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Ufficiale: armi alla polizia locale,
il consiglio comunale approva.
Zinni: «Sono agenti, non pistoleri»

ANCONA - L'assise ha deliberato a favore del regolamento che ne permetterà l'utilizzo, ma il dibattito in aula è stato quantomai acceso con l'opposizione che ha contestato la mancanza di un'armeria all'interno del comando e dei test psico-attitudinali più frequenti per chi verrà dotato della pistola

La polizia locale di Ancona

di Antonio Bomba

Armi alla polizia locale. Il consiglio comunale dice sì e delibera il suo regolamento con 32 voti favorevoli e 10 contrari. A votare ‘no’ sono stati tutti i consiglieri di opposizione oggi presenti in aula, dopo che i colleghi di maggioranza hanno bocciato i 5 emendamenti da loro proposti, i quali ruotavano tutti sulla creazione di un’armeria, evitando così rischi eccessivi per gli agenti stessi e le loro stesse famiglie, visto che dovranno portarsele a casa.

«Con questa delibera – ha spiegato l’assessore alla Sicurezza Giovanni Zinni nella sua relazione di presentazione – andiamo verso la normalizzazione del corpo, dato che era l’unico capoluogo in Italia a non averle». Più e più volte durante la relazione e successivamente durante le risposte ai consiglieri, Zinni ha rimarcato come il regolamento si inquadri perfettamente nella legge esistente «senza licenze poetiche e senza creatività».

Il vicesindaco è poi passato ai perché di questa scelta: «Nulla di ideologico, ma viene da chiedersi se è possibile accettare di vivere una professione rischiando la vita solo perché si ha un’uniforme. E c’è da chiedersi con molta sincerità a cosa serva una pistola per un agente di polizia locale o anche generale». Ebbene tutto sta «nella legittima difesa». Per la precisione gli agenti della polizia locale avranno in dotazione «Una calibro9 non parabellum. E il numero delle armi in dotazione sarà individuale. Ogni agente sarà responsabile della sua arma e ne verrà fatta menzione sul tesserino di riconoscimento. Tutto – prosegue a spiegare Zinni – verrà comunicato alla prefettura e ogni agente ne sarà completamente responsabile per custodia e eventuale utilizzo».

Giovanni Zinni, assessore alla Sicurezza

Altre specifiche: «Il regolamento prevede una visita medica e una verifica psico-attitudinale da fare ogni 5 anni. Riteniamo sia un tempo congruo dato che il comandante, se lo riterrà opportuno, potrà chiedere ulteriori verifiche. Ci avvarremo delle forze dell’ordine – specifica – anche per verifiche addestramento e formazione». E ancora: «Non chiederemo a nessuno di diventare un pistolero da bar o lo sceriffo di Nottingham, ma in ottemperanza al contratto che hanno firmato, di affrontare questo tema con la massima serenità. E a tal proposito abbiamo incontrato con il sindaco i sindacati anche se la normativa non lo prevedeva proprio per fornire lo spirito più costruttivo possibile e li ringrazio per questo».

L’esponente della giunta Silvetti è chiaro anche sull’iter: «Una volta adottato il regolamento il comando di polizia locale dovrà poi affrontare una delibera per l’acquisto di armi, poi le visite, l’addestramento e la formazione. Il nostro obiettivo politico minimo è garantire un servizio esterno h24 almeno un giorno alla settimana. Passo fondamentale per il controllo preventivo del territorio».

Infine un chiarimento: «Non amo la demagogia nemmeno di destra. Ad ancona non c’è un’emergenza di sicurezza drammatica. Le statistiche sono confortanti. Però vorrei che sia chiaro che il tema non è che i cittadini hanno una percezione sbagliata. Lo scontro non è tra quanto è drammatico il reato e la percezione. In mezzo ci sono una miriade di comportamenti illegali o indecorosi. Quando troviamo un ubriacone che urina in pieno giorno lungo corso Carlo Alberto noi dobbiamo tenerne conto. C’è la necessità che non lo faccia più. Non vogliano una patente di moralità, ma ci tengo a contrastare ogni critica di amanti delle armi o guerra fondai o spreco dei soldi. Anche perché il tutto costa sui 100mila euro a fronte di un bilancio di spesa corrente di oltre 135milioni di euro».

