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Calenda lancia Azione ad Ancona:
«Noi alternativa tra Meloni e Schlein.
Alle Marche servono infrastrutture»

ELEZIONI - Arrivato in auto con il servizio di Car Pooling che ha rinominato "BlaBlaCarl", ha inaugurato la sede del suo partito, poi ha attaccato parlando proprio di strade perché «arrivare sin qui è stato un bello strazio, un calvario». Sulla leader del Pd «non sa cosa vuole» e sulla premier «vorrebbe che tutto restasse così com’è». Sanità: «le Marche beneficerebbero del Mes sanitario». Sulla difesa comune europea «ad alcuni Paesi andrebbe tolto il diritto di veto». Domani alle 10 sarà a Jesi

Da sinistra Germano Craia, Tommaso Fagioli e Carlo Calenda

di Antonio Bomba (Foto di Giusy Marinelli)

L’eterno problema delle infrastrutture inadeguate a congiungere Ancona a Roma, la sanità, delle normative ambientali meno stringenti per gli imprenditori e una difesa comune europea.

Questi sono stati i temi principali trattati oggi pomeriggio dal leader di Azione Carlo Calenda, giunto ad Ancona per inaugurare la sede elettorale del suo stesso partito in vista delle elezioni europee di giugno. Un appuntamento nel quale Az si pone come «alternativa tra Elly Schlein che non sa cosa vuole e Giorgia Meloni che vorrebbe che tutto restasse così com’è». Presenti tra gli altri il coordinatore regionale del partito Tommaso Fagioli, la presidente Germana Sorbi e Federico Nahuel Lazzari, oltre ai candidati Germano Craia e il generale Vincenzo Camporini.

Il fulcro di tutto è stato però la linea ferroviaria Orte-Falconara. Un problema non da poco e oggi rimarcato dal fatto che lo stesso Calenda è arrivato nella nostra regione svolgendo un insolito servizio di Car Pooling rinominato per l’occasione ‘BlaBlaCarl’. A essere salita a bordo dell’auto dell’onorevole, lo si apprende sbirciando i social del leader di Azione, è stata una ragazza di nome Isabella descritta come «giovanissima professoressa d’orchestra».

Le difficoltà incontrate per giungere ad Ancona da Roma sono state trattate all’inizio dal senatore con il suo consueto umorismo: «arrivare sin qui è stato un bello strazio, un calvario – sorride – ma tutto sommato è un modo per parlare con gli elettori e per raccontare bene il nostro programma». Poi, tornando serio a parlare di infrastrutture fa notare come questo sia «un problema risaputo. Ma non è una questione di soldi. Di soldi ne abbiamo anche ma non li spendiamo». Per Calenda il problema è infatti «mandare a governare gente che al di fuori della politica non ha mai lavorato mezza giornata e che dovesse gestire il bar qui davanti lo farebbe fallire. Non possiamo pensare di continuare a essere un paese che manda al governo chi non ha mai lavorato e si ritrova all’improvviso a dover gestire sistemi complessi miracolosamente. In quale universo parallelo dovrebbero riuscirci?».

La critica del leader di Azione si fa più specifica, concentrandosi su Matteo Salvini: «Il ministro alle infrastrutture è – parere suo – la persona più inadeguata a fare qualunque cosa che la storia della politica italiana ricordi».

Al suo posto Calenda, per dare priorità assoluta alla Orte-Falconara avrebbe attuato «delle procedure straordinarie come abbiamo fatto ai tempi del Tap in Puglia, dove i tubi neanche si vedono».

Il secondo motivo per cui andrebbe votata Azione alle elezioni europee è per Calenda relativo al tema della sanità, dato che le Marche beneficerebbero «del Mes sanitario» visto che il suo partito spingerebbe per «riaprire alla possibilità di riaverlo. Per venire incontro a un pilastro sociale importante come quello della sanità. Sono 38 miliardi di euro che metterebbero a posto il nostro sistema consentendoci di assumere medici e infermieri. Servirebbe tantissimo a ogni regione e dunque anche alle Marche».

Un pensiero anche agli imprenditori attraverso «una rivisitazione integrale delle normative ambientali che sono fatte male, si prefiggono obiettivi irraggiungibili e rischiano di mettere in difficoltà serie le imprese, con il risultato che chi può va a produrre da altre parti».

Infine un tema generale ma quantomai di attualità come la difesa comune europea: «Spendiamo tanto, 340 miliardi di euro. Però non lo facciamo assieme. In secondo luogo pensiamo che andrebbe rimosso il diritto di veto che hanno alcuni Paesi per avere un’Europa sempre più unità e più forte».

Uscito dalla sede elettorale di corso Garibaldi Calenda si è concesso un bel giro lungo le bancarelle della Fiera di San Ciriaco e, risalendo verso piazza Cavour, si è goduto un caffè alla vecchia Tazza d’oro. Questo prima di scendere fino al bar Giuliani, per la sessione di domande e risposte con i cittadini in programma.

Domani Carlo Calenda proseguirà il suo tour in auto nelle Marche facendo tappa a Jesi, dove alle 10 all’hotel Federico II sugellerà l’alleanza per la tornata elettorale europea con il Movimento Repubblicani Europei assieme all’ex senatrice Luciana Sbarbati.

 

Generale Vincenzo Camporini

Tommaso Fagioli

L’imprenditore Germano Craia

 

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