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Roberto Fico: «Le Marche e Ancona
saranno più povere
con l’autonomia differenziata»

L'ALLARME è stato lanciato dall'ex presidente della Camera nell'incontro tenuto con gli iscritti al Movimento 5 Stelle nella sede di via Raffaello Sanzio

Da sinistra Sergio Romagnoli, Roberto Fico e Lorella Schiavoni

di Antonio Bomba

«No all’autonomia differenziata». È ciò che chiede il Movimento 5 Stelle a gran voce e a ogni livello, da quello locale a quello nazionale, convinti come sono che un simile provvedimento possa andare contro gli interessi di tante regioni e quindi dell’Italia stessa, creando gravi quanto incolmabili disparità.

La legge allargherebbe i campi in cui, se vorranno, le Regioni potranno a breve occuparsi. Ben 24 materie per oltre 500 funzioni amministrative. Tra le più rilevanti figurano scuola e sanità, così come programmazione energetica, trasporti e autostrade. Il senato ha già detto ‘sì’ al provvedimento mentre alla camera è in attesa di discussione.

Ieri, nella sede anconetana del M5S, è stato ospite Roberto Fico. Uno dei politici più conosciuti tra i 5 Stelle e presidente della camera dei Deputati nella scorsa legislatura, il quale da un anno gira l’Italia in lungo e in largo per mettere in guardia tutti dai pericoli che secondo lui si nascondono dietro questa legge, la quale, ha alla base, la possibilità concessa alle Regioni di trattenere residui fiscali per sé. «Così – ha esordito Fico – chi ha minori residui non potrà fare niente, con il risultato che quelle più ricche saranno sempre più ricche, mentre quelle più povere sempre più povere, andando così a minare i principi di solidarietà e distributività».

Da sinistra Francesco Prosperi e Enrico Sparapani. Tutta a destra Caterina Donia

Sul tema della scuola, secondo Fico, è tutto sbagliato in quanto «ogni Regione potrà decidere il proprio programma scolastico, minando a questa maniera l’identità nazionale. Inoltre sarebbero differenti anche i concorsi per assumere gli insegnanti, come i loro stipendi». Quest’ultimo punto, per l’ex presidente della Camera, rischia di far tornare «le ormai antistoriche gabbie salariali» con l’Europa che, sempre a suo avviso «inizierebbe a guardarci come una realtà frastagliata, con gli stessi titoli di stato che perderebbero di valore. Insomma, fosse davvero patriota, Giorgia Meloni dovrebbe dire “Io la mia patria non la sfascio”».

Da qui l’avvertimento: «Le Marche di sicuro sarebbero più povere di molte Regioni più ricche, finendo con il rimetterci. Basti pensare che anche Confindustria ha espresso parere contrario a questa riforma».

Ciò che dovrebbe essere fatto, secondo Fico, è invece «rafforzare il ruolo dei Comuni a cui dovrebbero essere erogati più contributi e più possibilità di spesa per permettere loro di offrire sempre più servizi».

Fico passa poi ad affrontare il tema della Sanità che ha iniziato a perdere l’antico splendore, a suo modo di vedere, dal «2001, quando una certa sinistra ha iniziato da allora a autonomizzarla per ogni Regione. Vi pare abbia funzionato? Anche perché di soldi (sempre le Regioni, ndr) ne trovano sempre di meno. Con tutte queste premesse secondo voi i servizi offerti miglioreranno? Senza contare che la gran parte delle Regioni non hanno nemmeno la struttura idonea per occuparsi di ulteriori campi e materie quantomai complesse e delicate. E poi la sanità deve essere unica universale e disponibile per tutti e non essere considerata un’azienda. L’errore alla base di tutto è questo».

Secondo il coordinatore provinciale del M5S Sergio Romagnoli invece «La differenza in questo periodo storico la possono fare soltanto i cittadini, informandosi e documentandosi» scoprendo così che, secondo lui «l’autonomia differenziata finirà con il creare problemi in tutti i territori e in tutte le regioni, andando ad incidere in negativo su tutte le nostre vite. E alla lunga non sarà un bene nemmeno per quelle Regioni ricche. Il cittadino – ribadisce – deve riprendere la sua importanza e non farsi usare. La verità – conclude – è che troppo spesso si fanno leggi per gli interessi dei vari partiti e non dei cittadini».

Roberto Fico, ex presidente della camera dei Deputati

La referente del gruppo territoriale locale di Ancona Lorella Schiavoni ha invece espresso più di una preoccupazione per i problemi che un simile provvedimento, secondo la sua opinione, avrebbero sulla dorica: «Penso che i più colpiti saranno i piccoli comuni delle piccole regioni. Avremo tante difficoltà». Schiavoni non si ferma «Penso a Garibaldi e a tutti gli altri che nell’800 hanno fatto la storia unendo l’Italia. Adesso, pensare di gettare via tutto con questo con un autentico colpo di spugna, non riesco ad accettarlo». La conclusione è una importante preoccupazione: «In casi come questi temo sempre i tentacoli della mafia. È abilissima a intrufolarsi nelle situazioni di gravi difficoltà. E quando uno non ha soldi per curarsi…».

Oggi Roberto Fico ha proseguito il suo giro nella provincia di Ancona intervenendo nella sede del Partito Democratico di Chiaravalle dove, assieme all’onorevole del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede ha partecipato al Bocs, la scuola di formazione politica del centrosinistra. «Siamo consapevoli – sottolinea la Segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi – dell’importanza di costruire coalizioni ampie in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Il Pd Marche vuole promuovere il campo largo con protagonisti tutti coloro che si riconoscono nei valori del centro-sinistra. Un obiettivo prioritario che auspichiamo possa avvenire anche nei territori che si affacciano alle amministrative».

Durante la mattinata, i presenti all’iniziativa, hanno potuto interagire nei 5 tavoli tematici anche con i consiglieri regionali Antonio Mastrovincenzo, Romano Carancini e Manuela Bora e con alcuni referenti dei tavoli tematici del Pd Marche.

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