E’ sfilata, come tradizione vuole, all’imbrunire la Processione del Cristo Morto di Osimo nel buio in cui è piombato tutto il centro storico della città.
A pomeriggio inoltrato, dopo la messa delle “Tre ore di agonia” i confratelli e consorelle della Pia Unione del Cristo Morto in piazza Duomo hanno cominciato ad indossare il saio ed è iniziata la distribuzione di mazze, fiaccole, lampioni e battistangole, tavolette sulle quali sono inchiodate delle maniglie mobili di ferro che sostituiscono il suono delle campane, alternato agli strumenti della banda cittadina. Un rito che si ripete da più di 300 anni, ogni Venerdì Santo.
I numerosi fedeli che hanno gremite le piazze centrali, hanno visto passsare i misteri della passione di Cristo e quasi in coda è arrivato l’antico Cataletto, con la statua del Cristo morto, alto 6 metri e mezzo, preceduto dalle autorità religiose e seguito da quelle civili. Ha chiuso il corteo la statua della Madonna in lacrime.
Sulle note della marcia funebre di Chopin e del maestro osimano Domenico Quercetti, anche quest’anno i ‘sacconi’ incappucciati hanno rispettato le fermate obbligatorie in piazza del Comune, davanti al monastero di San Niccolò, in piazza San Marco, in piazza Dante e, di ritorno alla Cattedrale di San Leopardo, in piazza del Comune ai piedi di via Antica Rocca per la benedizione del vescovo alla città.
(foto Bruno Severini)
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