelli di maggioranza, assieme all’assessore alla polizia locale Giovanni Zinni e al comandante Ivano Caglioti, ritengono invece che è già tutto a norma e nel rispetto dell’economicità si procederà, passo dopo passo, iniziando da un semplice deposito all’interno di una cella.

Iniziamo pertanto dalla questione armeria. Essa per legge diventa obbligatoria se si superano le 15 pistole lasciate all’interno del comando. Un fatto quasi naturale, visti i 72 agenti in servizio, per Giacomo Petrelli, Mimmi Giangiacomi, Susanna Dini (tutti del Pd), Diego Urbisaglia (Ancona Futura) e Carlo Maria Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi) i quali uno dopo l’altro han posto il punto su diverse situazioni che potrebbero far verificare l’eventualità da loro ipotizzata. Non la pensa invece così il comandante Caglioti il quale, dall’alto della sua pluriennale esperienza e da responsabile assoluto dell’intera situazione, spiega: «Io ad esempio me la porto a casa, avendola già avuta in passato. E come me faranno decine di colleghi. Inoltre si è proceduto in questa prima fase ad operare in economicità».

La polizia locale in servizio al Piano

Tradotto significa che si è puntato a risparmiare soldi pubblici: «Riteniamo – ha proseguito – che l’armeria sarebbe costata sui 70mila euro. Se si può trovare un modo rispettando la legge di evitarla sarebbe una cosa positiva. Un deposito all’interno di una cella è al momento più che sufficiente». Zinni sul tema tiene il punto aggiungendo che «L’armeria vuol dire predisporre anche la sua custodia con tanto di agente addetto, un registro e tutta un’altra serie di adempimenti. Cosa diversa è un deposito temporaneo in cui un agente, con una sua responsabilità diretta, lascia l’arma in una cella chiusa con chiave in copia unica e in suo possesso. Il tutto è disciplinato da una legge quadro entro la quale non si può uscire». Caglioti aggiunge che addirittura: «Non possiamo imporre di lasciare le armi in armeria. Anzi per legge potrei invece importi di portartela a casa e non di lasciarla al comando».

Il secondo punto trattato è stato quello della formazione e dei controlli sugli agenti e la loro periodicità. Zinni ha introdotto il discorso spiegando come «il regolamento è perfettamente declinato sulla scia di quanto proposto dalla legge in vigore. Acquistare armi, fare addestramento, formazione e verificare i requisiti psico-fisici sono i principi alla base di tutto» specificando che «il possesso è valido per 5 anni ma il comandante può predisporre ulteriori verifiche e controlli se e quando lo riterrà opportuno. L’assegnazione dell’arma è continuativa per chi ha la qualifica di pubblica sicurezza e potrebbe esserci un eventuale provvedimento di revisione di tipo annuale. Questa (cioè la pistola, ndr) è sempre sotto la responsabilità dell’agente, a cui è consentito portarla, con le munizioni anche al di fuori della fascia di lavoro». «Sono inoltre previsti – ha proseguito Caglioti – test sul sangue per verificare il non utilizzo, anche solo saltuario, di alcol, droghe e psicofarmaci. Saremo rigidissimi su tutto questo». Poi sempre Zinni, ha spiegato che le armi potranno essere utilizzate «solo in caso di pericolo imminente come rischio della vita e legittima difesa».

L’assessore alla Sicurezza Giovanni Zinni

Caglioti, sempre rispondendo ai consiglieri di opposizione, ha spiegato che per adesso la verifica quinquennale è sufficiente e che per esperienza non ritiene opportuno parametrare ulteriori test in base all’età dell’agente. Zinni invece ha integrato il discorso spiegando che «L’arma potrà essere tolta alla fine del rapporto di lavoro e nel caso vengano meno capacità psico-fisiche». Per poi assicurare tutti sul fatto che «L’addestramento sarà un punto centrale: la formazione verrà da una forte collaborazione con polizia, carabinieri e guardia di finanza. Vogliamo la miglior formazione possibile. Non pensiamo nemmeno da lontano al ‘Fai da te’ o di rivolgerci ai privati. Cerchiamo la maggior professionalità possibile». Caglioti conferma: «Porremo molta attenzione all’aspetto psicologico. Ci rivolgeremo al medico provinciale della Questura. Garantisco che abbiamo ragionato su tutto. Poi posso anche sbagliare e allora da qui migliorare».

Il possesso dell’arma fuori dall’orario di lavoro è uno dei punti che meno piace al centrosinistra. Il consigliere Giacomo Petrelli a tal proposito chiede: «Un agente può andare in palestra o a prendere i figli a scuola con la pistola?». Al che il comandante ha spiegato come resta valido il principio secondo cui «occorre tornare a casa nel tragitto più breve possibile. Se uno va in palestra dove la conserva? Prendere i figli a scuola? Li prendo e vado a casa. Ricordiamoci che l’agente è sempre e comunque responsabile».

Ivano Caglioti, comandante della polizia locale di Ancona

Susanna Dini ha domandato cosa accadrebbe qualora un agente di polizia locale si rifiutasse di effettuare l’addestramento e/o di possedere un’arma. Caglioti ha spiegato che in questi casi ««Si verrebbe meno agli obblighi contrattuali. Ad ogni modo se potremmo venire incontro, passando l’agente a lavoro di ufficio o ad altro incarico ben volentieri. Ma occorrerà vedere numeri e disponibilità. Se invece dovessero venir meno tutti i requisiti li si potrà fare poco». Per Zinni invece «è possibile che un appartenente alla polizia locale, motivandolo, faccia richiesta di non essere più del corpo e di essere trasferito ad altri impieghi comunali. È già accaduto».

Infine è stato fatto notare da Zinni, e in parte da Caglioti, come in tutto questo non vi sia nulla di ideologico, ma si sta soltanto cercando di adeguare la polizia locale di Ancona a quello delle città a essa simili: «Siamo l’unico capoluogo di provincia a non avere ancora armi in dotazione». hanno ribadito in coro.

Polemiche sono infine sorte per la scelta della presidente di commissione Annalisa Pini di non convocare i sindacati, come richiesto dall’opposizione, e di passare subito alle votazioni. Ma di questo parleremo in un altro articolo.

Giacomo Petrelli, Pd

Susanna Dini, Pd

Diego Urbisaglia, Ancona Futura

Annalisa Pini, Civitas Civici e presidente della prima commissione

Bilancio, manovra da 135 milioni di euro «a salvaguardia dei settori più sensibili e proiettata verso i grandi progetti»

«Sicurezza, operatività e vicinanza», ecco gli obiettivi della polizia locale alla guida del comandante Caglioti

Giovanni Zinni: «La Polizia locale avrà più agenti e dotati di armi, con spirito di appartenenza»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X