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Il Frecciargento non è un ‘regionale’,
disagi per i lavoratori pendolari
della tratta Falconara-Fabriano

SOSTITUITO a dicembre il Frecciabianca sono iniziati i disagi che costano 100 euro in più al mese a chi aveva già sottoscritto abbonamento e 'Carta tuttotreno'. L'appello affinché la Regione Marche e Treinitalia si interessino al loro problema

La stazione ferroviaria di Falconara

di Antonio Bomba

Un gruppo di lavoratori pendolari ci ha contattato negli scorsi giorni per portare all’attenzione di tutti un problema che li affligge da ormai 3 mesi.

Nel mese di settembre avevano tutti sottoscritto un abbonamento regionale il quale, integrato con la ‘Carta tuttotreno’, permetteva loro di salire sul Frecciabianca delle 7,50 per poter percorrere su di esso la tratta Falconara-Fabriano e giungere puntualmente nei rispettivi luoghi di lavoro, ad un costo di 1.000 euro circa.

Una modalità di trasporto comoda e riposante per loro e, non da meno, eco-sostenibile per tutta la collettività. Questo abbonamento integrato, chiamiamolo così, è stato inoltre sottoscritto in modalità unica, come chiedeva Trenitalia, venendo a costare oltre mille euro.

Insomma, tutto bene fino a dicembre, quando all’improvviso è arrivata la spiacevole sorpresa. Con il consueto aggiornamento annuale delle tratte e degli orari un Frecciargento ha preso il posto del Frecciabianca, con il primo che, non essendo classificato come treno regionale, non risulta in alcun modo compatibile con l’abbonamento stipulato mesi fa.

Nessuno che li abbia avvisati. Eppure alla stipula della ‘Carta tuttotreno’ è obbligatorio lasciare email, numero di telefono e altri dati proprio per essere sempre rintracciabile.

E così, da quel giorno, ogni dì, ognuno di loro, deve pagare l’integrazione di 7,70 euro per poter salire regolarmente sul Frecciargento e non incorrere nelle eventuali sanzioni che il controllore potrebbe comminare. Insomma, una spesa di circa 100 euro in più al mese che diversi riescono a ridurre grazie allo smart working concesso dal proprio datore di lavoro. Un aiuto apprezzato certo, ma il problema non scompare.

La stazione ferroviaria di Falconara

Anche perché altri treni nella fascia oraria 7,01-9,13 non ve ne sono. Prenderne uno prima significherebbe fare un’ulteriore levataccia per arrivare poi davanti alla fabbrica e attendere oltre un’ora prima che inizi il proprio turno. Al ritorno, parola loro, i problemi sussistono ma alla fine una soluzione la si trova anche per tornare a casa a un’orario apprezzabile. A qualcuno potrebbe venire in mente la soluzione di sottoscrivere un abbonamento per il Frecciargento. Certo, ma verrebbe a costare oltre 1.000 euro. Insomma, non si può fare.

Del problema sono state avvisate tutte le autorità del caso, compresa la Regione Marche. L’assessore ai Trasporti Goffredo Brandoni ha anche risposto loro, ma in una maniera che ritengono del tutto insoddisfacente. Secondo i pendolari, infatti, basterebbe interloquire con le Ferrovie e spiegare loro il problema per poter giungere a una soluzione, visto che una dinamica simile fu così risolta nel 2018. Perché ciò che alla fin fine chiedono i protagonisti di questa vicenda alla Regione Marche è di concordare con Trenitalia la validità con deroga al Frecciargento del pacchetto abbonamento già sottoscritto, fino a scadenza dei titoli di viaggio.

Della vicenda, chi si è rivolto a noi, ha detto di aver interpellato anche il consigliere regionale di opposizione Andrea Biancani (Partito Democratico) il quale ha detto loro che nel bilancio votato a dicembre scorso il presidente Francesco Acquaroli ha fatto stralciare il fondo relativo proprio a coprire disagi come questi.

Infine il problema sembrerebbe interessare la gran parte della fascia Adriatica e quindi coinvolgerebbe un po’ tutta la nostra provincia.

La speranza, pertanto, è che dopo questo appello qualcuno possa agire per aiutare queste persone.

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