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L’allarme del procuratore generale:
«Aumentate le violenze di genere,
in crescita la criminalità minorile» (Foto)

ANCONA - All'inaugurazione dell'Anno giudiziario, il pg Roberto Rossi, sottolinea anche che ci sono stati il 60% in più di omicidi colposi per violazione delle norme in materia di infortuni sul lavoro: «non può non destare preoccupazione e rende ancora più urgente investire nella prevenzione». Sulla procura minorile: «clamorosa inadeguatezza dell’organico: con un procuratore e un sostituto. Grave carenza di personale a Montacuto». Il presidente della Corte d’appello Catelli: «Arretratezza tecnologica nel settore penale, bene quello civile»


Si è tenuta questa mattina ad Ancona l’inaugurazione dell’Anno giudiziario delle Marche. Il presidente della Corte d’Appello, Luigi Antonio Catelli, ha relazionato su quello che è lo stato della Giustizia nelle Marche spiegando come «Il giudizio di sintesi sul biennio appena trascorso, lascia trasparire un’adeguata maturità tecnologica del settore civile, che ha conosciuto un ampliamento dell’utilizzo della telematica per il tramite dell’invio di tutti gli atti processuali, per la gestione scritturale del contraddittorio e per la possibilità di assicurare la partecipazione a distanza, alle udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori e dalle parti.

Luigi Catelli

Non altrettanto è per il settore penale, che ha scontato in negativo gli effetti di una evidente arretratezza tecnologica, anche se l’impetuosa accelerazione imposta dalla normativa emergenziale, sfruttando le potenzialità dei nuovi strumenti informatici resi disponili, ha permesso un apprezzabile tenuta dell’attività giurisdizionale» ed evidenziando poi, attraverso i dati, come si riducono le pendenze e la durata media dei procedimenti civili e penali in appello nelle Marche.

Il procuratore generale della Corte d’appello, Roberto Rossi, nel suo intervento ha analizzato vari aspetti tra cui quello più attuale, riguardante la situazione carceraria del distretto. «Occorre anzitutto rilevare come la situazione degli istituti penitenziari nel territorio – ha detto – non risulta afflitta da quei gravi problemi di sovraffollamento che di regola caratterizzano in negativo la situazione delle carceri nel nostro Paese: con la sola eccezione di Montacuto, dove peraltro la quota di sovraffollamento: 310 detenuti per 257 posti, si registra solo nel settore della “media sicurezza”».

Roberto Rossi

Tutti gli altri istituti penitenziari del distretto «non registrano, sotto questo specifico profilo, condizioni allarmanti. Grave invece, sempre nell’istituto di Montacuto – ha sottolineato -, la carenza di personale della polizia penitenziaria, pari al 34% dell’organico previsto, percentuale che si attesta ben oltre i livelli di tollerabilità. Nel complesso la situazione carceraria nel distretto, appare esente da particolari criticità, sebbene, nel periodo in considerazione, si è dovuto registrare un caso di suicidio all’interno di un istituto di pena. Deve invece essere ancora una volta ribadita – ha rimarcato – la assoluta inadeguatezza delle strutture per il trattamento di detenuti affetti da patologie psichiche: lo scarsissimo numero di posti disponibili all’interno delle poche Rems presenti nel territorio nazionale, pone i magistrati nella drammatica alternativa di mantenere tali soggetti nell’ordinario circuito carcerario, del tutto inidoneo al loro trattamento, ovvero di lasciarli liberi ponendo a rischio la incolumità dei cittadini».

Il procuratore Rossi ha poi affrontato il tema della criminalità.
«Occorre rimarcare la costante attenzione verso il rischio di infiltrazioni mafiose nel territorio; sebbene non vi siano elementi da cui ricavare un radicamento di organizzazioni di stampo mafioso nel nostro Distretto, tuttavia vi sono segnali che mostrano come tale rischio non sia solo teorico o potenziale» riferendosi al procedimento relativo all’omicidio avvenuto a Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia già affiliato alla cosca ‘ndranghetista dei Crea di Rizziconi i cui presunti responsabili sono stati condannati, in primo grado, all’ergastolo; e al procedimento, anche questo condotto dalla Dda di Ancona, relativo a un ingente traffico di oli esausti trattati illecitamente, «i cui proventi andavano in larga misura a finanziare il sodalizio criminale di stampo camorristico denominato “clan Moccia”. Per questo – ha detto – sul punto l’attenzione degli Uffici di Procura e delle Forze di Polizia rimangono elevate».

Per quanto riguarda «la piaga della violenza di genere, in termini di tempestività dell’azione repressiva non si registrano criticità nel distretto, e il numero di misure cautelari richieste (282) testimonia l’attenzione che viene data al fenomeno. Nondimeno, i dati statistici riferiscono di come la situazione complessiva, appare in costante aumento: i femminicidi nel distretto sono passati da 3 a 7, e i reati di atti persecutori da 461 a 478. Da questi elementi non può che trarsi la considerazione di come la mera azione repressiva, pur doverosa e necessaria, non sia da sola adeguata e sufficiente a contrastare il fenomeno, dove non si agisca anche in modo incisivo e pressante sulla componente culturale ed educativa, in modo da sradicare la mentalità, più diffusa di quanto probabilmente siamo disposti ad ammettere, che interpreta il rapporto sentimentale con la donna in termini proprietari e di dominio».

Particolare preoccupazione destano poi i fenomeni di criminalità minorile che sono «caratterizzati da una sempre crescente diffusione dell’uso di modalità violente: alle 39 rapine, alle 20 estorsioni, ai 264 procedimenti per violazione della normativa sugli stupefacenti si aggiungono i 16 procedimenti per violenza sessuale (anche di gruppo) ed i 20 procedimenti per reati di pedofilia e pedopornografia. Dati senz’altro preoccupanti – ha fatto presente -, se si considerano le dimensioni demografiche e le condizioni socio-economiche complessive del distretto, e che mostrano l’urgenza di interventi che vadano ben al di là di quelli della mera repressione penale. Detta situazione mette altresì in drammatica evidenza la clamorosa inadeguatezza dell’organico della Procura minorile del distretto, organico composto da un procuratore ed un solo sostituto».

Infine, «in una regione spesso colpita da drammatici eventi naturali, particolare riguardo deve aversi ai reati ambientali, rispetto ai quali i progetti organizzativi delle procure la cui dotazione di magistrati in organico lo consenta, prevedono la costituzione di un’area specialistica dedicata a tali reati. E non possono qui non ricordarsi le indagini della procura di Ancona per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo attivate a seguito della esondazione del fiume Misa che ha portato al decesso di 12 persone ed a danni ingentissimi a case di abitazione, uffici pubblici ed opere infrastrutturali. Altro dato da rimarcare – ha concluso – è l’aumento dei procedimenti aperti per omicidio colposo derivante da violazione delle normative in materia di infortuni sul lavoro: con riferimento a tale ipotesi di reato, si è passati dai 15 casi dell’annualità precedente ai 24 di quella ora in considerazione, con un aumento del 60% che non può non destare preoccupazione e rende ancora più impellente ed urgente investire nella prevenzione».

(Redazione CA)

(Foto di Giusy Marinelli)

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