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Addio al maestro Peppino Brunetti,
storico restauratore, aveva 96 anni.
Silvetti: «Era innamorato di Ancona»

L'ARTISTA, con il suo laboratorio in via Scosciacavalli, ha contribuito alla rinascita delle Muse e di tante altre opere riqualificate in città negli ultimi 50 anni

Peppino Brunetti, scomparso a 96 anni. Foto tratta dal profilo Facebook dell’amica Stefania Giuliani

di Antonio Bomba

Addio a ‘Peppino il falegname’. Il quartiere del Guasco-San Pietro e tutta la città di Ancona piangono Peppino Brunetti, maestro della restaurazione e protagonista in tutte le grandi e piccole opere che hanno riguardato gli edifici culturali, le opere d’arte e i luoghi storici di Ancona negli ultimi 50 anni.

Brunetti è venuto a mancare all’età di 96 anni. Fino a poco tempo fa era ancora possibile incontrarlo nella sua bottega di falegname e restauratore lungo le scale di via Scosciacavalli. Sempre gentile e cordiale con tutti, pronto a scambiare opinioni e piccoli insegnamenti sul legno e sulle sue passioni, come a fare due parole fornendo il suo punto di vista sulla stretta attualità. E poco importa poi che fosse davanti al suo laboratorio, alla sua casa in via San Pietro, lungo via Bernabei o alla Caffetteria del Centro Storico sotto l’arco di Carola: Un sorriso e una parola buona per tutti non mancavano mai grazie al suo proverbiale buon umore. Potete starne certi.

Insomma: per l’intero rione Peppino Brunetti era un autentico punto di riferimento. Come detto all’inizio, tutti al Guasco lo chiamavano bonariamente ‘Peppino il falegname’, consci in realtà che egli era molto, molto di più, essendo uno dei più grandi maestri di tutte le Marche per quel che riguarda la lavorazione del legno e il suo restauro.

Un mazzo di fiori davanti alla sua bottega in occasione dei 91 anni (Foto di Stefania Giuliani)

La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente tutto il capoluogo. A tal proposito il sindaco di Ancona Daniele Silvetti porge «a nome dell’Amministrazione e della città le più sentite condoglianze ai familiari e a quanti lo hanno conosciuto e hanno potuto apprezzarlo per il suo mestiere e per il grande amore per Ancona, manifestato attraverso un lavoro qualificato, attento e costante, che ha lasciato il segno soprattutto nel settore della Cultura del Comune, che lo ricorda per le sue profonde doti umane, oltre che professionali».

Tra i suoi interventi più significativi è impossibile non ricordare l’apporto decisivo dato ai lavori al teatro delle Muse, così come del teatro Sperimentale. I suoi insegnamenti inoltre hanno fatto crescere dal punto di vista tecnico molte delle maestranze che ancora operano nei luoghi di spettacolo del capoluogo.

Il maestro Peppino Brunetti

Ha lavorato alla Mole Vanvitelliana con altrettanta dedizione, ha restaurato manufatti antichi e realizzato carpenterie e strutture per le opere della Pinacoteca di Ancona, ha assistito nei restauri del Tiziano di san Domenico, la chiesa di cui si è sempre preso cura, ha lavorato con restauratori di valore internazionale come Carlo Giantomassi e ha contribuito senza sosta a sollevare le sorti della cultura e dell’arte della città dopo eventi drammatici come il terremoto del 1972. Fu anche premiato con il Ciriachino anni fa.

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