Vive a Bologna ma ha acquistato un appartamento in via Quercetti ad Osimo, città dove ha abitato durante l’infanzia. «Poi succede che nei giorni scorsi apprendo, quasi come una “fuga di notizia”, che avrebbero installato a brevissimo una antenna 5 G proprio davanti alle nostre abitazioni. Nessuno sapeva nulla di certo, ma si dava per certa la notizia. -ha raccontato la proprietaria bolognese dell’abitazione sui social – Sono corsa ad Osimo per partecipare ad un incontro delle Liste civiche con Dino Latino, Stefano Simoncini e Monica Bordoni che ringrazio per l’interessamento, che parlava proprio di questo argomento. Ho scoperto partecipando che sono già nati altri comitati di cittadini in rivolta per altre antenne già realizzate e/o in via di installazione ad Osimo, una adiacente ad un nido d’infanzia. Ma ho anche scoperto che altre 19 antenne stanno per essere installate nelle diverse zone di Osimo senza che i cittadini ne siano al corrente…». Un post che la sollevato un vespaio di polemiche e riacceso le preoccupazioni di quei residenti osimani che non vogliono convivere con la presenza di un’antenna 5G nei pressi di casa, nell’incertezza scientifica degli effetti che la vicinanza del ripetitore per telefonia mobile può produrre sulla salute umana.
Tutti gli interlocutori degli schieramenti politici osimani in campo per le elezioni comunali di giugno hanno interagito con quelle parole di preoccupazione per chiarire la propria posizione. Per le Liste civiche che sostengono la candidatura a sindaco di Francesco Pirani, il leader Dino Latini, avvocato e attuale presidente del Consiglio regionale, ha dedotto che «ogni zona di Osimo sarà colpita da antenne telefoniche alte 32 metri: il regalo della Glorio (la candidata sindaca del centrosinistra, ndr) e Pugnaloni (il sindaco uscente del Pd). Basta leggere il Regolamento comunale del 2021 sulle antenne telefoniche per vedere che tutti i quartieri e frazioni di Osimo saranno interessate dall’installazione di antenne telefoniche 5G alte 32 metri. E’ il “dono” dello schieramento Pd-M5S e di altri che adesso si dichiarano alternativi all’amministrazione comunale, ma che allora non mossero un dito. Solo le Liste civiche da sempre, con il suo capogruppo Monica Bordoni, avvertirono la città con convegni e prese di posizioni del rischio che si correva. La prossima settimana sarà fatta una nuova riunione pubblica per dire come fermare le installazioni delle antenne» ha concluso rassicurando tutti che «la nostra amministrazione sospenderà il piano antenne, rivedrà il Regolamento comunale per modificarlo, con un procedimento aperto e concordato con i cittadini. Altrimenti rischiamo che Osimo diventi la città delle antenne alte 32 metri. Ora si dovrebbe sospendere in via di autotutela le autorizzazioni in corso per via Quercetti e via del Fosso (quella di via Tonnini è stata sospesa)».
L’ingegnere Sandro Antonelli, candidato sindaco di ‘Osimo al Centro’, ‘Rinasci Osimo’, ‘Progetto Osimo’ e ‘Osimo Futura’,’Osimo Libera’ (Fi-Lega) e ‘Civitas Civici Osimo’ a invitato «a non andare il ordine sul 5G ma condiviso, per il benessere della nostra comunità. L’argomento delle antenne 5G andrebbe tenuto fuori dalle classiche schermaglie da campagna elettorale, la salute di tutti noi non può essere oggetto dei soliti scambi di accuse tra le parti perché è troppo importante. – ha rimarcato Antonelli – Gli studi eseguiti sul possibile impatto sulla salute del 5G allo stato attuale hanno smentito che le onde elettromagnetiche, prodotte per consentire la trasmissione del segnale, costituiscano un pericolo per l’uomo. Nessuno però si è interessato dell’aspetto paesaggistico ambientale con i pali che da un giorno all’altro vengono innalzati sui terreni. Questa tecnologia, infatti, rispetto al 4G ha una portata più corta e richiede quindi la presenza di un numero maggiore di antenne. Una corretta ed esaustiva informazione è l’unico modo possibile per capire il 5G ed evitare fraintendimenti, ma ci sembra che ci si stia muovendo in ordine sparso, soprattutto chi ha il compito di regolamentare la situazione».
