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Imprenditore paga l’intervento
e gli salva la vita:
lui dà al figlio il suo nome

MONTE SAN MARTINO - Bufole Mugisho, ingegnere congolese, ha chiamato il suo ultimogenito Mauro Tarcisio, cioè i nomi di chi l’ottobre scorso lo ha strappato alla morte dopo la scoperta di un cancro al cervello: il professor Mauro Dobran di Torrette e Tarcisio Senzacqua, titolare delle aziende Sint Tecnologie e Self Globe: «Ho deciso con il cuore. Si è sentito male durante il corso e non mi sarei mai perdonato di farlo rientrare in Congo mentre era a rischio di morte, così ho anticipato a somma di 15mila euro per poter asportare il tumore»

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Da sinistra: il professor Mauro Dobran, l’imprenditore Tarcisio Senzacqua, Bufole Mogisho, il neuroanestesista Edoardo Barboni e la dottoressa Valentina Liverotti

di Francesca Marsili

Per Bufole Mugisho, ingegnere agronomo congolese, è stato naturale un mese fa chiamare il suo ultimogenito Mauro Tarcisio, ovvero i nomi di chi l’ottobre scorso gli ha salvato la vita dopo la scoperta di un tumore al cervello: il professor Mauro Dobran, dirigente Clinica di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche e quello dell’imprenditore Tarcisio Senzacqua, nelle cui aziende, Sint Tecnologie e Self Globe di Monte San Martino, l’uomo stava seguendo un corso. Come naturale è stato per Tarcisio Senzacqua fare il possibile per salvare la vita a Bufole dopo la scoperta di un meningioma:

«Ho deciso con il cuore. Si è sentito male durante il corso e non mi sarei mai perdonato di farlo rientrare in Congo mentre era a rischio di morte, così ho anticipato a somma di 15mila euro per poter asportare il tumore – racconta l’imprenditore -. Quando un mese fa ho ricevuto su Whatsapp la foto di suo figlio appena nato a cui aveva dato anche il mio nome ho sentito di aver fatto la cosa giusta, qualcosa che ha segnato anche me, profondamente». Affettuosamente soprannominato “Buf” dall’equipe medica, Bufole Mugisho, 40enne, è stato l’esempio di chi non scorda il bene ricevuto. L’ingegnere congolese si trovava a Monte San Martino insieme ad altri 17 laureati connazionali quando ha scoperto la sua malattia e la sua vita è inestricabilmente legata al progetto Quality Food voluto dall’ex ambasciatore d’Italia nella Repubblica del Congo, Luca Attanasio, tragicamente ucciso in un agguato nel febbraio 2021.

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Tarcisio Senzacqua

«Da anni – spiega Senzacqua, amministratore di Sint Tecnologie e Self Globe – lavoriamo anche con l’Africa, installando impianti di trasformazione agro-alimentare. Nei cosiddetti paesi in via di sviluppo manca però chi sappia gestirli, così è nata l’idea dei corsi di formazione, con l’Università di Camerino e nelle imprese locali. Un primo corso ha avuto 18 iscritti, nel secondo, con altri 18, è arrivato in Italia anche l’ingegnere agronomo Bufole Mugisho. Una mattina, proprio durante il corso, si è sentito male. L’assistente del corso lo ha accompagnato al Pronto soccorso di Amandola – racconta -. Da lì, compresa la situazione che non era gestibile, è stato trasferito a Fermo, poi all’ospedale Torrette di Ancona dove, dopo un giorno e la diagnosi di meningioma di 7 centimetri, il primario Mauro Dobran ha ravvisato l’urgenza di operare immediatamente. Purtroppo – prosegue l’imprenditore – Buf non aveva copertura sanitaria: i corsisti erano partiti dal Congo con dieci giorni di ritardo e la loro assicurazione era scaduta. L’azienda sanitaria ci ha fatto un preventivo. Non c’era tempo da perdere e io non me la sono sentita di farlo rientrare nel suo paese, dove il sistema sanitario non è degli migliori, in quelle condizioni. Ho garantito per lui, anticipato la somma di quasi 15mila euro e il tumore è stato asportato».

L’operazione durata sette ore e avvenuta lo scorso 25 ottobre e eseguita dal professor Mauro Dobran, dalla dottoressa Valentina Liverotti e dal neuroanestesista Edoardo Barboni, ha garantito a Mugisho una seconda possibilità. L’imprenditore Tarcisio Senzacqua ha anticipato anche la somma per garantire a Bufale il decorso post-operatorio in una struttura, durato oltre un mese. «Il Governo del Congo mi ha rimborsato le spese» – aggiunge l’imprenditore di Monte San Martino -. Il suo percorso di guarigione è stato seguito con attenzione anche dopo il suo ritorno in Congo, dimostrando l’importanza dei legami umani che si creano durante le sfide più difficili».

Dopo l’intervento salvifico, Bufole Mugisho ha dato il benvenuto al suo quartogenito affidando al suo nome: Mauro Tarcisio, il significato più profondo di quello che è stato forse il momento più difficile della sua vita. «Circa un mese fa su cellulare mi è arrivato il messaggio di Buf con la foto del neonato e il suo nome: Mauro Tarcisio. L’emozione è stata fortissima – aggiunge Senzacqua -. La sensazione è quella di aver aiutato un amico nel momento della difficoltà, e che forse, se non avesse avuto questa possibilità, non si sarebbe salvato. Quello di Buf è stato un gesto naturale come naturale è stato il mio, qualcosa che entrambi porteremo sempre nei nostri cuori». Le foto della sua famiglia sono state condivise anche con l’Azienda Ospedaliero Universitaria, mostrando i suoi figli che giocano felici grazie ai regali del personale ospedaliero. Un gesto di gratitudine che suggella il legame forte e speciale cresciuto durante questo percorso di guarigione. Senzacqua è fortemente convinto dell’importanza della realizzazione di progetti come il Quality Food con i paesi in via di sviluppo. In pancia ci sono altri due corsi con una ventina di iscritti ciascuno.

«Diventeranno a loro volta formatori:  insegniamo teoria e pratica del settore agroalimentare, mostrando loro la filiera delle piccole aziende locali, il modello che il Congo vuole replicare in casa. L’obiettivo è quello di creare villaggi agroalimentari, che possano essere centri di sviluppo e formazione. In sostanza si tratta del Piano Mattei, un progetto del quale speriamo di far parte». La storia di Bufole Mugisho è un esempio tangibile del potere dell’umanità e della solidarietà. In un periodo segnato da tragedie e perdite, la nascita di Mauro Tarcisio rappresenta un raggio di luce nella vita di una famiglia che tenta di contribuire allo sviluppo del Congo.

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