Giacomo Petrelli, Partito Democratico

Tanti sono stati i consiglieri che hanno preso parola. La prima a parlare è stata Susanna Dini Pd: «Non ci è stata concessa una seconda commissione per ascoltare i sindacati. E nel nostro regolamento si parla solo di custodia di armi non assegnate, senza ulteriori e importanti specifiche». Diego Urbisaglia (Ancona Futura): «Ho sempre considerato un errore considerare questo tema come ‘di destra’. La sicurezza è trasversale e colpisce le fasce più deboli. Era importante sentire i sindacati. Noi decidiamo che da oggi 72 dipendenti del comune di Ancona verranno dotati di un’arma con tutte le responsabilità che ne conseguono. Avrebbero potuto chiarirci la questione armeria invece si è preferita la prova di forza».

Francesco Rubini (Altra Idea di Città): «Non esiste un obbligo di legge rispetto all’armamento della polizia locale. Esiste una facoltà. Questa è una scelta politica e anche ideologica infatti Zinni lo ha rivendicato con forza. Ho sempre rispedito al mittente questa logica che se una cosa è fatta da tutti, tutto è normale, è una visione differente dalla mia». Il consigliere di sinistra prosegue: «L’approccio sin qui riscontrato dall’amministrazione è quello delle ordinanze contro i bivacchi compreso quello odierno al passetto con persone in attesa di asilo. Il famoso ubriacone fa la pipì perché trova una città abbandonata. L’adolescente invece non è messo nelle condizioni di trovare alternative a mini fenomeni di microcriminalità, idem chi scarabocchia i monumenti. Mi chiedo se la risposta possa essere una pistola calzata nella cinta della polizia locale e le ordinanze. Credo di no. Questo contesto per me porterà ulteriori problemi. Rischiamo di aumentare il tasso di violenza della città».

Francesco Rubini, Altra Idea di Città

Giacomo Petrelli (Pd): «Penso che la volontà e la narrazione legata a questa scelta politica sia fatta da tante chiacchiere e tanta fuffa. Non si avrebbero grandi migliorie alla sicurezza con un turno in più a settimana». Il Dem poi consiglia: «Avrei investito in un maggior piano assunzioni e avrei consentito di non fargliele portare a casa, le armi. Ci ritroveremo 80 pistole in più nelle case degli anconetani. E se proprio vogliamo armarlo facciamolo per bene. Ho letto altri regolamenti, il nostro è molto vuoto e molto scarno».

Sempre Petrelli ha poi proposto i 5 emendamenti a nome di tutta l’opposizione: possesso dei requisiti da accertarsi ogni 2 anni, dato identificativo dell’arma assegnata nel tesserino, fare addestramento con armi in dotazione e non quelle comuni da sparo, munizioni pari alla capacità dei caricatori e la custodia di tutte le armi e dunque istituzione di un’armeria.

Già in sede di relazione, ovviamente conoscendole già, Zinni ha bocciato le mozioni della minoranza: «Sono ridondanti eccetto una. Verifiche psico fisiche ogni 2 anni? Si finirebbe per fare visite quando ancora non sono terminate quelle precedenti. L’armeria? È Tutto disciplinato dalla legge non serve scriverlo nel regolamento. Serve se si superano le 15 unità. È responsabilità del comandante quando ce la chiederà gliela forniremo» e poi successivamente agli interventi: «Mi sembra che sia venuta alla luce che l’opposizione non vuole le armi e non gradisce che la polizia locale sia in effetti un corpo di polizia. Ne prendo atto».

Susanna Dini, capogruppo del Partito Democratico

Poi, rivolgendosi direttamente a Petrelli: «Quando ci da la pagellina e siamo inadeguati, incompleti, la fuffa eccetera. Deve sapere che esiste una tecnica per fare i regolamenti. Più uno è scritto e più è fatto di ‘copia incolla’ oppure ti stai prendendo delle potestà per andare a coprire dei campi. Noi ci rifacciamo alla normativa. Non dobbiamo disciplinare l’armeria lo disciplina la legge» concludendo che «Il vostro mi pare un tentativo puerile di influenzare qualche consigliere di maggioranza».

Nel corso del lungo dibattito sono intervenuti anche Massimo Mandarano (Italia Viva), Andrea Vecchi (Pd), Maria Grazia De Angelis (Fratelli d’Italia), Teodoro Buontempo (Ap), Mirella Giangiacomi (Pd), Carlo Maria Pesaresi (ancona Diamoci del Noi), Annalisa Pini (Civitas Civici), Marina Taus (Lega) e Francesco Novelli (Fdi).

Diego Urbisaglia, Ancona Futura

Annalisa Pini, Civitas Civici

Teodoro Buontempo, Ancona Protagonista

Francesco Novelli, Fratelli d’Italia

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