Antonelli ha ricordato che «da una parte in Regione è stata presentata una proposta di legge per limitare il numero di installazioni, dall’altra in Parlamento è stato approvato l’emendamento di Fratelli d’Italia che eleva a 15 volt metro, dagli attuali 6 (più del doppio), i limiti elettromagnetici del 5G, un intervento secondo il ministro Urso necessario a recuperare “ritardi decennali”. Le rassicurazioni sulla salute dei cittadini non possono comportare una vera e propria “liberalizzazione” delle antenne per recuperare il “gap” anche perché non risultano ancora studi esaustivi dell’effetto sulla salute di valori fino a 15 volt metro e non ci sono al momento per le antenne vincoli paesaggistici come avviene per altre tecnologie quale ad esempio il fotovoltaico. – ha concluso Anatonelli – Noi riteniamo che non si possa essere a priori contro lo sviluppo tecnologico, ma che qualsiasi decisione debba essere presa solo dopo i necessari approfondimenti sui rischi per la salute e che l’iter autorizzativo per le installazioni delle antenne 5G non possa essere semplificato, ma debba tener conto di tutti gli aspetti paesaggistico-ambientali e degli interessi delle comunità locali attraverso un’informazione tempestiva, a differenza di quanto fatto fino ad ora».
Infine la coalizione di centro sinistra che sostiene la candidata sindaca Michela Glorio, il Pd in particolare che governa Osimo da dieci anni, precisa che «quello che scrivono alcune Liste civiche (ormai partitiche) sulle antenne a Osimo è completamente privo di fondamento. Ma in campagna elettorale c’è chi preferisce alimentare le paure per ottenere consenso, e chi, invece, sente il dovere di informare i cittadini in maniera trasparente. – si legge nel comunicato dei dem – Di antenne di telefonia mobile ne sono state installate – e tante a Osimo – anche con le Amministrazioni precedenti alla nostra. Le hanno bloccate? Ovviamente no. Perché? C’è una normativa statale che limita fortemente la competenza dei Comuni: le reti di telefonia mobile sono, infatti, considerate dallo Stato delle infrastrutture strategiche. A livello normativo, il punto di riferimento è la Legge n.36/2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”».
Il centrosinistra spiega inoltre che «questa legge non indica neanche delle distanze minime da mantenere, ma, piuttosto, pone degli obiettivi di qualità per minimizzare i valori di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Peccato che il recente Ddl Concorrenza del Governo Meloni abbia aumentato questi valori di esposizione: in questo modo è molto più facile per le compagnie telefoniche rientrare nei parametri. I Comuni possono dotarsi di un piano antenne e infatti anche Osimo ne ha uno, voluto dall’amministrazione Pugnaloni, che serve a individuare i luoghi pubblici più idonei a far installare eventuali nuove antenne (lontano ad es. Dai luoghi sensibili), incentivare il co-siting (condivisione di uno stesso impianto per più antenne), monitorare costantemente i valori elettromagnetici emessi». Il campolargo di centrosinistra aggiunge che «per le suddette leggi di competenza statale, però, se una compagnia telefonica vuole installare una nuova antenna può addirittura affittare un’area da un privato e presentare una semplice richiesta di autorizzazione in Comune: basta che dimostri di rispettare i limiti di emissione (che come detto sono stati recentemente aumentati dal Governo Meloni). Non sono previsti neanche vincoli paesaggistici. Le Liste civiche ormai partitiche parlano tanto di filiera “governo-regione-comune”, ma poi sulle antenne ad Osimo promettono l’opposto di ciò che ha gia’ deciso il governo a Roma».
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